Abituato com’ero a vedere Wario protagonista di platform (tra l’altro di ottima qualità), ho avuto uno shock non indifferente quando ho provato Wario Ware e ho capito di cosa si trattava. Chiariamoci, l’obiettivo di Wario è sempre lo stesso: fare un pacco di soldi nel più breve tempo possibile, per poter tornare a ripulirsi le cavità nasali con una mano e a fare zapping con l’altra senza più preoccupazioni economiche sulle spalle. Tuttavia questa volta il panzuto e mastrociliegico eroe(?) di Nintendo ha deciso di fare quello che faremmo tutti noi, ovvero creare un videogioco di successo e venderlo ad un pubblico mai così inconsapevole di ciò che lo attende. Il tutto with a little help from his friends.
Wario Ware si configura come una serie di stage, ognuno corrispondente ad un amico di Wario ed in tema con il suo carattere. In ogni stage dobbiamo affrontare una serie di minigiochi di natura assolutamente varia e quasi sempre diversi tra loro (salvo ripetizioni negli stage più avanzati), che si succedono a ritmo serrato; completandone uno si ottiene un punto. Raggiunto un punteggio prefissato, si affronta un mini-gioco “boss”. Semplicissimo, così come i giochi stessi, che si svolgono nell’arco di 5 secondi (un po’ di più per quelli cervellotici) e richiedono la pressione di un singolo tasto, al massimo due. Come complessità siamo agli albori del videogame, ma il divertimento che si ricava giocando a Wario Ware è assolutamente esagerato: ogni mini-gioco è spesso demenziale già nel suo presupposto (afferra la zampa di un cane con la mano, rompi dei mattoni con un colpo di karate, affetta un pezzo di carne, e moltissimi altri – circa 200!), ma è come sono rappresentati graficamente che fa morire dalle risate. Alcuni utilizzano degli sprite in stile anni ’80, altri invece mettono in scena immagini renderizzate di grande effetto, altri ancora presentano dei disegni infantili, e c’è persino uno stage tutto dedicato a Nintendo, dove si giocano delle brevissime sezioni di vari giochi apparsi su quasi tutte le console della casa di Kyoto; in ogni situazione, le animazioni vanno viste per essere credute. Le scenette che hanno luogo in caso di successo o fallimento sono impagabili e vale la pena di continuare a giocare solo per rivederle, e come se già il tutto non fosse abbastanza comico, si aggiunge anche un sonoro fatto di effetti da cartone animato e frasi campionate di buona qualità e di sicuro effetto (leggendario l’”Excellent!!” che urla Wario in alcune occasioni quando superiamo un giochino con successo). Alcune musiche poi sono bellissime, una su tutte quella dello stage del ninja.
La difficoltà dei giochi aumenta col passare degli stage, ma il tutto è completabile in tre ore al massimo, e Wario potrà finalmente ottenere il successo (e il denaro) sperato. Troppo breve, dite? Non crucciatevi! Una volta vista la sequenza finale, il gioco offre incentivi a continuare a giocare che vanno oltre il semplice gusto di godersi ancora e ancora le varie situazioni. Infatti, la prima volta che affrontate uno stage, vedrete solo una parte dei giochi che vi può offrire. Dopo aver completato uno stage, però, è possibile giocarlo ad oltranza, anche oltre lo scontro col “boss”, e vedere quanti punti si riesce a fare prima che l’aumento di velocità e di difficoltà dei giochi ci faccia perdere tutte e quattro le vite a disposizione. Infine, ogni mini-gioco è selezionabile singolarmente, ed esiste un certo numero di punti da ottenere per ciascuno di essi. Completando tutti i requisiti del gioco, otterrete dei mini-giochi supplementari, alcuni dei quali possono persino essere affrontati da due giocatori. Di roba da fare ce n’è, ma soprattutto, farla è molto divertente.
Nell’attuale panorama videoludico Wario Ware si innalza sul podio del gioco più atipico ed originale dell’anno. La sua arma vincente è la sua sublime ironia, con cui prende in giro se stesso, gli altri giochi, Nintendo, ed in generale un settore sell’entertainment che ultimamente si sta prendendo un po’ troppo sul serio. La semplicità e varietà di questi mini-giochi è una ventata di aria fresca in un mercato ormai saturo di prodotti tutti simili tra loro e sempre più complessi, e ci riporta ad un tempo in cui per divertirsi bastavano pochi pixel ed uno o due pulsanti; in cui le partite duravano minuti, non ore; in cui “andare avanti” voleva dire vedere quanto si riusciva a resistere contro una CPU che, alla fine, avrebbe vinto comunque, ma non senza lottare. Prima di stufarsi di questo gioco passeranno settimane e, in ogni caso, è sempre bello poterlo tirare fuori ogni tanto e farsi una partitina giusto per passare il tempo. Che è poi quello per cui il gioco portatile era nato.
Un altro centro per il perfido alter-ego di Mario, dunque, ed un altro prodotto divertentissimo per GBA targato Nintendo. Irriverente, nostalgico ed incredibilmente esilarante, Wario Ware è attualmente, insieme con Ikaruga, la massima espressione del videoGIOCO. Da avere.
VOTO: 8