Ulteriore confronto fra “Nadia” ed Evangelion:
Nadia (la protagonista) viene quasi sempre presentata “dall’esterno”: la sua espressività facciale deve rivelare il suo stato d’animo, non un monologo interiore. C’è un unico monologo del genere, e se ci si fa caso è anch’esso senza luogo e senza tempo, come in Evangelion. Delle figure, avvolte in una luce bluastra, parlano alla protagonista, ma non si può davvero dire se questo dialogo avvenga fisicamente. In Evangelion invece, l’uso del flusso di coscienza è ripetuto ed è uno dei cardini della narrazione.
INIZIO SPOILER
In “Nadia” inoltre, anche Jean è alla ricerca di se stesso e delle proprie origini: uno dei motivi che lo spingono a viaggiare è ritrovare il padre, la cui nave è scomparsa nell’Oceano. Quando scopre la tragica fine di questi (ucciso da Argo) è costretto a rimettere in discussione se stesso, il proprio passato ed il proprio futuro. Giunge alla piena consapevolezza di sè quando si decide a chiedere aiuto per realizzare un suo progetto, quando capisce di essere ancora giovane ed inesperto ed accetta questo fatto deciso a migliorarsi. Sul volo di collaudo del suo apparecchio rivela a Nadia questa consapevolezza, ed è così pronto per rispondere alla domanda che Nadia gli porrà dopo il suo tentato suicidio “Jean, tu perchè vuoi vivere?” “Perchè vivendo si possono fare molte cose belle”: un messaggio affine a quello di Evangelion (“Il mondo della realtà può non essere affatto male”) anche se in forma ridotta e semplificata.
FINE SPOILER