Io da totale ignorante dell'argomento mi sono sentita le due live con Cannarsi.
La prima sera è stato un massacro, per i detrattori. Non puoi mettere 4 nerd appassionati contro uno che sta nel settore da 20 anni, la premessa era "io non so tradurre, io non so il giapponese, io non, io non, io non" e lui li blastava.
In generale il potere di Cannarsi consiste nell'aver una cultura di base e aneddotica smisurata, per cui lui ti spiega le circostanze culturali che hanno portato alla scelta di traduzione attraverso cose a cui si può solo prestare fede.
Alle oggettive critiche sulla resa in italiano lui risponde con:
- E' un mio metodo che uso solo io, ma non in senso esplicitamente qualitativo.
- Il giapponese non è l'italiano e lo spettatore non ha importanza. Lui si limita a riproporre come suona quella lingua in una lingua a cui non appartiene l'opera di partenza. Non è che è strano, DEVE SUONARE STRANO, altrimenti il lavoro di adattamento di un'opera non sua non è rispettoso.
- L'italiano di arrivo, per quanto strano, è sempre corretto per lui. Facilitare le cose non rientra nelle sue priorità, è lo spettatore che eventualmente deve attrezzarsi, capire, sforzarsi.
- I titoli accademici non contano, anzi l'università sclerotizza la conoscenza con metodi oggettivi che oggettivi non sono.
Devo dire che gli interlocutori non sapevano tenergli testa.
La seconda live è andata inizialmente nello stesso modo, poi è intervenuto un certo Wildo/Leonardo, un italiano che ha studiato giapponese e che adatta. Ecco, lui l'ha messo in difficoltà perché, pur essendo un ragazzo molto timido e impaurito, ha contestato la conoscenza integrale di Shito del giapponese, con la frase: "
ma perché tu, senza titoli, devi avere più ragione di uno che queste cose le studia e le conosce?".
Lì Cannarsi è andato in difficoltà, anche perché la sua fonte di diritto era "
Ho parlato con amici giapponesi che mi hanno detto che blablablabla" risultando sciatto a approssimativo.
Insomma, il bluff di Cannarsi si scopre facile se ha interlocutori preparati, altrimenti ti rincoglionisce di chiacchiere.