Forse do per scontato che il primo step sia inevitabile.
Stiamo appunto rallentando la diffusione per permettere al sistema sanitario di non collassare, e lo dovrebbero fare tutti ovviamente, altro che eugenetica col parrucchino.
Ma che si diffonda a gran parte della popolazione mi sembra praticamente inevitabile. Se lo fa in modo lento, abbiamo molte più possibilità di prenderci cura dei casi gravi grazie alla terapia intensiva, agli antivirali e altri farmaci (è di questi giorni la notizia promettente del successo di alcuni farmaci per l'artrite reumatoide sui casi più gravi).
Diversi epidemiologi dicono due cose:
A) si diffonderà a gran parte della popolazione , tra il 40 e l'80%, nell'arco di un anno.
B) ci vorrà probabilmente almeno un anno per trovare un vaccino davvero efficace, testarlo a prova di errore e somministrarlo ad ampie fette di popolazione.
Faccio due più due, e realizzo che l'immunizazione "naturale", locale e parziale, lenta e ragionata, supportata dai farmaci che agiscono sui sintomi e dal potenzialmento dei sistemi sanitari è tutto ciò su cui possiamo fare affidamento nel medio periodo.
Anche perché credo che l'effetto gregge sia progressivo. Non è o bianco o nero. Più persone sono contagiate, maggiore diventa la proiezione. È una curva.
In un gruppo umano che sia riuscito a rallentare a sufficienza la diffusione, raggiunto il picco la situazione si normalizza. Che questo gruppo sia una città, una regione o un paese intero.
Gli scambi globalizzati non facilitano il processo, vero. Ma è anche vero che la maggior parte delle vite sul pianeta, nonostante tutto, sono stanziali.