Mmm.
Quel che non mi torna è che il medico avrebbe dovuto farti il triage al telefono, e PRIMA che tu andassi. Che ti abbia "liquidato" il primo giorno è del tutto razionale: in prima (e anche seconda) giornata, se non hai una vera e propria crisi respiratoria, si aspetta che la situazione evolva.
Il fatto di venire lui a casa/andare tu da lui è dibattibile. Se la persona può recarsi in ambulatorio con le sue gambe, dovrebbe farlo (salvo casi eccezionali: la febbre non è un caso eccezionale), e con triage negativo non c'è teoricamente rischio Covid.
Però in questi giorni è ovvio che l'accesso di qualcuno nelle tue condizioni poteva scatenare casini inutili, che è meglio evitare. Si tratta di quelle situazioni da "zona grigia" dove qualsiasi cosa si faccia, qualcuno resta scontento e si rischia di agire in modo inappropriato.
Riguardo alle polmoniti, questo è il secondo inverno di fila in cui si assiste a un numero di casi insolitamente alto, di cui molti in persone sotto i 50 anni, anche senza pregressi sintomi influenzali, di punto in bianco.
Ovviamente non ho idea del perché.
Ciao, giusto qualche precisazione che ieri scrivevo da cellulare.
Il medico il primo giorno (lunedì pomeriggio) al telefono mi ha fatto le solite domande di rito ("Sei stato in Cina? Hai avuto contatti con amici gironzoloni?").
Il triage vero e proprio, con responso ufficiale dal ministero della salute, me l'ha fatto giovedì mattina in studio.
Credo mi abbia fatto venire in studio anche perché... Non c'era nessuno. Nessuna prenotazione, nessun paziente, niente di niente. Il medico e la segretaria avevano la classica mascherina verde.
A parte le modalità in cui ho comunicato col medico (che è un maleducatone superficialone) per il resto non credo che abbia commesso grandissimi errori, era solo per far capire nella mia esperienza come è stato affrontato nell'atto pratico il mio stato di salute dal medico di base. La gente continuava a chiedermi "Hai fatto il tampone?" come se fosse una pastiglia da prendere in farmacia, quando in realtà almeno fino a settimana scorsa la prassi era ben precisa e non scontato che facessero tamponi a tappeto a chiunque avesse influenza.
Per quanto riguarda il resto: mio cognato qualche giorno prima ha avuto per due giorni febbre a 40 (senza grandi sintomi) che è crollata di botto, mio nipote (adulto) ha avuto anche lui una fosse infernale, ma senza febbre.
Il problema è come distinguere chi effettivamente ha il Coronavirus e chi no, tra asintomatici, gente che non crede ci siano state le condizioni per cui l'abbia preso e magari se l'è beccato senza saperlo...
Insomma, un caos.
Il problema, paradossalmente, non è il rischio di morte, che è sì più alto di una normale influenza essendo al 3,4% dei contagiati ma non così pericoloso per una persona sana, ma l'alta % di trasmissione e il pericolo per persone anziane e/o che hanno problemi di salute, e il numero di posti in terapia intensiva per chi se la becca in pieno, che non è sostenibile a lungo andare dalle strutture sanitarie nazionale.
Per dire, il mio timore nei giorni che sono stato male non era per me, ma per mia mamma che era cardiopatica in ospedale e che ero andato a trovare prima di stare male.