Finito ma che fatica!
Se l'occhio abituato dell giocatore smaliziato di b-games non batte ciglio di fronte all'orribile e altalenante framerate da diapositiva, e riesce a godere della grafica spartana e degli scenari cittadini illuminati dalla luce della lunga estate caldissima giapponese, lo stesso nob puó fare davanti a uno dei game design piú scellerati di sempre.
Per metá gioco non si sa dove si deve andare ma soprattutto non si sa perché, pare che bisogna fuggire ma non si sa quando si deve andare avanti o se se si deve sbloccare una quest, e ci si ritrova a girare in tondo (letteralmente) procedendo a caso, distuggendo il ritmo di gioco. Ad un certo punto la roba smette pure di crollare e ci si accorge di stare giocando a uno yakuza brutto senza combat e con le quest brutte.
Alcune subquest non portano nemmeno a nulla di comprensibile, se non allo sblocco di un trofeo che su switch manco ci sta. Altri eventi non hanno capo ne coda e e le meccaniche, quali fame sete pipí e punti moralitá non sembrano avere ripercussioni tangibili sul gioco. Si va al cesso quando capita tanto per, e si raccolgono vestiti e accessori ridicoli, che aiutano a spezzare un po' la noia.
Nemmeno i finali assurdi con plot twist e l'alternanza tra momenti drammatici e comici riescono a salvare il gioco. Troppo poco e troppo tardi.
Il prezzo alto é comprensibile per i giochi di nicchia, ma deve essere ricompensato con un gameplay di qualitá e non é questo il caso.
Insomma, Disaster Report tiene fede al titolo e si candida prepotentemente come worst experience of the year. Lascia un ricordo amaro ma tuttavia nostalgico, come l'estate giapponese che non ho mai vissuto.
Adesso gioco il dlc gratuito dell'aftermath, che saró stronzo masochista, beh allora lo saró fino in fondo.