Ultima fatica di Checco Zalone che, come spesso fa notare
@fulgenzio è davvero l'unico, insospettabile, erede della commedia italiana di costume, quella di Dino Risi, Alberto Sordi e Paolo Villaggio. Probabilmente sconta un certo snobbismo derivato dalla sua provenienza zelighiana e da questa patina di finta volgarità, però oggi è davvero diventato un interprete del tempo corrente.
Il film è un po' da decifrare. Chi si aspetta una commedia di grasse risate per staccare il cervello resterà alquanto deluso. Si ride, è vero, ma in modo diverso, anche se non mancano quei 3-4 momenti micidiali. Ma prima di ogni altra cosa è una bella favola che mette in fila la psicologia dell'italiano (non solo medio) del 2020, in questa temperie sociale che è l'immigrazione.
Per essere chiare, pleonasticamente, se pensi che questo film non parli di te e se pensi che probabilmente non ti riguardi è piuttosto probabile che ti sia sfuggito qualcosa. Fa davvero secchi tutti, l'italiano mentitore e furbetto, il colonialista che vede l'Africa come il paese dei balocchi da fruttare economicamente, l'ambiguità e la pochezza dell'Unione Europea rispetto a un problema così grande, i sovranisti con il difetto del fascismo di ritorno, la sinistra buonista e inconcludente con le sue figure irrisolte (il giornalista eroe dell'umanitarismo come lavoro), i ridicoli festival dell'integrazione e la più grande portata per culo di Di Maio che si sia mai vista. Una serie di schiaffi dati a destra e sinistra (idealmente ma anche politicamente) che non lascia scampo a nessuno.
Sullo sfondo c'è una vicenda cruda che viene evocata a suon di richiami e di eventi senza una giustificazione filmica, di per sé non è un film molto coeso, anzi, procede per una narrazione che pesca dalla cronaca di tutti i giorni e sta allo spettatore colmare i buchi non le distratte notizie che arrivano dal telegiornale.
Lui è sempre irresistibile, un plauso a una bravissima attrice di colore di una bellezza immensa e un bambino, DouDou, da mangiarsi di baci per quanto è dolce e carino.
Per non parlare dei "camei", di cui uno proprio esilarante.
E poi ci sono quelle idee incredibili come:
- La questione del sushi in Puglia;
- Gli attacchi di "fascismo", quelli che non risparmiano nessuno, anche fuori dall'argomento "migranti"...
- "Ok il Prezzo è Giusto", stoccata all'ipocrisia occidentale;
- Gli intermezzi "musical" tra cui un'irriverente coreografia di nuoto nel Mediterraneo veramente coraggiosa come scelta.
Insomma, le polemiche sono lì a dire che ha proprio fatto centro...