Cmq, visto che siamo in tema di liste, ecco i miei 10 giochi PSX (la prima) preferiti. Non i migliori o gli imprescindibili, ma semplicemente quelli che mi porterei su un'isola deserta (so che non ve ne fregherà nulla ma poi posterò una lista analoga pure nel threaddone del N64).
Vado in ordine rigorosamente cronologico:
1)
Jumping Flash! costruito sull'infrastruttura di Geograph Seal per X68000 (dagli stessi autori) ne è una revisione che lo trasforma in un pionieristico gioco di piattaforme tridimensionale con visuale in soggettiva. Inaspettatamente, funziona tutto alla perfezione: controlli, leggibilità degli spazi, costruzione dei livelli (che sono piccole arene liberamente esplorabili alla ricerca di un certo numero di oggetti necessari ad aprire l'uscita), varietà di trovate ed ambientazioni ed una verticalità da brivido che all'epoca lasciava senza fiato... E' ancora oggi divertentissimo e compulsivo e dannatamente demenziale.
2)
Rayman: il pinnacolo del gioco di piattaforme esplorativo occidentale. Direzione artistica e realizzazione tecnica fuori parametro, fondamentali curatissimi, costruzione dei livelli indovinata e intelligente, grande ritmo e carisma a tonnellate, visione d'insieme lucidamente autoriale. Ai tempi fu la dimostrazione che anche il 2D in bitmap poteva avere ancora un suo spazio in un mercato dominato dal poligono in tempo reale.
3)
Rage Racer: per me l'episodio definitivo della saga su PSX, anche più del comunque magnifico Type 4 (che cambiava la progressione del Grand Prix in un modo che non mi è mai piaciuto). Un salto in avanti quantico per consapevolezza e cura della messa in scena, che costruiva un incredibile flusso continuo fra estetica (crepuscolare e seriosa ma super Arcade), musica (il Namco Sound Team al suo meglio, fra Drum & Bass, Big Beat, Trance e Techno) e corsa (con un modello di guida più curato, profondo e realistico). Le piste poi sono fra le migliori in assoluto, le più credibili eredi della filosofia del
meraviglioso viaggio di OutRun. Ah, ciliegina sulla torta una modalità in singolo finalmente lunga, articolata e soddisfacente.
4)
Soul Edge: se in sala era finito un po' in ombra, la conversione casalinga, potenziata ed ampliata al massimo, diventava un classico istantaneo ed istantaneamente immortale. A partire dalla monumentale introduzione in CG sino ad arrivare all'Edge Master Mode, che portava nel picchiaduro una modalità in singolo con i crismi, la durata e l'epica della grande avventura. E poi un cast di personaggi stellare, una giocabilità sopraffina ed una realizzazione tecnica, in combinazione con le scelte estetiche, indimenticabile. Totale
5)
Panzer Bandit: qui avrebbero potuto esserci molti giochi, scelgo lui a rappresentare la "produzione nipponica minore e di culto" di cui la ludoteca PSX era piena, ponendosi come perfetta erede del Super Famicom. Nella fattispecie trattasi di picchiaduro a scorrimento evoluto, un po' il Guardian Heroes della PSX. Tante mosse, tanto divertimento, valori produttivi eccellenti. Sviluppa Cyberconnect2, quella che ora sta facendo il remake di Final fantasy VII ed il cerchio si chiude.
6)
Einhander: per rappresentare la stagione d'oro di Squaresoft su PSX non scelgo uno dei tanti giochi di ruolo, ma uno spratautto a socrrimento, perché la grandezza di quella Square fu poi anche sperimentare e sperimentarsi in generi a lei lontanissimi. Einhander non ha la profondità e la pulizia dei coevi pesi massimi Cave, 8ing o Treasure, ma vince con una messa in scena FENOMENALE che fonde estetica, musiche e progressione in maniera inarrivabile per chiunque in quella fase storica. E' forma che si fa sostanza, a partire dalla copertina che cita i Faust sino ad arrivare alla spettacolarità mozzafiato dei set pieces passando per un sistema di armamento decisamente più complesso ed articolato della media, nemici ideati in maniera brillante e funzionale allo sfruttamento delle possibilità di attacco\difesa concesse e una colonna sonora fra Trance e Progressive che lascia a bocca aperta.
7)
Kaze no Klonoa - Door to Phantomile: la Namco che non ti aspetti e che ti scodella un gioco di piattaforme con elementi da rompicapo nel quale l'enigmistica ambientale nasce da un level design sopraffino, equilibratissimo pur essendo stracarico di trovate brillanti ed interessanti. E poi una direzione artistica davvero fuori paramentro ed una giocabilità che non perde un colpo. Dura poco ma non spreca nemmeno un secondo.
Tekken 3: il vertice della saga su PSX, per spettacolarità tecnico-estetica, quantità e qualità di contenuti (con tanto di modalità a scorrimento), cura, bilanciamento e rifinitura del sistema di combattimento. Quando uscì faceva tremare i polsi per quanto era bello.
9)
Metal Gear Solid: nonostante tanti limiti (una trama decisamente banale, tonnellate di dialoghi enfatici ma puerili ed una linearità abbastanza snervante su tutti) e nonostante per molti versi uscì già vecchio, fu un gioco simbolo per forza iconografica e consapevolezza tecnico-ludica. Molto più interattivo e flessibile di quanto non possa sembrare ad una prima analisi, è invecchiato meno e meglio di parecchi suoi seguiti diretti...
10)
Ace Combat 3: Electrasphere: il culto assoluto, uno spratutto aereo con elementi simulativi di grande qualità ma con una modalità "storia" lunga, articolata e molto ricca, è il canto del cigno di quella Namco che non sbagliava un colpo, con quell'estetica hi-tech stilosissima, quelle musica Dance e post Dance degne delle più avanzate produzioni delperiodo ed una cura generale impeccabile. Da recuperare in versione giapponese (tradotta di recente) perché quella occidentale sega via buona parte della modalità in singolo.