Post interessante,
@Il Gladiatore, magari pure attualissimo rispetto ai risultati degli odierni Game Awards, di sicuro è un post che spiega alla perfezione la tua posizione (che avevi già espresso in vari topic ma qui più chiara ed esaustiva che mai) sulla tua posizione sull'argomento e sul rapportarsi di fattore ludico, narrazione e tipo di narrazione e quanto si adatti al medium videogioco e quanto ad altri medium.
I ND hanno sicuramente dei meriti notevoli, hanno influenzato, hanno nel bene e nel male definito ed affinato iun loro stile che piace a molti/moltissimi e sono degli sviluppatori talentuosi.
Ma quei loro risultati di critica e pubblico puntano ad ottenerli con un mix di gameplay (perlopiù molto solido, forse un pò derivativo ma amche con qualche idea personale) e narrazione (che punta molto alla 'pancia' dell'utente, non vanno di astrattismi ma mettono (più o meno bene, in base ai gusti variabili di noi) delle emozioni viscerali, paura, affetto, sentimento, rapporto familiare, e finanche bugie come in Tlou (che di per sè ha una trama davvero semplice, quasi banale, e la differenza di qualità spesso viene attribuita ai rapporti fra i personaggi, ai loro sguardi e così via).
Insomma è quel mix a funzionare bene per molti, mentre altri videogiochi magari hanno una profondità maggiore (penso alla profondità di un Vanquish che però si avvale di un immsginario folle e non realistico cosicchè amche il gameplay possa esprimersi ai suoi massimi) ma in definitiva non hanno quel mix che genera forte appeal e presa sul pubblico.
Io da sempre sono stato nel mezzo delle due 'posizioni', ma da un pò di tempo a questa parte e grazie a videogiochi come Sekiro o From Software (ma non solo, amche l'aver finalmente riscoperto tutta la ludoteca Nintendo per quel che ho potuto) sto realizzando pian piano che l'aspetto ludico è quello che mi lascia di più a livello di gioco e di esperienza: una bella storia, ore di filmati posso apprezzarli da morire sul momento ma col tempo svaniscono, mentre un'emozione che nasce da un momento ludico forte (uno scontro intenso e davvero tesissimo ad esempio) tende a rimanere meglio, almeno vale per me e adesso.
Insomma, non smetterò di acquistare titoli con lunghi filmati e momenti narrativi non interattivi, e probabilmente non smetterò di apprezzarli (anche solo per un fatto di varietà di ciò che giochiamo: io sono dell'idea che serva un pò di tutto e penso che esistano generi e tipi particolari di esperienza anche adatti a precisi momenti/fasi della nostra vita da videogiocatori che cambia in continuazione) ma nel tempo forse in me qualcosa sta cambiando, è come osservare uno stesso oggetto na da un'altra prospettiva, un'altra angolazione, e rendersi conto che cambiando angolazione l'oggetto appare talvolta più bello, di sicuro differente.