Vedo con mestizia che qui ci si genuflette ancora alle bimbominkiate di Kojima e non si osanna la migliore serie sci-fi di sempre.
By the way, La terza stagione è ancora più complessa, stratificata e densa delle prime due. Pure troppo, per certi versi, con tutti i personaggi che saltano avanti e indietro nel tempo e nello spazio per cercare per "salvare" qualcuno e irrimediabilmente peggiorano la situazione. In questo Dark mi ricorda un po' Full Metal Alchemist, coi fratelli Elric che per cercare di far rivivere la madre perdono quasi tutto e incasinano il mondo. Insomma, la morale della storia secondo me è: a un certo punto, lascia perdere. Jantje Friese ha dimostrato di essere dotata di un talento fuori dal comune nel pensare e scrivere una storia che poteva scadere nel patetico, grottesco o risibile ad ogni snodo narrativo e che invece arriva in porto senza problemi. Tutte e tre le stagioni sono a loro modo eccezionali, anche se la mia preferita resta la prima, in quanto quell’alone di mistero che la caratterizza va fatalmente a perdersi nella seconda (dove i viaggi nel tempo sono la norma) e nella terza (dove domina il concetto di multiverso). Il gioco degli opposti (buoni/cattivi, bianco/nero, vita/morte) è trattato come meglio non si potrebbe e la riflessione sull’ambiguità del Destino e del Tempo è sempre affascinante. Baran bo Odar registicamente ha fatto un lavoro sontuoso, ma tutti i valori produttivi sono eccelsi, il cast fantastico, davvero tutto oltre ogni più rosea aspettativa. L’ultimo colpo di genio (un dettaglio, ma l’ho trovato gustosissimo) è l’aver risposto praticamente a tutti i quesiti tranne quello più banale, evidente e bizzarro che attraversa indenne tutte e tre e le stagioni. Applausi a tutti.