Avverto sentori di filmone.
Sentori poi confermati alla visione, con dei distinguo.
Se considerato come un monumento a Phoenix, è perfetto; ma non andiamo al cinema per un monumento statico, andiamo al cinema per entrare in una macchina del tempo e dimenticarci per un paio d'ore che esiste un mondo, là fuori. Un tempo che, sfruttato bene, può riuscire a creare anche un mondo, lì dentro.
Ecco, vado direttamente all'unica critica che mi sento di fare.
Il problema di questo film è che non c'è alcun mondo.
Joker è il protagonista, la sua ombra è l'ambientazione, ma non c'è un vero antagonista. Nessun personaggio, nessun ideale, nessuna contrapposizione. Al massimo, ma si tratta di un'azione estranea alla pellicola, sarà lo spettatore a completare l'opera, riequilibrandola con le proprie interpretazioni e proiezioni.
Obiezione: questo, per un'opera d'arte, è un non-problema. Però in un film dove l'elemento di intrattenimento è sbandierato fin dalla locandina, la mancanza di un equilibrio delle parti è svantaggioso. Lo è perché non stiamo vedendo un Fast&Furios - dignitosissimo, nel suo genere -, ma stiamo vedendo un dramma umano, del tutto possibile nonché credibile, filtrato dall'impianto scenico della finzione. In altri termini, non si tratta di un'opera d'arte aperta o provocatoria; si tratta invece di una mancanza strutturale, tanto più sentita quanto più si cerchi un messaggio.
C'è, in questo film, la volontà di esprimere un'idea forte?
Come spettatori, avvertiamo una presa di posizione della regia?
Tenendo presente che anche un'approccio documentaristico è un punto di vista, scorgiamo un tentativo di mostrarci una storia, magari lontana dalle nostre quotidianità ma comunque degna di interesse?
A mio parere, questo film pecca sul tema portante.
C'è Joker, certo. Un magnifico, vivido, sensuale, totalizzante Joker. Ci sono delle inquadrature da poster istantaneo. C'è una colonna sonora eccellente. C'è un uso smodato ma sapientissimo di citazioni e omaggi. C'è, soprattutto, un monumentale Joaquin Phoenix. C'è tantissimo mestiere: è un film che trabocca di dedizione. E noi, come spettatori, non possiamo che compiacercene.
Eppure, nonostante tutto ciò, dopo aver fatto i complimenti a tutti i lavoranti, dubito questa opera supererà la prova del tempo. Molto probabilmente farà vincere un Oscar a Phoenix, e sarà un premio meritatissimo; ma a noi, cosa lascia?
Un rinnovo delle polemiche sulla facilità di accesso alle armi?
Un affresco su una condizione sociale disagiata?
Una storia meritevole di interesse?
Per quanto ci pensi, non trovo attrattive degne di essere ricordate.
Durante la visione, non ho potuto che rimanere coinvolto dalla suberba qualità formale.
A mente fredda, non posso che trascriverne l'inconsistenza narrativa.
Ozioso.
Perfetto.