Autore Topic: Ferrari  (Letto 20529 volte)

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Offline Sandman

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Ferrari
« il: 17 Feb 2003, 23:25 »
Qualcuno che l'ha visto mi dica cosa ne pensa...io dopo aver visto entrambe le parti non so che dire...e non e' ne' una frase ad effetto ne' una battuta.
Alessandro "Sandman" Casini
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Offline Janus

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Ferrari
« Risposta #1 il: 17 Feb 2003, 23:39 »
No non l'ho visto.
Meritava?

Offline Sandman

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Ferrari
« Risposta #2 il: 17 Feb 2003, 23:41 »
Citazione da: "Janus"
No non l'ho visto.
Meritava?


Secondo me meritava moltissimo. Non era un film dello standard televisivo...se escludiamo il problema della lunghezza avrebbe meritato il cinema da come e' girato.
Alessandro "Sandman" Casini
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Offline Kikujiro

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Ferrari
« Risposta #3 il: 18 Feb 2003, 00:01 »
A me è piaciuto veramente molto. Un film raccontato benissimo e decisamente piacevole da seguire, stupendo il pezzo di Jill Villeneuve.

Offline Amrod Tinúviel [maxam]

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Ferrari
« Risposta #4 il: 18 Feb 2003, 09:49 »
Tecnicamente era effettivamente bel fatto. Belli i costumi, belle le riprese, fantastiche le macchine (chissa dove sono riusciti andare a scovare la T2 di Villneuve), ma..

..ma la sceneggiatura non sta proprio in piedi, è a dir poco penosa.

Con tutto ciò che ha fatto il Drake, ciò che è stato, i campioni che ha conosciuto, la storia s'è ridotta ad una prima puntata sostanzialmente dedicata all'analisi del suo rapporto con l'amante e ad una seconda puntata dedicata (per una buona ora) alla malattia del figlio Dino.

Ora, va bene che queste cose lo avranno segnato, ma con tutto quello che c'era da raccontare si sono soffermati troppo su aspetti patetici. Non per ninete il filo conduttore della storia sono le sue disgrazie: la morte del padre, poi quella del fratello, poi quelle del figlio, poi quella del suo migliore amico, poi quella della moglie...eccheccasso! Era una fiction o un funerale?  :roll:

La mia idea è che sia stato sceneggiato su misura per far piangere le casalinghe con il solito sentimentalismo da quattro soldi...

La storia avrebbe dovuto raccontare gli aspetti piu "tecnici" della vita di Ferrari invece ci sono dei buchi mostruosi nella narrazione, che salta da un'evento ad un'altro senza alcun collegamento logico di continuità.

E poi dai, ma quanto è patetica la storia della Morte sotto forma di giornalista che lo va a intervistare per capire se era pentito o meno del male che aveva fatto? MADDDAAAIII......

Insomma, buona realizzazione tecnica ma una pessima sceneggiatura che ne inficia il valore globale.
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Offline Sandman

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Ferrari
« Risposta #5 il: 18 Feb 2003, 10:16 »
Spiacente, a me interessano le storie di persone. Ho milioni di modi per avere notizie tecniche sulle cose piu' impensabili; detto per inciso per me il mondo e' sempre troppo piccolo. A me e' piaciuta la storia di un uomo e quanto effettivamente gli e' costato il suo sogno...mi e' piaciuta la storia di una persona controversa sotto tutti i punti di vista, di un uomo reso solo dal proprio sogno. Sceneggiatura penosa? Strano veramente che abbia trovato il discorso del motoscafo e la nave estremamente interessante e applicabile a un sacco di altre branche...ma si sa...io del mondo capisco poco :)
Tra l'altro non hai capito che il "giornalista" non e' che il suo sogno che e' l'unica cosa rimastagli e che lo mette faccia a faccia con se stesso alla fine della sua vita. E mentre la sua storia finisce li' il sogno continua ad andare avanti voltandosi verso il suo creatore. Si, decisamente una sceneggiatura ridicola :)
Seriamente mi ha stancato questo atteggiamento nel considerare patetico tutto cio' che e' sentimento e riflessione...spesso ho l'impressione che si preferisca la gente che va' contro un muro dritta sparata senza rimpianti o riflessioni...chissa'...forse si vorrebbe non essere patetici, si vorrebbe essere d'acciaio o specifici...contare solo sulla tecnica e sui numeri. Non e' cosi', le persone vivono di rimpianti, sono patetiche a volte, ma senza tali caratteristiche non sarebbero persone. Pertanto trovo patetico rinnegare l'umanita' in questo senso. Insisto, Ferrari e' un ottimo film, lo difendo a spada tratta.
Alessandro "Sandman" Casini
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Offline Amrod Tinúviel [maxam]

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Ferrari
« Risposta #6 il: 18 Feb 2003, 11:12 »
Come disse Ferrari durante l'intrevista:
Cosa ne sappiamo noi dei suoi rimorsi?
Chi può sapere gli scrupoli che si è fatto o non si è fatto?

Le persone di successo fanno cio che fanno con cinismo perchè è nel loro animo , nel loro DNA.

Una persona libera ha, in genere, sempre decisini da prendere che hanno un costo per se e per la propria famiglia. E' questa la lezione che ci vuole dare il film?

Allora ce la poteva dare anche la vita di Vito Catozzo.

Non si può utilizzare la vita di Ferrari, uno dei più brillanti imprenditori e innovatori del nostro secolo, l'unico italiano che è riuscito a creare un marchio sinonimo di alta tecnologia in tutto il mondo, come pretesto per giustifiare una storia che tratta temi comuni a tutti gli esseri umani, trattati in modo pittosto banale, imho.

Quando mi richiamo al tecnicismo, non intendo dire che voglio sapere se il primo motore che ha costruito era un 6 o un 8 cilindri, semplicemente mi sarebbe piaciuto conoscere rapporto che aveva coi suoi piloti (bellissima quella del secondo in più) e con l'ambiente e i personaggi della formula uno, la sua battaglia con gli avversari di sempre, eccetera. Invece il tutto si è trasformato nella solita telenovela strappalacrime, sentimentalotta e buonista da quattro soldi.

Ah, detto per inciso, io penso che quelle persone, persone di grande successo intendo, scrupoli non se ne fanno proprio per raggiungere i loro obiettivi pur e ben sapendo quali sono le conseguenze. Il fatto che in qualche modo se ne ravvedano (sempre che il loro egoismo glielo permetta) quando viene la loro ora non li rende affatto più umani e il tentativo di farli apparire sotto una luce differente mi sembra un'operazione molto ipocrita e se vogliamo un po ruffiana.

Altra piccola cosa: sarebbe una "storia di uomini" quella che ci tritura le balle per una buona ora a proposito della malattia del figlio? Allora io dovrei scrivere un libro a proposito della sclerosi a placche della mia amica morta ventisettenne di scelrosi multipla l'anno scorso? Oppure fare un film sull'aneurisma che ha stroncato il mio amico venticinquenne quest'state? Oppure ancora una trasmissione sul mio amico morto di leucemia fulminante a trent'anni?

It's life, e penso che Ferrari non fosse cosi ipocrita da pensarla diveramente. Il resto sono speculazioni.
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Offline Sandman

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Ferrari
« Risposta #7 il: 18 Feb 2003, 11:38 »
Citazione da: "Amrod Tinúviel [maxam
"]
Ah, detto per inciso, io penso che quelle persone, persone di grande successo intendo, scrupoli non se ne fanno proprio per raggiungere i loro obiettivi pur e ben sapendo quali sono le conseguenze.


Interessante, quanti ne hai conosciuti?
Con quanti hai parlato? Quanti ti hanno detto cosa ne pensavano in merito?
Sono curioso.
Speculazioni? Si chiama fiction proprio per questo.
Se non ti piace la morte abituatici, fa parte della vita e di morte ne vedrai veramente tanta da qui alla fine. Non puoi quindi pensare di rendere la vita di una persona senza rappresentarne le tanti morti che la scandiscono. Non penso che la vita di Ferrari fosse stata un granche' sinceramente...pensare che una persona per quanto famosa e ricca non provi dolore per le proprie perdite e' alquanto discutibile. Non e' stato neanche molto fortunato; che il primo figlio avesse la distrofia muscolare non se lo sono inventato, che il padre fosse morto quando era piccolo idem, che il fratello fosse morto nella Prima Guerra Mondiale pure, che avesse vissuto una storia d'amore con un'altra donna distruggendo quella con la moglie idem di nuovo ecc ecc. Del resto possiamo ignorare tutte queste cose in virtu' del fatto che gli uomini di successo non hanno l'anima, ma del resto quella ce l'ha solo l'Amiga :)
Poi suppongo che quando il suo progettista si e' suicidato non abbia versato una lacrima e si sia dedicato agli affari, dopotutto per un uomo di successo lavorare per una vita con una persona non e' niente e poi chi se ne frega se un pilota muore? Ce ne sono tanti altri e gli uomini di successo a queste cose non ci pensano affatto. Si, proprio una scelta registica sbagliata, doveva capirlo che raccontare le cose era patetico...la gente non vuole questo perche' sa che un uomo di successo anche a fronte dell'estinzione planetaria non avrebbe ne' preoccupazioni ne' rimorsi. Meglio cancellare tutto, parliamo di macchine, motori e finanza perche' non possiamo ridurre la vita di un uomo di successo alle sue tragedie personali; sarebbe patetico. E comunque signor Ferrari e' anche colpa sua, la sua vita e' troppo tragica, non e' una storia vendibile...e poi chi ci crede che lei ha mai versato una lacrima quando era in vita? Lei e' (anzi era...mi dimentico sempre che lei e' morto) un uomo di successo e gli uomini di successo sono duri e spietati e a noi non importa di lei come persona perche' non ha un'anima, a noi interessa solo quello che ha inventato perche' le persone sono irrilevanti rispetto agli oggetti che creano.
Alessandro "Sandman" Casini
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Offline Amrod Tinúviel [maxam]

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Ferrari
« Risposta #8 il: 18 Feb 2003, 12:08 »
Mmm, vabbè, a parte la tua ironia da romanzo d'appendice  :lol:

Non sto affatto contestando i fatti raccontati, anche perchè non ho conoscenze sufficienti.

Quello che invece vorrei sottolineare è la sproporzione nel trattare certi temi rispetto ad altri. Se è giusto parlare dei momenti poco positivi, quando non tragici, della vita di una persona trovo sbagliato renderi il fio conduttore. Perche di questo si è trattato.

E alla fine qual'è il succco del della storia? Che anche un grande uomo ha dei rimpianti? Quindi che anche i ricchi piangono?

Non tutto è patetico, per carità. La sua sfida alla paura nel voler imitare Nuvolari, i suoi consigli poco sportivi, la sua paura della morte quando non riesce a farla finita insieme al figlio, la scena del motoscafo e della nave, il mitico secondo in piu a giro per tenere sotto pressione i propri piloti...ecco queste sono cose che regalano un'immagine vera dell'uomo Ferrari, delle sue debolezze, della sua forza e della sua ipocrisia e che, in fondo, ci raccontano come e perchè è diventato grande.

Purtroppo è stato speso più tempo per descriverci temi non banali, ma comuni a tutti noi, che quindi non aggiungono nulla ad una storia per forza di cose speciale.

PS: Io ne ho viste di cose.... [cit] :shock:

PSS: E' un caso di omonimia o sei il redattore di NG?
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Offline Sandman

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Ferrari
« Risposta #9 il: 18 Feb 2003, 12:21 »
Citazione da: "Amrod Tinúviel [maxam
"]

E alla fine qual'è il succco del della storia? Che anche un grande uomo ha dei rimpianti? Quindi che anche i ricchi piangono?



No, che dietro a ogni mito c'e' un uomo con il male che si porta dentro. Penso che sarebbe stato facile definire Ferrari per i suoi successi, ma, al contrario si e' voluto delinearlo per i suoi fallimenti. I ricchi piangono? Chi se ne frega delle categorie. L'interpretazione di Enzo Ferrari e' di un uomo negativo, di un uomo che non sa trattare con le persone, di un presuntuoso che pero' non riusciva a porsi in un'ottica critica per quanto cercasse di farlo. Di un padre che non c'era e che non riusciva a conciliare il lavoro con i propri cari. Il gesto finale della moglie in punto di morte e' un gesto di rabbia verso un marito che non le ha mai dato la felicita'. E' quindi un uomo solo con i suoi mali, posto di fronte ad uno specchio in cui ha visto i successi e gli insuccessi, ma alla fine puo' dire di non aver mai tradito il suo sogno e di aver creato qualcosa che per molti significa di piu' di una macchina o di un semplice motore. Tutto questo ha un prezzo pero'. Non ho provato mai pena per Enzo Ferrari durante il film; ho odiato quella figura piu' volte per il modo in cui continuava a infliggere dolore agli altri e per la sua incapacita' di comunicare. "Se un uomo non mostra emozioni non vuol dire che non ne abbia" dice all'inizio, ma il non aver mostrato per tempo le sue emozioni alle persone che ha amato e' la sua colpa...e' significativa la frase ripetuta "non lasciarmi". O ancora quando il suo alter ego gli dice "lei non ama essere abbandonato; le persone preferisce sbatterle fuori". Cosi' come l'ho odiato ho anche apprezzato la forza d'animo nell'andare avanti fino alla fine e la caparbieta' con cui ha realizzato la sua azienda o il modo in cui ha formato il gruppo attraendo i suoi elementi con la sicurezza che, in un modo o nell'altro, "qualcosa ci inventiamo". Ho apprezzato il non voler cedere mai alla mediocrita' a ogni costo, ma soprattutto il momento in cui finalmente riesce a fare autocritica e solo allora puo' guardare serenamente nei suoi ricordi. E' una persona sfaccettata e controversa quindi. Non ci trovo molto di scontato, semmai una formula scontata sarebbe stata il documentario, ma dei documentari ne faccio volentieri a meno. Sinceramente sono questi temi comuni a tutti noi che mi interessano; le persone che sono nei libri di storia non sono marziani visto che il noi e' riferito appunto alle persone...agli esseri umani. Cmq non e' un'omonimia.
Alessandro "Sandman" Casini
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Online atchoo

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Ferrari
« Risposta #10 il: 18 Feb 2003, 12:52 »
A me non è dispiaciuto... Credo, nonostante la qualità, che non fosse una produzione adatta al cinema perchè mi è sembrato, in alcuni punti, un po' scollegato, scelta dovuta senz'altro ad accorciamenti in sede di montaggio... Figuriamoci se fosse stato ancora più corto!

Offline il drugo

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Ferrari
« Risposta #11 il: 18 Feb 2003, 13:51 »
Direi che come Fiction è riuscita piuttosto bene.
Max non era un documentario sportivo percui era giusto e necessario contrapporre i successi con i tanti fallimenti della sua vita, mixando lavoro, amori, dolori e affetti.
Lui era una persona piena di se, uno che non si girava mai indietro e camminava diritto per la sua strada "calpestando" le persone che lo circondavano, fregandosene di tutto e di tutti solo per rincorrere il suo sogno e le sue idee.
Ma forse alla fine, come il film ci ha mostrato, anche lui si è girato ed ha guardato attentamente indietro....!!
b]Ciao Il Drugo.[/b]
 

Offline Amrod Tinúviel [maxam]

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Ferrari
« Risposta #12 il: 18 Feb 2003, 14:43 »
Vabbè si vede che non mi so spiegare...  :roll:

Ripeto il concetto: ho detto già prima che quando intendo "tecnico" mi riferisco ad una narrazione più legata alle vicende di Ferrari in quanto tale, non a Ferrari in quanto uomo con i suoi problemi (uguali a quelli di tanta altra gente).

Ripeto: si è dato troppo peso a eventi che meriatavano una trattazione più vieloce, invece di approfondire temi che invece sono stati appena accennati o addirittura saltati a piè pari.

La paura della guerra l'abbiamo risolta con una martellata, la malattia del figlio (cosa ben più comune, se vogliamo) ci ha triturato i cojones per quasi tutta la seconda puntata.

La vicenda Alfa Romeo è stata liquidata in 3 minuti (idem la trattativa con Ford) e ciò che ha portato Ferrari nell'orbita Fiat e i suoi rapporti con l'Avvocato. manco sono stati toccati. In compenso ci siamo sorbiti tutta la storia dell'amante.

Forse perchè sono cose che toccano il cuore delle casalinghe, invece a loro del rapporto con Fiat frega'n cazzo?

Piccolo inciso: se volete ve ne porto un pulman (anzi due) di persone che hanno problemi con la moglie e i figli, che hanno problemi di comunicabilità e "caplestano le persone che li circondano", ma non hanno una storia unica, nel bene e nel male, da raccontare come quella di Ferrari.  :wink:
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Offline Darkside

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Ferrari
« Risposta #13 il: 18 Feb 2003, 14:49 »
ho visto qualche spezzone e la cosa che ho pensato subito è stata:"ma è modenese quell'accento?" :lol:

Offline Sandman

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Ferrari
« Risposta #14 il: 18 Feb 2003, 15:12 »
Citazione da: "Amrod Tinúviel [maxam
"]Forse perchè sono cose che toccano il cuore delle casalinghe, invece a loro del rapporto con Fiat frega'n cazzo?

Piccolo inciso: se volete ve ne porto un pulman (anzi due) di persone che hanno problemi con la moglie e i figli, che hanno problemi di comunicabilità e "caplestano le persone che li circondano", ma non hanno una storia unica, nel bene e nel male, da raccontare come quella di Ferrari.  :wink:


Ma si, mandiamo in maloro l'80% delle storie di persone, non e' un problema dai. E poi tutte le persone sono uguali, quindi se mi guardo Philadelphia non ha senso perche' mi porti una camionata di persone malate di AIDS e cosi' via  :lol:
Ma perche' non segare tutto il cinema italiano sui rapporti umani che e' una delle cose migliori del nostro cinema anche se, purtroppo e' di nicchia?
Ripeto, a me interessa la persona, le notizie le trovo dove voglio. Non ho bisogno di nessuna fiction per trovare notizie su quello che voglio, ma un'interpretazione di una persona non la trovo ne' in un documentario ne' in un bignami. Se ci fossero errori veri e propri ti darei ragione, ma si tira via in alcuni punti e comunque il film e' di per se piuttosto lungo.
Peraltro dubito che una qualsiasi casalinga abbia il benche' minimo interesse a guardare un film sulla vita di Enzo Ferrari. E' talmente fuori dal target che mi meraviglia che possa venire in mente a qualcuno.
Alessandro "Sandman" Casini
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