Allora, bitches, vi educo un po’.
Partiamo dal presupposto che LA è uno dei miei giochi preferiti di sempre e che sono talebanamente agguerrito quando se ne parla. Non so quanti 11enni italiani potessero avere LA nell’estate 1993; per quanto ne so potrei benissimo essere stato l’unico. Fatto sta che finii il gioco tutto da solo perché non esistevano guide ed ero appunto l’unico essere umano di mia conoscenza ad averlo, l’esperienza è impressa a fuoco nei miei ricordi e ancora oggi se voglio rigiocarci uso la versione originale in giallo e verde invece della DX tutta colorata. Insomma, se pensate d’amare questo gioco più di me, ripensateci.
Ieri notte ho giocato il remake fino al sesto dungeon (e sono stato lento perché il remake ha qualcosina nuova rispetto all’originale).
Diciamo subito che i cali di framerate ci sono, sono ben evidenti, e sono addirittura paurosi proprio all’inizio del gioco, quando la world map viene caricata per la prima volta ed esploriamo il villaggio iniziale. Una brutta prima impressione. Poi tutto migliora, ma il primo quarto d’ora fa temere un disastro. Tenete presente che io gioco da scheda*: voci di corridoio dicono che la versione download da SD giri meglio e ancora meglio se installata sulla memoria interna, ma vanno prese con le molle.
*La limited è proprio carina ma le limited Wii e WiiU avevano scatole di cartone più spesso e robusto.
La grafica invece è un vero bijou: in fotografia, specie nel reveal iniziale, mi faceva un po’ ribrezzo ma dal vivo ogni dubbio viene spazzato via. È uno spettacolo, molto espressiva nonostante la semplicità.
Anche la musica funziona bene. Ho particolarmente apprezzato quella del quarto dungeon, un remake azzeccatissimo. La musica del gioco GB era molto, molto upbeat e francamente per l’overworld e per i Monti Tal Tal avrei apprezzato arrangiamenti più energici (anche rock nel secondo caso), ma c’è poco da lagnarsi nel complesso.
Si è puntato molto al remake 1:1. Anche in italiano (che su GB non c’era) è possibile capire che i dialoghi originali sono stati mantenuti intatti al 95% e anche più. Però alcune piccole novità ci sono. Sono stati aggiunti parecchi pezzi di cuore (se non ho contato male, alla fine saranno 40 contro i 12 dell’originale!) anche se alcuni sono stati posizionati un po’ pigramente. C’è il tanto strombazzato minigioco dei dungeon fai da te, ovviamente, ma anche i minigiochi già presenti su GB hanno ricevuto degli upgrade.
Il gameplay invece NON ha tutto da insegnare all’originale. Chiaramente non c’è gioco poligonale che possa competere con un gioco sprite-based in quanto a precisione pixellimetrica di movimenti e collisioni; qui, a soffrirne è soprattutto il salto (e fa apprezzare, una volta di più, l’intelligenza di Nintendo nel non mettere un pulsante di salto libero in uno Zelda 3D fino a BOTW). Nel gioco GB il salto permetteva acrobazie e piccoli skip che sono del tutto impossibili nel remake (o almeno li considero tali finché gli speedrunner non mi daranno prova contraria). Il remake è più rigido nei movimenti, senza dubbio; e questo per me è il suo problema principale, perché fino a oggi ho sempre considerato LA migliore di ALTTP proprio in virtù del gameplay più fluido, frenetico, divertente. In ALTTP Link sembra costantemente correre su un tapis roulant che lo spinge in direzione opposta, la spada ha lunghezza diversa a seconda della direzione in cui guardiamo, il gioco ha un attrito che invece in LA scompariva, offrendoci lo Zelda 2D più fluido di tutti i tempi.
Il remake - vuoi per il framerate, vuoi per le collisioni, vuoi per una velocità di movimento un po’ meno “imbizzarrita” - perde questa caratteristica, e allora il confronto con ALTTP lo potrebbe vedere anche sconfitto, perché perdendosi quella libertà di gameplay vengono inevitabilmente a galla la ridotta espansione della mappa e la maggiore semplicità dei dungeon. La nuova world map, tutta interconnessa invece di quella “a scacchiera” dell’originale, contribuisce a questa sensazione e rivela sfacciatamente la natura di “fratello minore di ALTTP” che LA finora aveva potuto rinnegare perché, per un gioco GB, era semplicemente un miracolo (e, come detto, più divertente da giocare ed esplorare). Vero, la world map di ALTTP contiene un sacco di fuffa e in alcuni casi fa infuriare per quanto è diluita e ridondante, mentre LA è il classico gioco portatile di vecchia concezione, concentratissimo di contenuti in ogni sua parte per sfruttare ogni KB di memoria; tuttavia, nel 2019 è probabile che i neofiti del gioco possano pensare “è tutto qui?”. E sappiate che ammettere e scrivere tutto questo mi fa un po’ male e se potessi mi metterei qualche giorno in malattia per lesa maestà.
Leggiucchiando qualche commento su internet, comunque, trovo qualche verginello di LA che rimane bloccato, e allora forse il gioco non è proprio la bazzecola che si potrebbe temere leggendo quanto ho scritto sopra, quindi sarà interessante vedere le impressioni di chi non lo conosceva.
A proposito della world map: il fatto che ora sia tutta un’unica mappa invece di una griglia di schermate separate ha permesso di aggiungere qualche utile scorciatoia qui e là, e il sistema di teleport è stato rivisto e migliorato per facilitare l’esplorazione.
È bello? Sì.
È divertente. Sì.
È lo Zelda 2D più unico, bizzarro, esilarante e inaspettato di sempre? Sì.
Diventerà il vostro Zelda 2D preferito? Be’, per il giocatore che non è cresciuto col NES la scelta si riduce a LA, ALTTP e a Link Between Worlds, quindi nella vostra top 3 ci entrerà in ogni caso.