Michael Pena vince il premio prezzemolino: su Netflix è ovunque.
Bel film ma ha senso solo perchè c'è Clint dietro e soprattutto davanti alla macchina da presa, senza di lui sarebbe stato più banalotto (come quello di Redford, carino ma nulla più).
E quindi ti ritrovi a vedere Earl ma pensi a Clint, a cosa è cambiato in otto anni: rimasto granitico, ma ha perso il grugno e la carica negativa di Kowalski (e dei precedenti), fa quasi tenerezza.
A 90 anni smetti di essere incazzato col mondo, non ne vale più la pena.
Il resto del film, dalle vicende ai personaggi non risulta molto approfondito, ma non conta più di tanto, ti basta lui, la sua faccia.
E alla fine ti commuovi non per il film, ma perchè ti rendi conto che ti mancherà.
The man, the legend, Kratos Clint.