Secondo me la chiave di volta del discorso in riferimento a Valhalla consiste nel riconoscere che questo sia l'AC di nuovo corso che recuperi maggiormente i contenuti e le dinamiche del periodo AC1 - AC Syndacate.
Laddove Bayek e Kassandra erano due schegge di movimento e versatilità, Eivor somiglia più all'Ezio Auditore di concezione rinascimentale che s'arrampica con lentezza e fatica, recuperando un po' il level design della Roma dei tempi che furono. Meno sporgenze, comprensione di componenti legate alla strada da interpretare e alla sua percorribilità, design verticale che davvero mancava da più di un lustro alla serie. E' volutamente più articolato, meticoloso e il giocatore si muove con circospezione curiosa. Bene.
Anche la ricerca di cofanetti e risorse è legato alla risoluzione di microenigmistica come nella Parigi di Unity e Costantinopoli, a cui si lega anche il percorso delle parti più "antiche" e misteriose come nel vecchio corso.
Anche la questione del territorio e del controllo rimanda più ad AC Syndacate, unitamente alla gestione della base che invece è mutuata sia da questo che da AC3. Per non parlare poi della natura dei collezionabili, chi se le ricordava più le pagine svolazzanti di qualche documento? Conquista del territorio e alleaze = quello che rendeva AC vecchia maniera una droga tagliata male.
Insomma, è un gioco che strizza l'occhio all'appassionato storico, provando a unire le novità geografiche di Origins e Odyssey. Quanto poi ci riesca è tutto da stabilire, dopo diverse ore di gioco non ho ancora un'idea chiara del combat. Sulla carta prova a sostanziare Origins con pesantezza, lentezza e comandi da action game ma di fatto molto viene nullificato dall'intelligenza artificiale ai minimi storici. Poi le razzie non aiutano, perché nella foga di rendere l'idea di assedio tutto si diluisce in schermaglie poco nobili e confusionarie.
Però di per sé è davvero migliorato, quindi, appunto, contraddittorio. Vedremo.
Il mondo di gioco è di un bellezza commovente, un tale gusto nell'affrescare spazi, panorami e fotografia che davvero, non ha precedenti nel franchise. Se non fosse per un certo anacronismo di ritorno l'accosterei alla pittura fiamminga rimaneggiata con colori ancora più vibranti:
E un plauso anche alla periodizzazione considerata, vichinghi + medioevo arturiano, che si sposa con la dimensione immaginifica di AC in modo eccellente e coglie davvero nel momento principale questa civiltà (la saga dei figli di Ragnarr e Re Alfredo), però ho qualche rimostranza sulla parte vichinga, fin qui geograficamente trascurata e non a fuoco. Non vorrei si ripetesse l'errore di Origins.
Il gioco poi è lungo ma soprattutto denso di cose da fare, in quel circolo poco virtuoso ma calamitante di esplorazione, conquista e controllo del territorio che tanto sarà sempre l'oppio di questa saga.
Insomma, dopo tante ore un gioco interlocutorio, che oscilla tra la palma di migliore focalizzazione del franchise e un titolo dalle profonde contraddizioni.
A 60 fps è TOTALE.