Game of the Year:1. God of WarSono stato indecisissimo fino alla fine tra lui e MHW, alla fine scelgo GOW al primo posto perché nonostante abbia un problema più o meno rilevante in ogni comparto (bilanciamento e incoerenze hitstun per il combat, interconnessioni del mondo che a tratti rendono un parto il backtrack da completismo, boss battles pochine e a tratti meh, la storia che è carina ma ad una certa Atreus da di matto-rinsavisce in uno dei passaggi evolutivi peggio scritti di sempre) alla fine riesce...
No, come non detto... Mentre ne scrivevo ho cambiato idea.
autotwistato da me stesso...
1. Monster Hunter World
G-A-M-E-P-L-A-Y e VIDEOGIOCO at its finest.
Davvero, ero perplesso di fronte all'idea di premiarlo perché mi rendo conto che la sua struttura peculiare, apparentemente, a metà tra il peggio dell'arcaico e il peggio del moderno coop-grind-game, unita alla cornice narrativa pretestuosa e insulsa, non lo rendono un titolo incondizionatamente raccomandabile a tutti.
Eppure sono poche le volte che non mi abbia divertito. GoW quando mi rompeva il cazzo, semplicemente mi rompeva il cazzo. Questo quand'anche mi propone la fetch raccolta funghi più insulsa del pianeta, trova sempre il modo di distrarmi e farmi giocare con altro.
Il coniugio combat+elementi rpg è un orologio svizzero e di una profondità soverchiante... Penso di avere appena leccato l'involucro (non vi sorprendete se il prossimo anno sarà in My 2019).
Per il resto MHW non inscena mondi grandi, eppure ogni mappa è un piccolo grande gioiello dove map design, interazioni ambientali previste e distribuzione fauna e risorse, predispongono qualcosa di vivo, sistemico, coerente e sempre dannatamente funzionale alla lotta.
MHW non racconta grandi storie, ma è un generatore di aneddoti che scansati. E no, non parliamo di salvare randomicamente un povero stronzo, dopo aver cavalcato per minuti in lembi di mappa in cui potevi sì e no fare cosine, parliamo di viverne che danno addosso ad altre viverne, di fughe improvvisate creando dighe, di roba che si intreccia ad altra roba, che si intreccia ad alta roba, lasciandoci sempre un margine di manovra ludico che non è il momentino di interazioncina gimmick. No.
Potrei scriverne per ore, senza comunque rendergli adeguatamente giustizia. Magari un'altra volta.
In assenza di un premio "miglior gameplay" (non finirò mai di criticare questa scelta, come se agli oscar non avessero il premio miglior regia) il mio GOTY va a lui.
2. God of War
Ecco... Tornando a GoW, davvero, quelle imperfezioni, piuttosto che farmici tornare per un'altra o altre 2 run, mi fanno sedere ad aspettare il sequel che ne fixi gli spigoli.
Ciò non toglie che Santa Monica sia riuscita ad inventarsi un combat system nuovo di zecca (sì, qualcuno ci vedrà cosine di God Hand, altri di RE4, altri di Dark Sector, ma oh, nel discorso di insieme, questo batte una strada nuova e sua), profondo, sebbene i difetti di cui dicevo tendano ad appiattirne lo svolgimento, e assuefante sotto il profilo tattile-estetico-sonoro.
Non toglie che siano riusciti a reinventare l'action-adventure 3D quando nessuno sembrava più essere in grado di proporne.
Sul serio, in 'sta gen, che abbiamo avuto a parte Bloodborne e, il per me backlog, Darksiders 3?
Badate, non dico sia bello solo perché di 'sta roba non ne fa più nessuno. Lo reputo bello perché ha mestiere e personalità ludica. Quest'ultima caratteristica è sempre un po' mancata al vecchio corso della saga, la quale ha avuto i suoi picchi ma 1) non si è mai spinta a tanto, 2) è sempre stata un po' il collage di versioni minorate di altri giochi. Un po' il cugino pezzente di DMC, un po' il cugino di quinto grado disadattato di Tomb Raider e Prince of Persia, ecc.
Davvero, una delle operazioni di reinvenzione più belle che io ricordi assieme a RE4 e BOTW. Con ingranaggi un po più raffinati il parallelismo sarebbe stato ancor meno inappropriato. Hype per il sequel!
3. Red Dead Redemption 2
Come gioco in senso stretto è una chiavica. Davvero, game design confuso, mission design che pure la Ubi di Far Cry 3 ne riderebbe, elementi da gioco di ruolo ora limitati, ora comportanti dissonanze ludonarrative non indifferenti. E mille altre cose che ci siamo detti e ridetti nel thread dedicato.
Però, nella sua sgraziata composizione, sa accendere un fuoco che rapisce il giocatore, ora scalda il cuore, ora si fa scostante, ora vorresti semplicemente mandarlo affanculo. Però ci stai dentro, ci giochi poco, ma lo vivi, entra sottopelle, affascina, trasporta.
Ecco, RDR2 non è un gran videogioco, e secondo me non è neppure un esempio così smagliante di narrativa a mezzo videogioco. Semmai, è una strana commistione che riesce a trasportare in maniera trascinante e convincente il giocatore in un'altra dimensione. E per me il vg è anche questo.
Rockstar, you did your worst, you tried your best, now it's time to rest.
Sì, insomma, il mio podio è il videogioco da una parte, l'esperienza emotiva dall'altro, e GOW nel mezzo.
The Good, The Bad, and the BOOOOY
My 2018The Witcher 3: Hearts of StoneRoba che non ci si crede. Un esempio di come la sudditanza verso altri media (nel caso di HoS la letteratura) non si traduca per forza in una mortificazione del gameplay. HoS propone una sfida ringalluzzita, boss che tornano a spremere le meccaniche e nel roleplay, suo punto di raccordo tra giocato in senso stretto e narrato, fa gli straordinari con il solito choice and consequence raffinato e la sapiente alternanza tra goliardia, epicità e dramma. Best villain e best anti-eroe della saga a mani bassi (almeno fino a Blood and Wine, che ancora devo giocare).
Minchia oh, in Rockstar mi scazzano la cronologia eventi col finale del chapter 5, con solo un paio di fili narrativi da dover gestire. I Polacchi riescono a dispensare coerenza persino mentre son presi a fare i giocolieri col butterfly effect.
Miglior comparto videoRed Dead Redemption 2Servono spiegazioni? Non evidenzierei nulla che non sia stato già celebrato dai più.
Miglior comparto audioRed Dead Redemption 2Soundtrack, sound design e doppiaggio di un altro pianeta.
Miglior multiplayerGiocato pochissimo MHW e Smash in multi, e zero altro. Per quest'anno passo.
Miglior storia/narrazioneThe MessengerLa miglior narrazione videoludica, IMHO, è quella che non patisce sudditanza da altri media.
The Messenger, sfondando con consapevolezza e tanta autoironia la quarta parete, ci racconta l'evoluzione del platform d'azione, nelle sue varie incarnazioni strutturali, giocando di meccaniche e ribaltamenti di level design, sonoro e grafica come un prestigiatore sempre capace di tenere in scacco il pubblico coi suoi mille numeri.
Lo avrei dato a RDR2 se avesse avuto meno filler e se non si fosse schiantato sul cruciale passaggio del coniugio narrazione/interazione al momento di intavolare roleplay e relative scelte.
Ad onor di cronaca preciso che non ho giocato Obra Dinn e Kingdome Come Deliverance, entrambi con del bel potenziale per quanto ho annusato.
Miglior personaggioSadie AdlerImpeccabile. Arthur fantastico fintanto non palesa la schizofrenia che si ravvisa tipicamente nel gioco che mette, in parte, la penna in mano al giocatore senza saper coniugare roleplay e fili narrativi.
Miglior IndieThe MessangerPlatform d'azione sopraffino. Sinergia tra level design, meccaniche di base e traversal da battimano infinito.
Sorpresa dell’annoThe MessengerPerché un ninja gaiden nes 4, peraltro così evoluto rispetto al materiale di ispirazione non me lo aspettavo.
Perché non è solamente quello, è una summa di un certo modo di fare platform d'azione.
Perché è un gioco di sorprendere il giocatore rovesciandone le aspettative con mestiere e la giusta autoironia, cambiando registro a più riprese.
The Messenger:
I almost at the top... My journey is almost overShopkeeper:
clearly you haven't watched the trailerDelusione dell’anno:Red Dead Redemption 2A momenti non entrava nel mio podio talmente la sua noncuranza della dimensione ludica in senso stretto mi ha indispettito. Resta il rammarico perché con tutto quello che di buono fa su vari fronti, fosse stato anche solo un quinto di MGSV, sarebbe stato tutt'altro godere.
Fa incazzare il doppio, perché dei mezzi per ricamare del buon videogiocare il prodotto li offre pure, ma poi non ci costruisce una mazza attorno e addirittura castra quelle componenti (un esempio su tutti: l'IA fa belle cose improvvisate in open world, in missione invece viene rimpiazzata da routine da shooting gallery e impaccio generale).