Game of the Year1. GOD OF WAR Santa Monica matura sul piano dell’estetica, dello stile, della narrazione e nella comprensione della natura ludica del videogioco e confeziona un titolo paradigmatico per quello che riguarda l’interpolazione tra interattività, spazio immaginifico, sperimentazione registica e desiderio di raccontare una storia semplice ma efficace. Il risultato è sorprendente, un titolo completo, quadrato, dotato di ottima e progressiva giocabilità, capace di sospendere il giocatore in una dimensione mitizzante di dèi ed eroi alle prese con un destino karmico. Un gioco pensato per quei giocatori che, avendo lasciato un Kratos belligerante ed esplosivo, sono maturati con lui e magari lo accompagnano a loro volta con un figlio reale che si contrappone al “BOY”, in questo viaggio iniziatico verso la verità. Davvero un ottimo esempio di “videogioco” nel senso classico e nobile del termine.
2. MONSTER HUNTER WORLD Capcom confeziona un gioco antico e anacronistico nel suo darsi e piuttosto esigente in termini di impegno. MHW è lento e graduale, richiede scrupolo e attenzione ma restituisce anche tanto, in un modo ormai desueto nel mondo dei videogiochi. Forte di una tradizione consolidata e perfezionata nel tempo, il sistema di combattimento e il gameplay che ne scaturisce sono da manuale, nulla che s’improvvisi o si crei dal nulla. Esemplare apicale di impegno e divertimento, MHW possiede anche il pregio della totale personalizzazione dell’esperienza, nei tempi e nei modi, sostanziando infinite possibilità di approccio e decine e decine di viaggi sempre vari e diversi. Può accadere di tutto in quel mondo, perché nulla è stato deciso. La libertà espressiva fatta videogioco.
3. ASSASSIN’S CREED ODYSSEY Ho sempre sostenuto che la qualità intrinseca di un AC non può prescindere dall’incontro tra la sua offerta e la dimensione soggettiva. Odyssey è il gioco di una vita per chi ama determinati periodi della storia e la mitologia, un titolo che permette al giocatore di esplorare il mondo ellenico all’epoca della sua massima espansione, con la possibilità di puntare la prua dove si vuole in un mare Egeo così ben realizzato da valere il prezzo del biglietto. Ma ACOD è qualcosa di più, un’immersione in una mentalità diversa e in un mondo fatto di dèi, guerra e varia umanità che richiede pazienza, abnegazione e un po’ di amore per sorvolare su difetti vari.
MENZIONE D’ONORE: ci sono andati vicinissimi
SPIDER-MAN, OCTOPATH TRAVELER e
DRAGON QUEST XI.
My 20181.
HOLLOW KNIGHT. Senza troppi commenti.
Miglior comparto video
RED DEAD REDEMPTION 2: nuova pietra di paragone per quanto riguarda realizzazione tecnica, stile, gusto e visualizzazione di mondi digitali. Questo gioco è davvero incredibile in questo senso: pazzesca la fisica, eccellenti i particolari, incredibile la resa di agenti atmosferici e natura in genere. Guadare un fiumicciattolo in RDR2 significa assistere a uno spettacolo meraviglioso di agenti e reagenti, con cavalli animati alla perfezione e del tutto credibili. Con una direzione artistica senza precedenti.
La vera pietra di paragone tecnica che esula dalla forza brutta, l’industria dovrà fare i conti con questo gioco.
MENZIONE D’ONORE: Beh,
GOD OF WAR. Anche se, con 60 fps e direzione artistica deliziosa, anche
SHADOW OF THE TOMB RAIDER avrebbe meritato.
Miglior comparto audioRED DEAD REDEMPTION 2: La colonna sonora è ricca di pezzi cantati ed eseguiti in modo magistrale, si sa. Oltre a questo, il gioco punteggia la solitudine del west e la bellezza della natura con punteggiature e sottolineature che si armonizzano con il silenzio. Come filosofia musicale e approccio ricorda molto Zelda BotW. Poi, nel concetto di comparto audio è da considerare anche il doppiaggio, che in questo titolo raggiunge una qualità magistrale.
MENZIONE D’ONORE: SUPER SMASH BROS. ULTIMATE, un piacere da ascoltare.
Miglior multiplayerSUPER SMASH BROS. ULTIMATE: nulla da aggiungere rispetto a quello che ci si aspetterebbe. Nel corso dell’ultimo mese è stato fisso a casa mia tra gente che venderebbe la madre per un +1 nel conteggio delle vittorie.
MENZIONE D’ONORE: SOULCALIBUR VI, valido anche se devo approfondire.
Miglior VR ASTRO BOT RESCUE MISSION: un ottimo titolo che diventa stratosferico se utilizzato in questo modo. Additivo, divertente, progressivamente sfidante, una sorta di finestra aperta sul futuro.
Miglior storia/narrazioneOCTOPATH TRAVELER: Il grande pregio delle storie raccontate da OT è dato dalla profonda maturità che è contenuta in esse. Sono narrazioni apparentemente semplici, ma è la dimensioni tipica della favola, che al loro interno nascondono qualcosa da capire e molto da sperimentare. Oltretutto, i diversi personaggi permettono di scacciare la noia.
MENZIONE D’ONORE: GOD OF WAR, soprattutto per il modo continuo e partecipativo di condurre la narrazione.
Miglior personaggioKASSANDRA (AC Odissey): un personaggio che in ambito videoludico risulta semplicemente perfetto. Ben impostato esteticamente, una donna guerriera mascolina ma con un viso dolce ed espressivo e di indubbia presenza fisica. Il personaggio e il ruolo la rendono davvero spassosa da seguire, visto che passa da un atteggiamento cameratesco e piacione a quello di una macchina da guerra letale e minacciosa. Gli scambi verbali, le battute e le espressioni con cui l’hanno caratterizzata restituiscono, alla fine, una figura romanzata in modo credibile e perfettamente coerente con il contesto culturale a cui il gioco fa riferimento.
MENZIONE D’ONORE: SADIE ADLER (RDR2), una donna con le palle in un mondo di gente confusa dalla trama del gioco.
Miglior IndieTHE MESSENGER: pura tradizione arcade distillata in un prodotto completo, sorprendente, capace di cambiare registro più e più volte. E, cosa più importante, un ottimo esemplare di pura giocabilità in ottemperanza alla storia del videogioco. Totale.
MENZIONE D’ONORE: Vorrei dire
CELESTE ma non l’ho giocato.
Sorpresa dell’annoDRAGON QUEST XI: non si tratta tanto di una sorpresa in senso qualitativo, immaginavo potesse essere così. Quello che non potevo sapere e calcolare è il fascino che questo genere di giochi ancora può esercitare su gente di una certa età. Per il mio personalissimo gusto preferisco una struttura così classica, distesa e anche tranquillizzante all’asfissia narrativa di molti prodotti moderni.
MENZIONE D’ONORE: KINGDOM COME DELIVERANCE, il manifesto dell’ortodossia. Bello e spigoloso.
Delusione dell’annoRED DEAD REDEMPTION 2: R* riesce, in modo spettacolare e decisivo, a scrivere il manifesto di quello che NON dovrebbe MAI essere un videogioco. Un titolo incapace di tenere conto di qualsivoglia guadagno concettuale della modernità, totalmente privo di gameplay di qualità, game design, level design, incoerente e incompetente nelle scelte, farraginoso nell’esecuzione, capace di settare nuovi parametri di superficialità e pressappochismo. Vista la tecnica eccezionale sarebbe bastato tramandare la mediocrità ludica di RDR1 oppure di GTAV e portare a casa il risultato ma RDR2 pecca di hybris e in termini di giocabilità quest’anno si fa surclassare anche da Ubisoft, il che è tutto dire…Offensivo e irritante, soprattutto se pensiamo al lungo periodo di gestazione e alle risorse impiegate.