Considerazioni a gioco finito;
Outer Worlds mi è piaciuto abbastanza, senza però essere particolarmente memorabile tranne pochissime eccezioni.
Molte opinioni lette ai tempi gli imputavano di non essere New Vegas, considerato il curriculum di Obsidian, ma in realtà ho trovato molte similitudine tra i due titoli, seppur con un budget ed ambizioni decisamente inferiori, per ovvi motivi.
La possibilità di risolvere molti conflitti senza spargere sangue, la preponderanza data alle abilità "oratorie" e diplomatiche, la quantità di skill-check che prendono in considerazioni come si è deciso di sviluppare il proprio personaggio, l'esistenza di diverse fazioni tra le quali destreggiarsi.
E' tutto molto più modesto, soprattutto quantitativamente parlando, ma il DNA è lì.
Decade però nella mia opinione in due macro-ambiti.
Innanzitutto, il gioco anche ad Hard è troppo facile, superate le prime due-tre ore. Con ciò non intendo che un gioco deve essere difficile, in astratto. Ma il problema è che la maggior parte dei sistemi e delle meccaniche sono rese obsolete da un impianto di gioco che non li mette in condizioni di brillare;
Ci sono le cosiddette Science Weapons, dagli effetti più disparati, anche immaginifici, ma usarle è una perdita di tempo visto che in meno tempo i nemici possono essere annichiliti direttamente da piombo o simili.
C'è un elaborato sistema di punti deboli dei nemici che è possibile sfruttare per infliggergli specifici effetti, ma a cosa serve se questi muoiono in 1 secondo di fuoco sostenuto?
E' possibile abbinare all'aggeggio che si usa per curarsi altri consumabili dai più diversi effetti, ma qui ci si perde nel mare di immondizia che il gioco sparge ovunque, intasando il proprio inventario di decine e decine di tipi di consumabili diversi, spesso con effetti identici. Perché dovrei avere voglia di scorrere tra un centinaio di oggetti diversi per trovare quell'oggetto che potrebbe avere un effetto benefico, se nel mentre il nemico ha tempo di morire 3 volte?
E così via andando. Abilità dei compagni, personalizzazione delle armi, effetti speciali di certe abilità portate a certi livelli, un robusto sistema di "intimidazione" dei nemici. Tutte trovate molto interessanti, ma che il gioco non valorizza mai. Ed è un gran peccato, perché ci sono molte buone idee lì sotto.
Lo stesso problema investe altri aspetti, non puramente sparacchini. Nelle 40 o passa ore che ho impiegato a finire il gioco non ho mai comprato consumabili, oggetti di cura, munizioni. Ancora meno rubato.
Erano possibilità totalmente inutili mentre vado in giro con migliaia di munizioni di ogni tipo, centinaia di consumabili e via dicendo, tutto trovato in giro.
L'altro problema, comunque minore, riguarda non tanto la narrazione, quanto il tono della stessa. L'umorismo di Obsidian è qualcosa che si vedeva anche in New Vegas, ma qui è portato a livelli eccessivi.
Ogni descrizione deve deve essere esagerata per ottenere un effetto comico. I personaggi spesso e volentieri parlano come caricature di un concetto. Anche le quests che si fanno e i "cattivi" che si affrontano sembrano più soggetti di uno scritto satirico che altro.
A dosi moderate non ci sarebbe nulla di male, ma a questi livelli finisce che non riesco a prendere nulla sul serie e che fatico a sviluppare qualsiasi forma di attaccamento emotivo nei confronti di personaggi ed eventi. E questo intacca il mio coinvolgimento, anche quando il gioco vorrebbe che lo fossi.
Suona spesso e volentieri molto falso e poco "umano".
Ultima nota negativa per l'aspetto estetico. L'idea di ambientare il tutto in mondi alieni offre la possibilità di offrire scenari diversi dal solito, ma si scontra con il fatto che spesso e volentieri il gioco soprattutto negli spazi non cittadini si presenta come l'incubo di un impressionista, fatto di macchie indistinte di colori smorti in cui si perdono i profili di vegetazione, rocce e spesso nemici.
Un pò di sobrietà anche qui non avrebbe guastato.
Nonostante tutto ciò, non rimpiango il tempo che vi ho investito.
Il gunplay è piacevole senza essere particolarmente raffinato, in linea con il genere. C'è una discreta varietà di armi, capaci di produrre i più disparati effetti.
Le quests sono generalmente varie, offrendo spesso situazioni diverse tra loro. E nonostante quanto detto sopra, ci sono momenti a volte toccanti.
I compagni di avventure offrono una discreta varietà di personalità, e anche lì dove sembrino spesso semplici archetipi, sono in grado di offrire sorprese.
Ho apprezzato inoltre la libertà operativa che offre il gioco, dando spesso la possibilità di risolvere le missioni, anche quella finale, con metodi anche diversi.
Peccato solo per la mancanza di bilanciamento che impedisce di apprezzare le buone idee che pure ci sono, e per un scrittura che spesso sembra più interessata satireggiare che a raccontare una storia.