E quasi a sorpresa, ho visto consecutivamente la
S01E03 e la
S01E04!
E amisci, che botti, petardi e tricche-tracche, in queste due ore di smacellamento totale!
Oh, intendiamoci: l’inizio della terza puntata avevo l’espressione molto
#meh, per la svolta political-melensa. Ma piano piano, tutto ha prima assunto un senso, poi si è evoluto a velocità warp in un putiferio imprevisto.
Niente male.
E infatti, qualche giorno dopo ho visto la
S01E05 e la
S01E06 (anche detto
finaledistaggione)!
E qui, tutto il castello di carte che avevano costruito, prima esplode, poi implode nuovamente in... Oh, non saprei nemmeno dirlo, guarda. Ma secondo me ci sono due aspetti piuttosto chiari che emergono alla fine di
Bodyguard...
1. Questa serie ha sei episodi. E ogni episodio può essere catalogato in un genere (anche solo leggermente) diverso. Quando ti sembra di capire che strada ha preso la serie, diventa praticamente un altro film, esplorando tutte le varianti del crime, action, thriller, fantapolitico e sarcazzico. Ci manca solo Spock che incontra Hannah Montana, veramente.
2. L’assoluta incapacità di cambiare registro interpretativo del protagonista si riflette sulla serie. Che infatti non riesce mai a cambiare marcia, prendendosi sempre sul serio fortissimo e durissimo. All’inizio ci puoi anche stare, perché vuoi vedere dove va a parare, ma gli ultimi due episodi fanno quasi sorridere in tal senso. Onestamente, a me sembra che il problema primario siano gli attori, mediamente cani. E se volessi aggiungere un dettaglio, parlerei anche della scelta di schierare nel cast tutte le minoranze possibili e immaginabili (mancano gli eschimesi! Chi penserà agli eschimesi?!), in un crogiolo di politicamente corretto che fa quasi ridere. Ma quest’ultimo aspetto è una roba mia, lasciamo perdere.
In definitiva...