Ma già che siamo evochiamo @Ifride che ha detto che è storico dell'arte e sentiamo che ne pensa.
Se gli va.
@J VR Il problema principale quando si guarda a un'opera d'arte contemporanea è che NON bisogna valutarla (nella maggior parte delle volte naturalmente) per il suo valore estetico classico (quello che solitamente va a braccetto con la competenza tecnica dell'artista che la crea).
Questo cambiamento di paradigma, colossale per la concezione che abbiamo dell'arte normalmente intesa avviene nel '900 per vari motivi:
- la volontà di superare i "limiti" ormai della arte figurativa (la rappresentazione dal vero, esempio tipico la pittura rinascimentale);
- la nascita della fotografia che ha forzato questo superamento perchè ormai c'era un mezzo che ricreava 1:1 la realtà (anche lì ci sarebbe poi da discutere perchè dipende dall'uso che ne fa il fotografo/artista, vedere per esempio i lavori di Man Ray).
- la crisi della società sopratutto all'avvento delle tensioni che porteranno alla prima guerra mondiale che hanno fatto nascere esigenze riflessive più "simboliche".
L'arte quindi, sopratutto e inizialmente quella pittorica, incomincia a sperimentare e i risultati saranno il cubismo, dadaismo, etc...e poi le performance, arte povera, etc... (semplifico e sintetizzo i passaggi).
Insomma, è il MESSAGGIO che diventa determinante, non la bravura tecnica nel proporlo (ripeto, arte rinascimentale con Raffaello, Leonardo come esempi per farci capire), quindi, per tornare velocemente (molto) al quesito della banana di Cattelan e alla solita affermazione "pure io lo sapevo fare", la risposta è questa:
ma l'idea che volevi comunicare ti sarebbe venuta anche a te tramite questo oggetto, questa performance? Ecco, immagino che solitamente la risposta sarebbe negativa.
Ora, a questo si aggiungono anche altre motivazioni che fanno di Cattelan, ma in generale degli artisti famosi quello che sono, ed è il mercato dell'arte. Personalmente ritengo l'importanza di questo elemento ormai così enorme che purtroppo spesso si hanno opere nei musei o nelle mostre che in realtà valgono poco come qualità, ma tanto sul mercato, nel senso che così come un prodotto di successo, si vende l'artista rinomato. Tramite delle dinamiche di "vendita" di se stesso e attraverso i "giusti" canali riesce ad assurgere al successo ma solo perchè spinto dalle giuste persone (i mercanti) e delle mode.
La banana quindi, per concludere, di per sè non vale nulla come oggetto (questo l'ha esemplificato benissimo Warhol con ad esempio l'opera sui fagioli Campbell) ma tutto il suo valore sta sia nella mano (non ovviamente e per forza fisica) che l'ha attaccata al museo (Cattelan) e al valore di mercato che quell'artista ha, sia nel significato simbolico che vuole rappresentare (personalmente deboluccio e abbastanza strizzatina d'occhio al clima attuale per ritenerla così rilevante su un piano artistico).