XI, in Occidente
Devil Dice, uno dei giochi a cui ho giocato più a lungo in vita mia. Spiego brevemente: sei un diavoletto che cammina sui dadi, rotolandoli sul piano di gioco. E devi creare gruppi di dadi adiacenti con stesso numero (da due 2 a sei 6) per farli scomparire.
Diabolico, dovete credermi.
La dinamica di
XI era virtualmente perfetta, perché la regola era rigida, ma si prestava a mille declinazioni. Potevi giocare in modalità
Battaglia a tempo, con più diavoletti che puntavano al punteggio migliore. Oppure alla modalità
Puzzle, in cui liberare il piano con un numero di mosse.
Due opposti, eppure funzionavano entrambi perfettamente.
A fine anni 90,
Devil Dice mi stregò quando, conclusa la modalità Puzzle (vado a memoria, occhio!), scoprii che proseguiva con un milione di livelli generati... Boh! Casualmente? O dal demonio stesso?
Quanti ne ho completati? Credo 990mila, perché non l’ho mai finito, ma ancora oggi la “
sensazione” di giocare a
XI me la ricordo. Quando un gioco vi ha segnato, ve la ricordate, la “
sensazione”.
Non so se oggi su schermo sia ancora presentabile, ma come gioco è IMHO il miglior puzzle di sempre. E chi non lo gioca si merita i dadi deodoranti di
Parappa The Rapper.