Il punto, per quanto mi riguarda, è un altro. E riguarda non solo i videogiochi. Ovvero, che oggi può accadere che la rappresentazione di una figura femminile più "moderna" non sia onesta. Perché non c’è uno scrittore dietro, ma un PR. Non c'è una volontà narrativa, ma altro.
Insomma, è il videogioco che viene trascinato nel vortice del #meetoo. Quello lo trovo insopportabile. Ma per il resto ben vengano oneste figure femminili di qualsiasi genere, dallo stereotipo di Dead or Alive all’eccesso di Bayonetta, fino a quella bruttona della protagonista di First Light.
Qui si apre un altro filone della discussione che rimanda poi a quello che dicevo nella parte finale del mio post.
Ci ripensavo proprio ieri quando è venuta fuori la notizia delle riprese televisive dei mondiali sugli spalti da vietare in caso di belle fanciulle. Fanciulle che, immagino, proprio perché avvenenti e proprio perché all'interno di una vetrina planetaria come quella di un simile evento sportivo, abbiano come scopo e come personale gratificazione proprio quella di farsi ammirare.
A me piace che si facciano vedere, lo trovo un bellissimo spettacolo generalmente non volgare e sottolinea la straordinarietà dell'evento. Bellissime donne che possono permettersi di farlo.
Perché è sessista allora? Probabilmente perché una buona percentuale di pubblico, sia maschile che femminile, vede, in una figura procace e vestita in modo succinto, una "troia". Lo pensa e censura dentro di sé questo comportamento. Il #metoo si pasce di queste proiezioni mentali. Ma se non riesce la società civile a parlare e a disquisire della cosa, come potranno i videogiochi?
E questo (parlando genericamente ovvio) proviene da secoli e secoli di colpevolizzazione della figura della donna in contesti sociali e religiosi, soprattutto in merito a libertà personali. Sembra che una donna non possa esibire se stessa e bearsi del suo aspetto e sembra ancora che essa non possa godere di alcune prerogative legate alla soddisfazione personale e sessuale.
L'uomo che desideri sesso lo fa per naturale disposizione.
La donna che desideri sesso è paragonata ad una zoccola. O, nella migliore delle ipotesi, una ninfomane il cui comportamento è da stigmatizzare.
Il problema è che poi, alla conta delle cose, fenomeni diversi si accavallano per diventare poi inestricabili.
Il produttore di un film prova a sedurre una bella attrice. Questa resiste. Il produttore le dice che non avrà la parte in un film se non accetterà di fare sesso con lei. Lei accetta e fa sesso con lui, è un loro segreto, avrà la parte e la cosa finisce lì.
Quel "lei accetta" nella mentalità comune si trasforma in "era d'accordo". No, non era d'accordo e la tardiva denuncia ha senso, ma ormai è impossibile ricostruire la verità.
Ma questo come si accorda con le decine e decine di donne che deliberatamente e colpevolmente utilizzano il proprio corpo per ottenere lo scopo che si sono prefissate? E che ricorrono alla menzogna qualora non vedano corrisposte le proprie ambizioni?
E in questo discorso come innestare la violenza di genere?
Il videogioco si occuperà di questo? Io non credo, al massimo in qualche linea narrativa scadente di David Cage oppure in qualche cutscene simpatica di GTA in cui si fa ironia caustica sulla cosa. Ma in un contesto in cui anche una tetta mostrata può essere un problema tutto questo verrebbe comunque usato per quel #metoo che paventi. Forse Silenti Hill è riuscito a mostrare metaforicamente tutto ciò ma ecco, serve la forma del mascheramento.
Io ho già trovato strumentale la scena lesbo del trailer di The Last of Us 2, in quella forma e in quel modo. Non so, a me i tempi non sembrano maturi e il contesto inadeguato.
Molto meglio i seni sballonzolanti di Dead or Alive, fanno meno danni.