Vediamo un po'.
Il film Black Panther è considerato un'autentica icona per le persone dalla pelle nera, al punto che chiunque dica sinceramente "a me non sembra così trascendentale" viene prima interrogato sul colore della sua pelle, e poi comunque giudicato in modi non simpatici.
Se qualcuno dice "ma la rappresentazione di Wakanda non è particolarmente immaginifica e non è originale come società futuristica", gli si risponde: "Non era compito del film raffigurare una società futuristica originale. E stai cercando di sminuire il film perché sei un razzista di merda, fiocco di neve".
Eppure si pretende che sia compito dei game designer maschi, bianchi ed eterosessuali dare una rappresentazione globale, imparziale e ben fatta di ambo i sessi e di tutte le razze all'interno dei videogiochi. Perché costoro sono la maggioranza dei game designer.
Tuttavia, c'è un consiglio (generalmente ragionevole) che dice: "scrivi di/fai un film su/occupati di ciò che conosci". È ampiamente accettato che un gioco come il nuovo God of War rappresenti Kratos - precedentemente un sociopatico figlio di puttana, chiaramente parodistico, che ammazza tutto ciò che lo saluta amichevolmente - come un padre, perché i game designer dell'epoca precedente sono invecchiati, maturati, e diventati genitori a loro volta. Il gioco è dunque un riflesso della loro nuova esperienza di vita.
Giustamente, si fa notare che non ci sono molti VG che rappresentano il ruolo della madre perché non ci sono molte madri che hanno un ruolo di punta nello sviluppo dei VG.
Ma allora, di nuovo: come si può pretendere che un uomo bianco eterosessuale rappresenti in modo assolutamente adeguato e coerente, senza alcuna proiezione personale, e che soddisfi il pubblico "di riferimento", la vita, i pensieri, il comportamento, di un uomo di colore o di una donna di qualsiasi colore? Non è la sua esperienza personale. Non è la sua aspettativa, il suo desiderio, la sua fantasia. Se è il suo desiderio o la sua fantasia, lo rappresenterà in modo goffo o ridicolo, perché non ne ha esperienza. Finché la tua fantasia è Kratos, Marcus Fenix o Lara Croft, il cui fisico e le cui imprese non hanno granché di reale, ci si può passare sopra come "power/sexual fantasy del maschio bianco". Ma anche questo prodotto, oggi, non è più visto di buon occhio (eufemismo).
Miyamoto, da giovane, faceva giochi che riflettevano le sue esperienze di bambino: esplorava le caverne, e allora fece Zelda. Da uomo più maturo, dedito al giardinaggio, fece Pikmin. Ma Miyamoto ha fatto giochi basati sulle sue esperienze, fantasie, aspettative. Invece sui forum (occidentali) ci si straccia le vesti perché non ci sono personaggi di colore nel roster di Mario Kart o di Smash.
La risposta adeguata, e realistica, sarebbe: se volete un gioco così e cosà, fatevelo voi. Ma raramente accade.
Sarà perché Silicon Valley, le case di sviluppo, i grandi publisher, hanno quote ridotte di neri/asiatici/donne? E quelle quote ridotte sono dovute a un bias di selezione? Oppure, magari, queste persone sono una minoranza nel mercato dei VG perché una minore proporzione di loro è interessata a fare videogiochi?
Le donne sono davvero interessate a fare giochi sulla maternità e con personaggi femminili, oppure sono più orientate a fare giochi con estetiche, tematiche e gameplay tipo Shovel Knight, Ori, ecc? O magari, all'interno delle case di sviluppo e di publishing, preferiscono occupare ruoli amministrativi e di dirigenza, piuttosto che prendere parte in prima persona al game design?
I neri e gli asiatici sono interessati a fare giochi sulla società asiatica (anche, indubbiamente: Yakuza, Persona, ecc), oppure hanno certe esperienze, proiezioni e fantasie che li portano verso VG con protagonista un personaggio bianco (vedi il sopraccitato Suda)?
Perché il punto è che ci si aspetta che i maschi bianchi eterosessuali si occupino della "rappresentazione" di gente a cui magari, nella realtà, interessa relativamente poco fare giochi in cui tale "rappresentazione" venga fatta da chi ne ha un'esperienza diretta.
Poi si può anche obiettare: ma donne e persone di colore, a causa di sessismo e razzismo, non hanno molta rappresentanza e potere decisionale nello sviluppo dei VG.
Perfetto. Ma allora, la soluzione è aumentare la quota di persone reali all'interno del processo di sviluppo, prima di aumentare le quote rosa/PoC/LGBTQ+ all'interno dei VG. Altrimenti, molti tentativi, fatti più o meno in buona fede, sembreranno forzati, posticci e paraculo, specialmente se sbandierati prima di qualsiasi elemento relativo al gameplay. La politica nei VG va bene, ma non dovrebbe venire prima dei VG stessi che la contengono. E lo vediamo, inevitabilmente, quando il personaggio nero/donna/gay non viene rappresentato "come dovrebbe", e allora gli sviluppatori si trovano a sbagliare in ogni caso: se non mettono il personaggio sono dei razzisti/sessisti di merda che non rispettano le minoranze, e se lo mettono ma (comprensibilmente) non lo azzeccano in pieno, sono dei razzisti/sessisti di merda che non capiscono un cazzo delle minoranze oppresse e non dovrebbero mettersi a fare personaggi che non sono in grado di fare.
La débacle pubblicitaria intorno a Tomb Raider 2013 fu abbastanza emblematica: prima la famosa battuta "you'll want to protect Lara", che rimbalza ancora oggi; poi il personaggio in sé, una ragazzina piagnucolosa nelle cutscene ma killer micidiale durante il gioco; sexy, forse troppo, forse troppo poco, comunque non nel modo "giusto" e fuori contesto. Tutti scontenti, comunque.