Dopo aver camminato sui muri che Spider-Man mi spiccia casa, ho finito
Neverout, un gioco di trovare l’uscita
indercubo.
Nato per la realtà virtuale, con la presumibile idea di farvi vomitare l’anima,
Neverout è diventato un puzzle per
Switch niente male. Il concept è elementare: sei all’interno di un cubo 6x6 e devi cadere nella botola d’uscita. Fine.
L’elemento chiave, qui, è che puoi camminare sui muri. Ma anche sulle strutture che si trovano nei vari livelli. Inoltre, quando cambi orientamento la gravità ti segue, con ovvie ripercussioni sugli elementi mobili dello scenario. O su dove puoi cadere tu. Pheego, no?
E quindi, dicevamo, ci sono i blocchi mobili (che possono anche caderti in testa), i teletrasporti, gli spuntoni, le calamite e via dicendo. Oltre, ovviamente, al pericolo maggiore: perdere l’orientamento non appena sali su un muro.
Oltre sessanta livelli, tre ore di gioco massimo. Arrivato alla fine dei primi venti, comincia a sembrarti complicato, ma poi stranamente scorre via semplice. In parte perché hai afferrato come funziona, in parte perché non si mette mai a trollarti.
Devo dire che mi ha intrattenuto come speravo. Sotto i dieci euro, se il genere aggrada, gli darei 1,5 possibilità.
Mio voto: 7,5