Più che altro adesso parliamo proprio di un'altra SIE/SCE, quella a trazione occidentale.
Ai tempi PS3 credo che Sony tenesse per sé la salsa segreta, in modo che i first party avessero una marcia in più, in accordo con la filosofia secretista giapponese, dove addirittura i vari reparti di una stessa compagnia non dividevano le tecnologie sviluppate per orgoglio e gelosia. Una cacata, ovviamente.
Zìzì, nel computo ci mettevo pure questo.
Ora, in realtà, pur pucciando saltuariamente lo sguardo, queste nuove console le ho cominciate a seguicchiare in concomitanza con l'annuncio delle rispettive spec e poi ho smesso. Mi basta sapere che sono adeguatamente potenti, sensibili a certe dinamiche [basso input lag, 120Hz e refresh rate variabile] e che PS5 potrebbe portare a qualche figata verso cui sono tremendamente curioso. Stop.
Anche perché tutto 'sto battage non è neanche divertente, è lontano anni luce dal carnevale di matte risate che ha preceduto la generazione attuale, coi memi e le .gif su Don Mattrick, Wii U alla finestra, nVidia e il sale e un CEO Kaz Hirai on fire.
Per cui non ne so un cazzo.
Ma nel mio cazzo presumo che l'eventuale particolarità di PlayStation 5, pagato eventualmente il dazio di un periodo di adeguamento che va però inquadrato in un contesto di sviluppo nettamente più friendly come quello verso cui è protesa la Sony attuale, in realtà sia indirizzata a semplificarla, la vita alle software house.