Disgustorama.
http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,181108,00.htmlI servizi segreti Usa: non c'erano armi letali in Iraq
Un rapporto stilato dagli 007 americani nel settembre del 2002 esclude che l'Iraq stesse costruendo armi distruttive e che avesse intenzione di farlo. Monta la polemica.
"Blair fece pressioni per il dossier armi letali"
WASHINGTON ? L?Iraq non stava costruendo armi di distruzione di massa nel settembre 2002. Il principale argomento usato da George W. Bush e da Tony Blair per avviare l?attacco contro Baghdad cade clamorosamente di fronte a un rapporto della Defence Intelligence Agency, l?ufficio dei servizi segreti del Dipartimento della Difesa Usa.
?Non ci sono informazioni attendibili che l?Iraq sia producendo e stoccando armi chimiche?, né che abbia intenzione di farlo - si legge nel resoconto, la cui copertina e il cui riassunto è stato reso noto alla stampa -.
Anche negli Stati Uniti, come è avvenuto oggi in Gran Bretagna, è esplosa ormai la polemica sulle armi letali, che i soldati americani non sono riusciti a trovare in Iraq nemmeno dopo aver conquistato il territorio e rovesciato il regime di Saddam Hussein. La Casa Bianca e il segretario alla Difesa Usa Donald Rumsfeld sono ora in forte imbarazzo. Uno dei portavoce di Condoleezza Rice, consigliere per la sicurezza nazionale, minimizza e precisa che non c?è stata alcuna pressione per ottenere dai servizi segreti informazioni in grado di spostare l?opinione pubblica verso il sì alla guerra. ?I rapporti che abbiamo ricevuto corrispondono a quanto sostiene l?insieme della comunità dei nostri servizi segreti, a quanto il presidente ha sempre detto, a quello che pensano i governi stranieri sull?Iraq?, ha detto Mike Anton. Rumsfeld aveva più volte ripetuto prima della campagna militare contro Saddam di essere certo della presenza di armi letali nel Paese, la ?colomba? Colin Powell si era recato all?Onu nei giorni caldi per portare le prove della colpevolezza del regime. Ma ora la montagna di accuse contro il raìs sembra crollare e fare solo una fumata nera.
Anche il premier britannico Tony Blair si trova in difficoltà e la sua leadership potrebbe essere messa in discussione dal partito e dagli elettori se il leader laburista non troverà spiegazioni adeguate alle rivelazioni degli ultimi giorni.