Autore Topic: [Cinema] Chiamami col tuo nome  (Letto 3278 volte)

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Offline Ifride

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[Cinema] Chiamami col tuo nome
« il: 08 Gen 2018, 09:57 »


Scoperto tramite la bellissima canzone di Sufjan Stevens che ha curato la colonna sonora con tre sui pezzi
- qui https://youtu.be/KQT32vW61eI la stessa postata nel topic canzoni con immagini del film - ho scoperto essere stato acclamato unanimemente dalla critica (Fin dalla sua anteprima al Sundance Film Festival, Chiamami col tuo nome è stato molto acclamato dalla critica.[68] Su Rotten Tomatoes, ha ricevuto una recensione positiva dal 97% dei 210 critici del sito, con una votazione media di 8.8 su 10.[69] Su Metacritic, Chiamami col tuo nome ha ricevuto una valutazione di 94 su 100 per quanto riguarda 43 critici, voto che lo definisce un "riconoscimento universale".[70] Ha ricevuto una standing ovation di dieci minuti alla proiezione del New York Film Festival, la più lunga registrata nella storia del festival Fonte wikipedia).

Il regista è l'italiano Luca Guadagnino con interpretazioni con le candidature ai globe appena conclusi senza nessun premio per il miglior film drammatico, il miglior attore in un film drammatico a Timothée Chalamet
e per il miglior attore non protagonista a Armie Hammer.

In italia esce il 25 gennaio. Ispira tantissimo.

"La potenza è nulla senza gameplay"
Prince of Persia the Last Crown.

Offline Ifride

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #1 il: 18 Gen 2018, 16:45 »
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Offline Ifride

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #2 il: 23 Gen 2018, 16:14 »
Il film di Guadagnino ha ottenuto 4 nomination agli oscar: miglior film, miglior attore protagonista, migliore sceneggiatura originale e migliore canzone per Mistery of love del mio amato Sufjan!

http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/01/23/news/oscar_2018_guadagnino_del_toro-187105432/?ref=RHPPRT-BS-I0-C4-P1-S1.4-T1
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Offline The Dude

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #3 il: 24 Gen 2018, 09:36 »
Ad Armie Hammer in questo film hanno dovuto cancellare lo scroto in CG, sapevatelo.

Visti i concorrenti non so se ne vincerà qualcuno, di Oscar. Ma facciamo il tifo.

Offline Giobbi

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #4 il: 24 Gen 2018, 15:01 »
Prima di fare il tifo dovrei vederlo
E boh vista la filmografia sembrano tutti soggetti simili

Online babaz

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #5 il: 24 Gen 2018, 17:37 »
Prima di fare il tifo dovrei vederlo
E boh vista la filmografia sembrano tutti soggetti simili
La filmografia di Guadagnino intendi? Beh, questo é la chiusura di una trilogia ideale. Logico che i soggetti siano simili.

Offline Giobbi

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #6 il: 24 Gen 2018, 17:56 »

Offline Ifride

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Offline Ifride

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #8 il: 04 Feb 2018, 01:51 »
Bellissimo, andate a guardarlo.
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Offline Sol_Badguy

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #9 il: 05 Feb 2018, 14:20 »
Beh, insomma, formalmente curato, ma Guadagnino ha lasciato la personalità a casa... chiusa in un cassetto... di cui ha buttato la chiave.

La regia trasuda calligrafismo verso il B. Bertolucci ultima maniera (da Io Ballo da Sola all''ammanitico' Io e Te) da ogni fotogramma, in maniera svergognata. Considerato che già qualcosa della cifra stilistica del Bernardone nazionale un po' mi allappa (dalla fotografia estetizzate alla rappresentazione generale, talvolta oleografica), rivedere questo approccio in versione derivativa non mi ha certo esaltato.
Lo stesso vale per la resa di situazioni e personaggi, anch'essa gonfia di meme bertolucciani (gruppo 'familiare' allargato, di stampo intellettuale altoborghese semi-eremitico, con composizione internazionale). E se pure questi elementi già li trovavo talvolta troppo marcati e ridondanti in Bertolucci, qui vengono addirittura esaltati tramite la risonanza con richiami a Ivory, che ha griffato la sceneggiatura e fa capolino qua e là tramite momenti à la Camera con Vista.
Il tutto crea un'overdose di déjà-vu quasi opprimente, per quanto è aggressiva e 'saturante'.

Il confronto con l'ideale ispiratore (confronto che uno neanche vorrebbe fare, ma l'esecuzione è così pedante che dovresti lobotomizzarti per frenare i paragoni) non regge, poi, quando si tratta di 'raccontare' e tutta la messa in scena diventa un boomerang che si pianta in fronte a Guadagnino.

Non mi è dispiaciuto il taglio narrativo generale, che in buona parte racconta attraverso uno sguardo esterno, a voler essere arditi, quasi in stile Dogma 95 (apprezzato, in tal senso, anche il fatto che l'80% della colonna sonora d'epoca venga veicolata da 'oggetti di scena' come radio, giradischi, autoradio ecc.). Allo stesso tempo, il non riuscire a reggere questo approccio per tutto il girato (come il dover raccontare 'in chiaro' alcuni pensieri di Elio, per esempio) crea cadute di stile e, soprattutto, un andamento altalenante della narrazione, che a me è risultata incompiuta da ogni punto di vista.
Troppi personaggi accessori (alcuni dei quali troppo grotteschi e caricaturali) e troppi dialoghi didascalici (lo 'spiegone-colpo-di-scena' del padre nel finale è veramente inutile e ridondante) per risultare efficace nel narrare attraverso la 'naturalezza delle cose'.
Allo stesso tempo, troppa poca sostanza nelle interazioni principali e poca cura nel rendere compiuti e tridimensionali i personaggi per risultare efficace nel narrare in maniera più trazionale, per così dire 'sceneggiata'.

Pressoché tutto il buono del film lo regge l'attore di Elio sulle sue spalle, bravissimo, spontaneo, credibile, un giovane mattatore che porta a casa una performance pressoché flawless sino ai titoli di coda (letteralmente). Riesce a comunicare la 'verità' dei passaggi chiave con una naturalezza ammirevole (considerato anche il ruolo tutt'altro che facile), senza scivolare mai.

Secondo me, con la sua carica genuina, salva anche l'onestà intellettuale della pellicola, che oltre al debordare di richiami e rimandi a un certo 'cinema-italiano-che-piace-all'estero', è minata da elementi che  paiono studiati a tavolino per richiamare l'attenzione in USA, dettagli tanto accessori nel contesto filmico-narrativo quanto paraculi nell'ottica di sollazzare l'americano liberal di stampo newyorkese (l'inutile innesto della matrice ebraica su tutti).     

Non brutto, eh, ma piuttosto vuoto manierismo in fin dei conti, e se proprio dobbiamo esportare cinema, preferisco N volte che sia attraverso l'approccio folle-kamikaze-trash-sozzo-ma-vero di un Mainetti di Jeeg. 
I'm having fun...

Offline Ifride

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #10 il: 27 Feb 2018, 17:07 »
https://sentireascoltare.com/news/sufjan-stevens-mystery-of-love-oscar/
Sufjan canterà alla cerimonia degli oscar la bellissima mystery of love!
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Offline Ifride

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #11 il: 05 Mar 2018, 12:27 »
Ecco, rimediamo a questa brutta giornata col la bellezza di Sufjan che canta Mistery of love agli oscar.
https://youtu.be/kgO3TbjFiuY
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Offline Tetsuo

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #12 il: 05 Mar 2018, 18:22 »
È già nella mia playlist Spotify dedicata alle canzoni dei film :yes

Offline Bilbo Baggins

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #13 il: 06 Mar 2018, 12:18 »
Beh, insomma, formalmente curato, ma Guadagnino ha lasciato la personalità a casa... chiusa in un cassetto... di cui ha buttato la chiave.

La regia trasuda calligrafismo verso il B. Bertolucci ultima maniera (da Io Ballo da Sola all''ammanitico' Io e Te) da ogni fotogramma, in maniera svergognata. Considerato che già qualcosa della cifra stilistica del Bernardone nazionale un po' mi allappa (dalla fotografia estetizzate alla rappresentazione generale, talvolta oleografica), rivedere questo approccio in versione derivativa non mi ha certo esaltato.
Lo stesso vale per la resa di situazioni e personaggi, anch'essa gonfia di meme bertolucciani (gruppo 'familiare' allargato, di stampo intellettuale altoborghese semi-eremitico, con composizione internazionale). E se pure questi elementi già li trovavo talvolta troppo marcati e ridondanti in Bertolucci, qui vengono addirittura esaltati tramite la risonanza con richiami a Ivory, che ha griffato la sceneggiatura e fa capolino qua e là tramite momenti à la Camera con Vista.
Il tutto crea un'overdose di déjà-vu quasi opprimente, per quanto è aggressiva e 'saturante'.

Il confronto con l'ideale ispiratore (confronto che uno neanche vorrebbe fare, ma l'esecuzione è così pedante che dovresti lobotomizzarti per frenare i paragoni) non regge, poi, quando si tratta di 'raccontare' e tutta la messa in scena diventa un boomerang che si pianta in fronte a Guadagnino.

Non mi è dispiaciuto il taglio narrativo generale, che in buona parte racconta attraverso uno sguardo esterno, a voler essere arditi, quasi in stile Dogma 95 (apprezzato, in tal senso, anche il fatto che l'80% della colonna sonora d'epoca venga veicolata da 'oggetti di scena' come radio, giradischi, autoradio ecc.). Allo stesso tempo, il non riuscire a reggere questo approccio per tutto il girato (come il dover raccontare 'in chiaro' alcuni pensieri di Elio, per esempio) crea cadute di stile e, soprattutto, un andamento altalenante della narrazione, che a me è risultata incompiuta da ogni punto di vista.
Troppi personaggi accessori (alcuni dei quali troppo grotteschi e caricaturali) e troppi dialoghi didascalici (lo 'spiegone-colpo-di-scena' del padre nel finale è veramente inutile e ridondante) per risultare efficace nel narrare attraverso la 'naturalezza delle cose'.
Allo stesso tempo, troppa poca sostanza nelle interazioni principali e poca cura nel rendere compiuti e tridimensionali i personaggi per risultare efficace nel narrare in maniera più trazionale, per così dire 'sceneggiata'.

Pressoché tutto il buono del film lo regge l'attore di Elio sulle sue spalle, bravissimo, spontaneo, credibile, un giovane mattatore che porta a casa una performance pressoché flawless sino ai titoli di coda (letteralmente). Riesce a comunicare la 'verità' dei passaggi chiave con una naturalezza ammirevole (considerato anche il ruolo tutt'altro che facile), senza scivolare mai.

Secondo me, con la sua carica genuina, salva anche l'onestà intellettuale della pellicola, che oltre al debordare di richiami e rimandi a un certo 'cinema-italiano-che-piace-all'estero', è minata da elementi che  paiono studiati a tavolino per richiamare l'attenzione in USA, dettagli tanto accessori nel contesto filmico-narrativo quanto paraculi nell'ottica di sollazzare l'americano liberal di stampo newyorkese (l'inutile innesto della matrice ebraica su tutti).     

Non brutto, eh, ma piuttosto vuoto manierismo in fin dei conti, e se proprio dobbiamo esportare cinema, preferisco N volte che sia attraverso l'approccio folle-kamikaze-trash-sozzo-ma-vero di un Mainetti di Jeeg.

Pur condividendo alcune tue osservazioni, trovo tu sia troppo, troppo, troppo duro.

ATTENZIONE QUALCHE SPOILERINO

Quello su cui concordo è sicuramente l’ispirazione bertolucciana, peraltro pure ammessa dal regista. Siamo nelle atmosfere di Io Ballo da Sola, pochi cazzi.

Anche lo spiegone paterno finale mi ha fatto storcere un po’ il naso. Non perchè non possa esistere (ovviamente) un genitore comprensivo, benevolo, del tutto a suo agio con l’omosessualità del figlio. Ma moh pure lui con le stesse tendenze? Really? Pare di vedere un film di Ozpetek, dove gira e rigira si ritrovano tutti gay. Francamente mi è sembrata una forzatura.

Epperò questo è un film che sa prendersi i suoi tempi e che racconta una storia di formazione e scoperta (peraltro nemmeno così originale) in maniera davvero eccellente. Il primo incontro, le inziali ritrosie, quasi antipatie, tra i due, l’affiorare dei primi dubbi, della curiosità e del desiderio, i timidi approcci che poi sfociano nell’incontro e nella sublimazioni delle pulsioni sessuali di entrambi. Le oltre due ore sono quasi necessarie per raccontare in maniera convincente e sincera la storia di questo incontro. Mi ha ricordato, in un certo senso, La Vita di Adele.

Applauso alle scenografie, chiaramente, con una ricostruzione certosina di quel periodo che passa attraverso i tanti oggetti di scena recuperati: le auto, i manifesti elettorali, le pubblicità nei bar, i telefoni, le radio, le carrozze ferroviarie. Tutto è studiato nei minimi dettagli per ricreare i primi anni 80. Ricordandoli chiaramente, non ho potuto che apprezzare lo sforzo, tra l’altro nemmeno così esibito. Ogni oggetto è mostrato solo in funzione della storia. Non ci sono citazioni furbe che ammiccano. Tutto è mostrato con naturalezza e non insistenza. Segno di indubbia intelligenza.

Poi ovviamente applauso ai due protagonisti: bravi, credibili, sopratutto il ragazzino francese.

Alla fine è un film che parte lento, forse un po’ troppo, ma procede in crescendo e, almeno personalmente, non annoia davvero mai, anche grazie al finale, amaro ma non banale, seppure prevedibile. Pur trattandosi di due film diversissimi, dico che mi è piaciuto molto più della Forma dell’Acqua. Sicuramente mi ha lasciato molto di più.
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Offline MaxxLegend

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Re: [Cinema] Chiamami col tuo nome
« Risposta #14 il: 06 Mar 2018, 20:39 »
Umh.. Non riesco a pensare a nessun film più lontano dai miei gusti.
In genere non mi piacciono i film romantici, tantopiù quelli con risvolti drammatici.
Film a tema gayo (esclusivamente drammatici o al limite commedie) ne ho visti diversi e in genere non mi sono dispiaciuti, ma se unisci tematiche gay+lovestory+dramma per me è tipo la Kryptonite.
Pure Brokeback non lo vidi. Faccio male a non cagarmelo sto film appena premiato?
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