C'è un personaggio in Third Strike che si chiama Oro, è un eremita immortale che usa un braccio solo per contenersi. Per scelta o per un curioso caso del destino, è la rappresentazione di tutto ciò che Third Strike è: distacco al limite dell'apatia (fate il confronto con la festa mondiale che è nello spirito e negli sfondi di molti KOF, e oggi anche in Sf4 e Sf5) nell'autoperfezionamento autistico. Giudica Ryu, il più solipsista e masturbatorio (nella scelta di vita) dei protagonisti della serie, come un allievo promettente e uno stadio precedente della sua crescita, rappresentando quindi un contraltare "positivo" alle promesse di distruzione della via di Akuma.
A quest'apparente o reale mancanza di gioia Street Fighter poi si è sottratto per motivi che i suoi fan conoscono meglio di me.
Qualcuno di noi è d'accordo sul fatto che Sakurai, uno dei migliori game designer della sua generazione, debba ora guardare oltre e molto probabilmente lo farà. Se ha accettato di fare Brawl soprattutto per debiti personali verso Iwata, c'è stato un costo in termini personali non indifferente, visto che il suo è uno dei casi più drammatici ed eclatanti di regista in conflitto con la direzione nella quale i fan volevano portasse la sua opera. Anche qui i fan di Smash potranno non essere poveri di aneddoti...