Autore Topic: TFP Awards 2021 - Risultati  (Letto 7551 volte)

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Offline Il Gladiatore

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #45 il: 31 Gen 2022, 00:25 »
Allora, sono ritagliato un paio d’ore in questa domenica di fine gennaio per gli Awards, non riesco a essere troppo presente forumisticamente parlando a causa di impegni scolastici terrificanti, tracciamento di positivi, quarantene da organizzare e tutte le cose inqualificabili di questo brutto periodo.
Sono d’accordo con @The Metaller, è stato un anno ricchissimo proprio perché libero dal dai tripla A ingombranti. Per carità, sono assolutamente necessari per l’avanzamento del videogioco però questo ha permesso un’esplosione di qualità videoludica e di gameplay davvero notevole, per quanto assolutamente spalmati per piattaforme e generi.
Poi oh, io e @Laxus91 fratelli videoludici, molte corrispondenze!

PARTE PRIMA

Miglior Gioco dell'Anno

1) RETURNAL
Vabbè, ne ho parlato in tutte le salse e in tutti i modi, credo che le qualità del titolo siano ben evidenti e, se incuriositi, conviene farsi un giro nel topic ufficiale e leggersi le opinioni estasiate degli utenti. Volendo dare un’altra prospettiva al fenomeno posso dire che Housemarque ha creato un’opera che:
Si configura quale “neo – classico” del videogioco, un appellativo che si usa con sempre più difficoltà e sempre più di rado a causa della velocità con cui si consumano prodotti videoludici. Eppure loro sono riusciti a creare dal nulla qualcosa di raro e prezioso, qualcosa da accostare a fenomeno più recenti e ugualmente significativi come Sekiro e Breath of the Wild e che, pur col timore reverenziale con cui utilizzo questa parola, permette di associare Returnal al termine di “capolavoro”. Sì, questo gioco lo è, giochi rari e unici che caratterizzano un’epoca.
Returnal è la killer application di Ps5 (esistono ancora @babaz) un gioco che da solo vale il prezzo della console e capace di giustificarne il possesso, ove e quando possibile ovviamente. Il fatto che un simile titolo fosse disponibile a 6 mesi dal lancio della console fa tornare in mente i gloriosi anni in cui ti portavi a casa una console e il gioco perfetto per usufruire al meglio. Davvero ben fatto.
Direttamente collegato a quanto detto sopra e ugualmente importante, una conseguenza fisiologica direi…Così come capita per la letteratura e i suoi classici e similmente al cinema che prevede pellicole fondamentali per comprenderne sviluppi e guadagni, il videogioco ha capisaldi storici e costitutivi che esulano dal gusto sul piano prettamente conoscitivo. La nostra splendida TFP TOP TEN di ogni tempo certifica questo concetto. Nel senso poi, certi titoli possono piacere o non piacere ma vanno giocati. Rispolvero una frase che chiudeva una recensione di Super/Videogiochi (credo) scritta da un recensore (che non mi ricordo chi sia) attribuita a un gioco (che ora mi sfugge), insomma, non mi ricordo niente a parte la sostanza: “Non giocare a Returnal estromette dalla carica di videogiocatore”. Ma questa frase non deve essere vissuta come imposizione ma come lo stimolo ironico a conoscere e sperimentare. Per poi, eventualmente, criticare.

NOTA per @Laxus91 : Returnal, per quanto detto sopra e in virtù della sua superiorità, vincerebbe anche nelle categorie: - Miglior Gameplay dell'anno, Miglior Sistema di Combattimento, Miglior Bilanciamento della Sfida, Miglior Ritmo di Gioco, Miglior Traversal, Miglior Comparto Grafico/Tecnico, Miglior Direzione Artistica, Miglior Ambientazione/Setting, Miglior Comparto Sonoro/Audio Design, Miglior Soundtrack. Miglior Narrazione, Miglior Scrittura, Miglior Personaggio dell'anno.
Cioè, ammazza proprio la classifica. Per questo ho deciso di non votarlo oltre la top 3 (in cui va considerato), troppo schiacciante, sarebbe una lista inutile e ridondante, mantengo solo Miglior Personaggio perché è davvero unico. Per cui metterò come primi quelli che sarebbero stati secondi e bisogna tener conto di quelli.

2) GHOSTS’N GOBLINS RESURRECTIONS
La leggenda ritorna e con essa i giocatori nascosti e resi malinconici dalle icone del nostro passato dimenticate e depresse dalla modernità. Oltretutto in ambito giapponese e anche Capcom, un nome che scuote la letargia di un certo tipo di giocatore. Beh, a ragione, visto il risultato. GNGR si configura come vera e propria accademia del videogioco, non lesina amarezze e crisi di nervi e purifica al calor bianco della sua fiamma di perfette simmetrie esecutive. La sua nuova anima contemporanea lo separa in modo radicale dall’esperienze del passato ma questo non deve rappresentare un problema, anzi è il suo punto di forza. Con livelli da comprendere e interiorizzare, strategie che richiedono lettura della situazione e pensiero agile (anzi, istantaneo), strumenti e oggetti da capitalizzare e sfruttare al meglio beh…GNGR è un trionfo di giocabilità sopra ogni altro aspetto, la testimonianza che la maturità del medium sia strutturalmente connessa alla sua ragion d’essere (il gameplay) e l’occasione per modernizzare un classico attraverso la moderna sensibilità di rapidità e tempo. Giocare a questo gioco significa farsi un favore sul piano della competenza e dell’abilità, scoprendosi migliori grazie a un gioco migliore.
Ehhhhhhhh Capcom, un nome, una (quasi) garanzia di qualità oltre a un mancamento affettivo…

3) METROID DREAD

Oh, beh di cose belle se ne possono dire tante e sono state dette. Dal mio punto di vista, da amante della serie “classica” di Metroid, questo gioco sarebbe potuto essere un azzardo oppure una scommessa vinta, non che avessi molta simpatia per gli sviluppatori poi…Invece è finita bene, non perfettamente ma di sicuro bene.  A parte la difficoltà di prendere in mano un franchise storico ed esigente che già di per sé è una spada di Damocle e quindi ok, però quello che mi ha conquistato del titolo Mercury Steam è l’attenzione particolare alla sfera interattiva/esecutiva/competenza nei controlli che porta il franchise in una dimensione prestazionale che trova naturale compimento in una seconda run atta a rompere la normale liturgia del gioco. Il rammarico viene della dimensione tecnico/artistica, non assente ma neanche all’altezza di un gioco che avrebbe meritato maggiore personalità sul piano stilistico. E’ il dazio da pagare per l’appalto occidentale a quelle che fino a qualche tempo fa erano squisite simmetrie nipponiche. A parte questo, il titolo si contraddistingue per compattezza, un ritmo rapido e scandito, sezioni più libere e altre più ancorate al concetto di trial&error, boss divertenti e tutto formalmente infilato in 10 ore di ludo-godimento. L’avrei preferito un po’ più difficile ma in fondo va bene così.
Un gioco da Switch quando Switch fa lo switch.

Miglior Indie dell'anno

DEATH’S DOOR
Per strappare il premio a Kena c’era proprio da fare i salti mortali e DD li fa davvero. Stile grafico impeccabile e sofisticato, un diorama perfettamente cesellato con effettistica dedicata a sottolineare ogni passaggio. La progressione è di un’eleganza magistrale, a mischiare la dimensione esplorativa di un The Legend of Zelda a un orientamento a vista e a mente (no, niente mappa) che s’interconnette tutto alla stregua di un Dark Souls. Un action rpg semplice, con un combat system non complicato ed estremamente funzionale rispetto al genere di esperienza sospesa e onirica. Death’s Door è un gioco signorile e piacevolmente cervellotico in cui il nuovo si poggia sull’antico e l’antico rifulge di deliziosa luce delle origini. Tostarello ma corretto poi, quel gioco in cui l’attenzione deve essere sempre presente e la noia non affiora. Non che sia direttamente connesso in qualche modo ma a questo vecchio, occasionalmente, ha ricordato il glorioso Arcus  Odyssey per Megadrive.

Onorevolmente sconfitto: Kena, davvero, gran bel gioco e gran bella sorpresa, perdita proprio ai punti.

Miglior Gameplay dell'anno

GHOSTS’N GOBLINS RESURRECTIONS
Forse il premio più importante e, col venir meno del massimo, il riconoscimento è senz’altro suo. In realtà la riflessione procede di pari passo con level e game design, visto che in GNGR questi aspetti sono intrinsecamente legati. Per il resto non c’è nulla che un appassionato già non sappia: preciso come un orologio, rigoroso solo come i giapponesi possono, imperniato sul gameplay come ogni gioco che si rispetti debba fare, uno studio esemplare di possibilità-tempi-modi capace di elevare il giocatore, rigiocabile per meccanica e per vocazione, esigente come si conviene alle esperienze che bruciano la pelle. In un anno votato al gameplay Capcom ci ricorda perché siamo qui, anzi perché siamo rimasti qui, al di là delle mode e dei fraintendimenti del turismo videoludico, quello che pretende di cambiare quello che non si à mai realmente compreso. GNGR è disponibile sempre, per chiunque voglia diventare un giocatore migliore, più forte dei tripla A, più significativo del Game Pass e in barba a chi i giochi li vuole vedere e non giocare, simpaticamente detto. Immergetevi in questa catartica opera di artigianato videoludico.

Onorevolmente sconfitto: Monster Hunter Rise, gioco cassato semplicemente per la supremazia del World di qualche tempo fa però, ecco, sempre, eccelso.


Miglior Sistema di Combattimento

GUILTY GEAR – STRIVE –
Per chi si è consolidato ludicamente negli anni ’90 il picchiaduro a incontri rimarrà sempre L’Arcadia della nostra giovinezza, quel non-luogo dove il tempo è sospeso e l’incertezza non esiste. GGS è l’ultimo esemplare di una gloriosa serie che, tra stile grafico roboante ma curatissimo, colonna sonora immortale e una giocabilità semplice nei fondamentali eppure profondissima per studio e applicazione, offre all’appassionato del genere il pretesto per mettersi ancora in gioco. GGS sovverte ancora le regole interne della serie e introduce la preminenza del ritmo sopra qualsiasi altra caratteristica. Tra tecniche quali burst  (una sorta di turnazione dei colpi), roman cancel (cancel/rallentamento ragionato del tempo di gioco per effetti imprevisti) e il sempreverde counter (con zoomate dedicate), la dialettica degli scontri del titolo Arc System potenzia lo spirito “gatling” tipico dei personaggi con tante, gustose, variazioni. Io ho giocato prevalentemente in locale, da quello che ho potuto capire e vedere l’infrastruttura online non è che fosse impeccabile. Magari adesso è migliorata. In ogni caso, se vi piacciono i picchiaduro a incontri da studiare e approfondire questo è il gioco da avere. In doppio, naturalmente.

Onorevolmente sconfitto: Final fantasy 7 Remake I., l’aspetto migliore del gioco su cui basare altri jrpg di Square-Enix.

Migliori Boss Fights

NO MORE HEROES 3 (spoiler nomi Boss)
Il gioco ha problemi risaputi e il gradimento è davvero roba di accoliti di una setta anni ’90 con il pallino del retrogaming e del rassicurante passato ma, accettato questo, NMH3 può vantare questo piatto forte senza timore. Tra un Mr. Blackhole con il suo mondo alieno, Gold Joe e la psichedelia pura, Black Night Direction di grayfoxxiana memoria, la sexy idol Vanishing, Velvet Chair Girl e Ohma con lo show insensato, l’inquietante Midori, il military mecha Sniping Lee, Sonic Juice e quel che rimane del JRPG, il mefistofelico Henry Coodown e il finale pirotecnico Jess Baptiste- Damon. Già dalla lista si evince il senso e si configura tutta la forza immaginifica di personalità dirompenti, assurde e votate al nonsense totale. Ma, al di là di questo, ogni boss è l’occasione per proporre una meccanica diversa e l’approfondimento del combat system in aspetti progressivamente più specializzati. Come da buona scuola nipponica. Come ci ha abituati Suda. “Gladiator in arena consilium capit”, una volta di più certi giochi di pongono di fronte alla nostra competenza e per fortuna NMH3, pur con tutti i suoi risaputi problemi, si preoccupa di curare ottimamente questo aspetto.

Onorevolmente sconfitto: Metroid Dread, ottima teoria di boss, l’ultimo da manicomio.
« Ultima modifica: 31 Gen 2022, 00:55 da Il Gladiatore »
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Il Gladiatore

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #46 il: 31 Gen 2022, 00:27 »
PARTE SECONDA


Miglior Level Design dell'anno

DEATHLOOP
Il paradosso di questo premio strappato coi denti è dato dalla luce che getta sulle numerose ombre che, appunto, gli impediscono un giudizio lusinghiero. La competenza accumulata negli anni da Arkane nella costruzione ingegneristica dei proprio mondi di gioco si distingue anche in questo stortissimo gioco. Le diverse possibilità di ingresso e uscita, l’edificazione invitante di agenti e reagenti all’interno delle mappe, molteplici livelli, strade e stanze segrete, collegamenti, scorciatoie, il tutto asservito alla splendida idea del loop come ridefinizione perfettibile della propria condotta che porta infine al ciclo impeccabile. Per una simile intuizione necessitava il team che, più di ogni altro, è capace di incardinare il senso ludico dei propri giochi principalmente nella nobile arte del level design. In questo senso è paradigmatico e il rammarico per la paura meschina che s’è mangiata tutto il coraggio per portare a compimento e fino in fondo questa visione.

Onorevolmente sconfitto: Kena Bride of Spirits, level design vecchia maniera ottimamente interconnesso e progressivo.

Miglior Controlli

HALO INFINITE
Oh, chi l’avrebbe mai detto? Un gioco personalmente non amato fino a punti di parossismo e comicità involontaria riesce in qualche modo a strappare un premio lusinghiero e tutt’altro che banale come quello della fluidità e naturalezza del controlli. L’interfaccia haloniana è davvero un memoriale scolpito nel cervello e tornare lì dopo anni è stato quasi…fisiologico. Se sparo, granate e salto sono sempre lì la novità è costituita dal rampino  che li fonde in modo sinaptico con la volontà del giocatore. Combattere non è mai stato così evoluto, soprattutto quando si opera lo scatto mentale di integrare il rampino nelle meccaniche dirette di combattimento, per cui muoversi, sparare, colpire e ripiegare sono azioni senza soluzioni di continuità. Ed è anche il motivo per cui viaggiare e  sposarsi in quel mondo così vuoto e desolato alla fine è stato tutto sommato sopportabile. Come già detto e scritto il gioco ha molti problemi ma in questi fondamentali Halo Infinite è un gioco valido e competente. Finanche esemplare.

Onorevolmente sconfitto: Metroid Dread, all’inizio ostico, poi un burro.

Miglior Bilanciamento della Sfida

SUPER MARIO 3D WORLD (+ BOWSER’S FURY)
Come prendere a schiaffi con classe Super Mario Odyssey e la sua mancanza di sfida cronica e progressione per il giocatore navigato. SM3DW è un gioco che può essere affrontato a diversi livelli e specificato in ogni modo possibile. Da un inizio soft, quasi letargico e sonnacchioso, il gioco si dispiega lentamente ma inesorabilmente al peggio (cioè al meglio), attraverso i suoi obiettivi onesti e traguardi coerenti per poi stringere gli attribuiti del giocatore e vedere di che pasta sia fatto. Nintendo si chi ricorda chi sia e offre una sfida lunga e appassionante da attraversare da cima a fondo fino al cattivissimo epilogo che prevedere il ricorso a ogni risorsa del giocatore, psicologica, manuale e di tempra. Questo è rispetto per l’utenza, quella storica, così come è attenzione per il più piccoli e i neofiti che possono orientare l’attraversamento come possono e vogliono. SM3DW è l’ultimo grande episodio della serie, proprio perché non abdica alla sua missione di gameplay di qualità. Al contrario di Odyssey.

Onorevolmente sconfitto: Metroid Dread, bello e progressivo!

Miglior Ritmo di Gioco

KENA BRIDGE OF SPIRITS

Come capita(va) ai migliori arcade adventure al principio dell’era tridimensionale, Kena ha l’adamantino pregio di proporre un ritmo impeccabile rispetto alla sacra trinità del genere: esplorazione – combattimento e platform. Queste tre dimensioni vengono sapientemente alternate tra di loro e all’interno della stessa tipologia vengono incrementate in maniera esponenziale, lasciando al giocatore una piacevole sensazione di equilibrio e completezza. Non solo, la natura libera del titolo e il suo eccellente level design permettono di sospendere in qualsiasi momento questa liturgia e approfondire specificamente quello che si vuole senza limiti spaziali e temporali. A completamento di queste felicissime scelte, la durata complessiva del prodotto è tale da essere snella per coloro che vogliano semplicemente godersi il gioco ma anche decisamente dilatata qualora si voglia saggiare la complessità della mappa e rinvenire tutti segreti. E non dimentichiamoci tutta la leggiadra componente enigmistica. Questo non è banale, questo è da grande titolo.

Onorevolmente sconfitto: Far Cry 6, pensato per chi ha fretta e pensato per chi ha voglia d’indugiare.


Miglior Traversal

HOT WHEELS UNLEASHED

Non è importante l’avanzamento in sé in senso spaziale e geografico ma il flusso che determina la totale sinergia tra giocatore e gioco che rende integrale l’esperienza ludica. Quest’anno ci sono davvero tanti e tanti titoli che possono vantare questa qualità, segno di una padronanza della grammatica minima utile a esaltare determinate caratteristiche. Voglio forzare un pochino il concetto e l’etimologia di questa particolare voce e premiare un titolo che, con mia grande sorpresa e con infinita gratitudine, mi ha fatto trascorrere un paio di settimane di gioco intenso, ossia Hot Wheels Unleashed. Il particolare piacere epidermico e tattile che il titolo riesce a sviluppare è davvero qualcosa che mi mancava dai tempi della grande tradizione di arcade racing cui fanno capo i vari Ridge Racer, Virtua Racing, Daytona ecc. e sciolgono l’emotività del giocatore nel fortunato incontro tra il piacere dell’attraversamento come conoscenza prestazionale e la consapevolezza del “campo di gioco” come esaltazione e divertimento. HWU in questo è davvero una boccata d’ossigeno.

Onorevolmente sconfitto: beh, tanti dicevo, Metroid Dread, Kena Bridge of Spirits, It Takes Two e via dicendo.


Miglior Puzzle Solving

THE PROCESSION TO CALVARY
Beh, poco da dire…Il titolo offre una serie di enigmi che davvero vanno a toccare aree di competenza diversissime e pretende un’attenzione distinta dal parte del giocatore. La particolare natura del gioco inaugura una sorta di sospensione dei consueti protocolli necessari a vincere e superare le avventure grafiche tradizionalmente intese e introduce all’alterità di pensiero. Ne viene fuori un prodotto unico, originale, ben scritto, in cui la componente enigmistica necessità la precomprensione del sui peculiare modo di ragionare. O di non ragionare, appunto. Non è garantito che si arrivi da soli alle varie soluzioni, spesso il modello induttivo dei vari dispositivi nevralgici deputati all’avanzamento sono davvero fuori dal pensiero standardizzato, provocando divertimento e ilarità. Tutto questo, sposato al soggetto particolarmente delicato su cui si basa tutta l’esperienza e la profonda carica umoristica ed eversiva, rende davvero PtoC qualcosa da provare almeno un volta nella vita. Insomma, sentirsi scemi non è mai stato così bello.

Onorevolmente sconfitto: It Takes Two, ottima sinergia e lavoro di coppia, bellone.

Miglior Comparto Grafico/Tecnico

DEATH STRANDING DIRECTOR’S CUT
Che il gioco fosse un mirabile oggetto di plauso tecnico è già noto da Ps4 ma slegato dai limiti del suo hardware e massimizzato attraverso la potenzia di Ps5, DSdc è davvero la cosa più next concepibile in questo momento in ambito console. Era già una proiezione nel futuro ma adesso, a 60 fps e 4K prende tutta la roba specificamente uscita anche dopo e la costringe alla resa. In questa superba fluidità e distinta per definizione le traversate in questo mondo alieno e malinconico acquisiscono una forza dirompente, rivoluzionaria e senza timore di confronto. Ribadendo sempre una volta di più questo semplicissimo concetto, la potenza tecnica non giustifica il videogioco ma aiuta il videogioco a esprimersi e ha consolidare idee. Death Stranding DC è un gioco assolutamente in linea coi tempi e capace di far rimanere ancora a bocca aperta a due anni dall’uscita, segno di un autore che sa quello che fa e come farlo, indicando strade che non esistono e visioni che ancora nessun altro può vedere.. E, pur con tutti limiti che sicuramente ci sono e che vanno indicati, grazie ancora a Kojima per l’apporto effettivo e sostanziale alla nobilitazione dell’open world oltre le sue caratteristiche quantitative.

Onorevolmente sconfitto: bah, in termini di pura potenza tecnica ci sarebbe Ratchet & Clank Rift Apart ma non so, sta bene fuori dalla classifica.

Miglior Direzione Artistica

DEATHLOOP
Vabbè, stilisticamente DL è da esplosione del cervello. Per me che ho una particolare passione per il registri visivi in chiave storico-culturale il pregio del titolo è quello di citare/evocare/richiamare determinate sfere di interesse artistico di scaturigine pop e popolare per sintetizzarle in un peculiare stile personale, cosa che, ad esempio non riesce a Kena che si ferma solo alla prima fase andando per addizione e accumulo. A partire dalle trovate assurde per illustrare Visionari ed Eternalisti, con idee e inserti pazzescamente pensati, per passare alla studio degli arredi ed interni, vintage anni ’70 con gradazioni di colore e modernariato oggettistico a livello di puro gusto per il reperto in sé, per non tacere della costruzione generale dell’immagine che riporta ai tempi di Bioshock. E poi luoghi unici disseminati di decine e decine di particolari, quadri, riviste, artbook, pubblicità, cartelloni, soluzioni inedite per concludere con un character design hard boiled con 50 anni di produzione fumettistica buttata dentro. Quello che mi fa impazzire più, cultura, rispetto del passato e proiezione del futuro.

Onorevolmente sconfitto: Ghosts’n Goblins Resurrection, immane studio sul medioevo per uno stile “pergamenato” che è già leggenda. Stupendo.


Miglior Ambientazione/Setting

ISOLA DI YARA (FAR CRY 6)
Beh, con buona pace dei detrattori la capacità di Ubisoft di costruire mondi esteticamente superbi dove indulgere a dolci traversate geografiche è realtà già da alcuni anni, mettendoci dentro anche il nuovo corso di Assassin’s Creed. L’isola di Yara è un paradiso di aria, terra e acqua da vivere con tutta la forza della contemplazione estatica. Pensata con un occhio a contesti caraibici, movimentata in rilievi importanti, colline lussureggiante, paludi mefitiche e specchi d’acqua trasparenti dove immergersi con la gioia dei fanciulli, un’isola che è un vero e proprio parco giochi. Oltretutto il gioco imbastisce tutta una serie di mezzi atti a godersela da ogni angolazione, altezza e prospettiva, tra voli notturni su Esperanza illuminata, a scorribande acquatiche su moto d’acqua, albe e tramonti di un mondo selvaggio malamente addomesticato dall’uomo. Che immensità.

Onorevolmente sconfitto:
Ah, beh, Kena Bridge of Spirits è davvero ben fatto.
« Ultima modifica: 31 Gen 2022, 00:36 da Il Gladiatore »
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #47 il: 31 Gen 2022, 00:30 »
PARTE TERZA

Miglior Comparto Sonoro/Audio Design

RESIDENT EVIL: VILLAGE
Il gioco non m’è piaciuto per millemila motivi evidenziati in un lungo post nel topic ufficiale, però diamo a Capcom quello che è di Capcom. In tantissime occasioni e, in particolare, durante la sezione di Donna Beneviento, ho potuto apprezzare (e subire) tutto la ricchezza e l’efficacia del comparto sonoro in chiave ambientale. I suoni soffocati, l’alternanza tra suono naturale e silenzio, i passi e i versi di nemici e creature, la punteggiatura musicale, l’attesa. La componente horror aiuta ma, avendo giocato il titolo nel cuore della notte con le cuffie, ammetto che in certi frangenti il cuore m’era arrivato in gola e ho sperimentato la paralisi effettiva scaturita dall’orrore delle cose che si percepiscono. Chi ha giocato il titolo conosce cosa accada nella frazione di gioco che ho sopra ricordato, per cu potrà ben capire il disagio, il fastidio dell’ascolto dei propri passi annullati dal possibile rumore di qualcosa di “assolutamente altro”. In questo frangente il gioco funziona, poco da dire.

Onorevolmente sconfitto: Deathloop, del tutto avvolgente.

Miglior Soundtrack

GUILTY GEAR – STRIVE –
Beh, scontato e doveroso. Daisuke Ishiwatari, storico compositore del franchise, noto compositore hard rock e metal di formazione classica e promotore della fusione tra metal e musica classica, è l’ispiratore della colonna sonora di GGS. Il pacchetto musicale che consta di 55 canzoni tra temi originali, temi storici della saga e pezzi vocali, è davvero ma massima espressione di epic/symphony/speed metal rivisto alla poetica musicale di Helloween, Stratovarius, Y.J. Malmsteen e Joe Satriani, con arrangiamenti che mischiano ora il barocco, spesso l’hard rock con variazioni progressive. Le tracce utilizzate nel gioco sono circa una ventina ma questa raccolta permette di avere una visione completa dell’opera, davvero unica del suo genere e assolutamente caratterizzante.
Meraviglioso sapere che i videogiochi possano offrire simili capolavori musicali.
Impagabile, personalmente, avere una moglie capace di riprodurre tutto ciò in casa grazie a una Fender Stratocaster.

Onorevolmente sconfitto: Deathloop, cool, ricercata, da fischiettare e beat-tare.

Miglior Narrazione

DISCO ELYSIUM FINAL CUT

Il gioco è precedente ma un bel giro alla nuova versione me lo sono sparato lo stesso. Beh, che dire? Capolavoro era e capolavoro rimane. Quando un gioco mischia Simenon, Richler,Bukowski con una discrezionalità effettiva, tanto da riportare la mente a grandi classici narrativi del videogioco quali Planescape Torment finalmente può attuarsi la chimerica illusione del libro interattivo. Gran parte della sua innegabile portata capolavorica consiste nell’intreccio geniale di luoghi, personaggi e vicende attraverso una ricostruzione così preziosa e qualitativa che, sarcasticamente, non sembra quasi di trovarsi di fronte a un videogioco. Io sono convinto che nei processi di elisione culturale si renda necessaria la presa di coscienza della rimozione temporale, pena l’afflizione  La pretesa funzionalistica del riduzione del testo scritto e del contenuto sintetico quale dispositivo di efficacia comunicativa cozza con l’istanza stessa di arte letteraria e spesso è malamente desunta da contesti con scopi ben diversi.  Pur non amando la narrativa videoludica se e quando essa si renda presente e fondante allora è necessario che compia un decisivo passo in avanti. DEfc viene a dirci questo, un’altra possibilità di raccontare esiste all’interno di questo contesto MA abbisogna di qualità da un lato e la giusta disposizione mentale dall’altra. Che nei videogioco e nell’utenza sono spesso rette parallele.

Onorevolmente sconfitto: Far Cry 6, una storia che tira fuori il giusto comunismo insito in noi e ti fa scendere in strada a lanciare sanpietrini, non qualitativamente valida ma efficacemente simbolica.

Miglior Scrittura

PSYCHONAUTS 2
Doublefine al suo meglio, la scrittura agile, ricercata e piacevolmente surreale che evidenzia una formazione letteraria contemporanea. La parola piazzata al posto e al momento giusti, un gusto infinito e suggerito per la l’espressione arguta e aforismi taglienti come lame. Il contesto allucinato e introiettivo delle vicende dei personaggi conduce il giocatore in un mondo di empatia e rifiuto, nel quale la superiore capacità comunicativa di Tim Schafer permette al gioco di affrontare temi delicatissimi con sensibilità squisita. Con cuore, occhi e mente colpi di incredibili meraviglie, Psychonauts 2 certifica che il videogioco può farcela a non essere depresso in termini di scrittura e qualità, anche se in questo caso la sospensione di altre e importanti qualità è stato sicuramente il costo da pagare per tutto questa superiorità artistica. Per questo l’evento deve essere celebrato, il titolo offre questa qualità di testi e dialoghi che sì, sono facilmente riconoscibili, eppure non si limita a questo. Psychonauts 2 si esprime con livelli, suggestioni, azioni e rappresentazioni simboliche che costituiscono un livello superiore di scrittura, ossia scrivere per immagini. Paure, fobie, psiche contorta e distorta, segni tangibili di interattività ludica. Alla faccia dei teorici e dei registi falliti di due ore e passa di filmati che scimmiottano il cinema.

Onorevolmente sconfitto: Beh, Disco Elysium FC che qui è messo dopo solo perché rigiocato.

Miglior Personaggio dell'anno

SELENE (RETURNAL)
Selene è un personaggio tragico, costruito come simbolo di un’equazione impossibile e insanabile. L’età che la caratterizza, non tipica del contesto videoludico, è un indizio del suo destino intrecciato su molteplici linee di senso. Le sue parole riecheggiano migliaia di volte vuote e inascoltate in una spirale di tempo e spazio che s’accartocciano nel disfacimento del pianeta Atropo. Vittima e carnefice, causa ed effetto, ragione e insensatezza, nascita e distruzione, una dea pagana dello spazio profondo che blatera a se stessa di morte e rinascita per un distino drammatico che nessuno può davvero comprendere. La cosa più rilevante della figura di Selene consiste nel principio decostruttivo di quello che sappiamo di lei, più informazioni si ottengono e maggiore è il disorientamento rispetto alla sua vicenda. Una progressione narrativa “inversa” come frammentazione e liquefazione di senso, le categorie aristoteliche negate che Returnal mette ben presto alla porta.
Personaggi che possono essere raccontati così solo in un videogioco.

Onorevolmente sconfitto: Samus, ci sta sempre bene.

Miglior Multiplayer

IT TAKES TWO
Rispetto a quello che leggo in giro e alle recensioni piene di entusiasmo sono un filo più freddo, pur riconoscendo al gioco una grandissima qualità. Ma quello che non fallisce e che deve essere esaltato è proprio la progettazione e l’esecuzione davvero mirabile della dimensione cooperativa, sia in chiave platform che in quella enigmistica. Giocare in coppia con qualcuno è davvero un’esperienza che riporta indietro nel tempo, tra tecniche, tattiche, fraintendimenti e “quella volta” in cui tutto gira davvero in modo perfetto. La particolare attenzione alla tempistiche dei membri, alla dimensione della fiducia e dell’interscambio, in una totale circolazione di azione e pensiero. Mi è particolarmente piaciuta la passione che porta i giocatori a parlare, confrontarsi, alzare la voce per l’eccitazione e fanculizzarsi al momento opportuno per la mancata intesa. Per chi, come me, viene dai cabinati gomito a gomito, imprecazione dopo imprecazione, la fratellanza del gameplay è alla stregua di un patto di sangue. E It Takes Two è una cerimonia perfetta.

Onorevolmente sconfitto: Beh, Guilty Gear Strive, se si ha qualche socio da malmenare è il massimo.


Sorpresa dell'Anno

SHIN MEGAMI TENSEI V
Non sono un particolare appassionato della saga ma li ho sempre giocati tutti con alterne soddisfazioni. Questo, un po’ così e un po’ miracolosamente, non sbaglia un colpo. Tutto pensato, stabilito e portato a termine nel migliore dei modi. Narrazione e storia presenti ma non invadenti, anzi, la tendenza a un certo minimalismo e sobrietà informativa è sta da me davvero bene accetta; comparto tecnico e stilistico del tutto appropriato ed espressione del contesto estetico/immaginifico di riferimento, una piacere che riporta a certe sensazioni molto anni ’90 tra animazione e tradizione videoludica giapponese; un modello di gioco snello ma profondo, capace di interpretazioni soggettive molto opportune, in riferimento al rapporto completamento/tempo; un combat system competente, divertente e assolutamente non privo di finezze, con in aggiunta il fattore collezionistico e di trasformazione/fusione che è un gioco nel gioco; colonna sonora ricercata e sofisticata, un aspetto spesso troppo ignorato dalla generazione corrente di giochi similari. Forse non sia tratta di un’opera muscolarmente rilevante ma tutto sommato è un falso problema. Imperdibile per gli appassionati e una possibile sorpresa per tutti i curiosi.

Onorevolmente sconfitto:
Oh, a me ha stupito il gioco dei pesciolini, I am Fish, troppo carino e fuori di testa.

Miglior Gioco VR

Non ho giocato titoli in VR. Meno male.

Miglior DLC/Espansione

L’ASSEDIO DI PARIGI  (ASSASSIN’S CREED VALHALLA)
Valhalla si traveste da The Witcher 3 e relativi DLC e ti piazza un’espansione di leggiadre scorrerie francesi. Alle già rilevanti performance estetiche e stilistiche del gioco base questo DLC aggiunge un nucleo cittadino consistente e importante e ampi tratti naturali di commovente bellezza. A tutto ciò s’unisce una trama robusta che mischia storia e fantasia, un paio di personaggi azzeccatissimi e un’organizzazione generale che capitalizza molto i punti di forza del gioco. L’investigazione ne risulta potenziata e spesso non lineare, l’esplorazione si fa intrigante, determinate meccaniche e dinamiche “chiuse” che ricordano gli episodi Unity e Syndicate, possibilità di variare un minimo l’approccio agli assassinii e qualche novità strana ma significativa come quella dei “ratti”. Un piccolo e prezioso DLC che punta molto sulla qualità e diventa un ulteriore tassello di questa grande opera di cultura norrena che è Valhalla.

Onorevolmente sconfitto: Bower’s Fury è tanta roba.

Miglior Gioco Backlog

THE LEGEND OF ZELDA – SKYWARD SWORD
Non è propriamente backlog, l’avevo giocato all’epoca e l’ho rigiocato su Switch. La regola n° 3, al punto B e comma 4 dell’inesistente Manuale del Videogiocatore prevede di comprare un gioco per volta e dedicarsi ad esso, possibilmente entro il perimetro di uscita, quindi possibilmente evito. Altrimenti tocca leggere “HoReCupErATo MariiO 64 ma che aVVreBBe DI SpeCiale??!!” ed ecco, fa male al cuore. Detto questo Zelda SS è davvero il titolo della serie più ignorato e incompreso del franchise, schiacciato tra i frizzi e i lazzi inconcludenti di Wind Waker, la sonorità malcelata di Twilight Princess e sua maestà Breath of The Wild. Eppure il gioco c’è. È presente e nel 2021 appena passato, insieme ad altre preziosità come Kena Bridge of Spirits, è una delle poche occasioni per godersi l’arcade adventure enigmistico di concezione storica e tradizionale con tutta l’esperienza di Nintendo, verso cui è necessario prendere spunti e poi applicare in altra sede. Non è un titolo perfetto, ha lungaggini e aspetti discutibili, è poco moderno, poche persone vengono a fargli compagnia, anche se i joycon agitano anche me…W sempre e comunque il classic controller.

Onorevolmente sconfitto: Non è una sconfitta ma scoramento, vorrei giocare Cyberpunk 2077 ma temo troppo bug e tenuta. Quindi attendo, attendo e attendo, sperando che qualcosa cambi.

Delusione dell'anno

FINAL FANTASY 7 REMAKE I.
Allora, delusione relativamente perché mi  aspettavo il peggio. Peccato che il suo peggio superi concettualmente il mio peggio. Questo gioco ha il mirabile pregio di rovinare contemporaneamente il ricordo a tutti gli appassionati che nel ’97 erano lì, di rendersi totalmente incomprensibile ai nuovi giocatori con elementi metareferenziali e ipertestuali facenti capo alle conseguenze del titolo originale e ancora, nella prassi, optare per una serie di scelte infelici sul piano concettuale e organizzativo.
Un disastro.  Le storie immortali devono essere raccontate nuovamente per le nuove generazioni? Sì, ma ci vuole rispetto. I classici vanno scoperti nella loro forma originale? Possibilmente, per tante ragioni a carattere culturale. Che senso artistico ha creare un gioco che non riesca a focalizzare correttamente il suo senso? Il tutto senza considerare le aggiunte inutili tipo fogne, sotterranei a profusioni e allungamenti vari senza troppo senso. Diamo il beneficio dell’opera da completare ma per adesso è un grosso, grossissimo NO.

Onorevolmente sconfitto: nonostante il mio generale apprezzamento un po’ Ratchet&Clank Rift Apart deludente lo è stato…
« Ultima modifica: 31 Gen 2022, 10:27 da Il Gladiatore »
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline slataper

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #48 il: 31 Gen 2022, 09:08 »
- Miglior Gioco dell'Anno
1) art of rally
2) It Takes Two
3) Twelve Minutes

- Miglior Indie dell'anno
art of rally

- Miglior Gameplay dell'anno
art of rally
Niente trucchi, niente gadget, soltanto strade da interpretare e auto da comprendere.

- Migliori Boss Fights
art of rally
Quale altro forum può vantarsi di annoverare tra i propri utenti @Lee Boon, il Mr. Bison dei racing ;)?

- Miglior Traversal
Forza Horizon 5
Se vuoi seguire la strada puoi farlo, se vuoi andare dritto puoi farlo, se vuoi usare il teletrasporto puoi farlo.

- Miglior Comparto Grafico/Tecnico
Forza Horizon 5

- Miglior Direzione Artistica
art of rally

- Miglior Narrazione
Twelve Minutes
Una macchina narrativa imperfetta ma ambiziosa.

- Miglior Scrittura
art of rally
Chi ha letto le descrizioni delle auto, sa.

- Miglior Multiplayer
It Takes Two
Ha strappato brevemente mio figlio da Fortnite.

- Sorpresa dell'Anno
art of rally

- Miglior Gioco Backlog
Day of the Tentacle Remastered

- Delusione dell'anno
eFootball 2022
« Ultima modifica: 31 Gen 2022, 09:49 da slataper »
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Offline Ivan F.

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #49 il: 31 Gen 2022, 09:55 »
Sono pronto.

Miglior Gioco dell'Anno
1. Psychonauts 2
2. Unpacking
3. Art of rally

Miglior Indie dell'anno
Unpacking

Miglior Gameplay dell'anno
Unpacking

Miglior Level Design dell'anno
Unpacking

Miglior Bilanciamento della Sfida
Omno

Miglior Puzzle Solving
Unpacking

Miglior Direzione Artistica
The Procession to Calvary

Miglior Ambientazione/Setting
Psychonauts 2

Miglior Narrazione
Unpacking

Miglior Scrittura
Psychonauts 2

Miglior Personaggio dell'anno
Il protagonista di The Procession to Calvary

Sorpresa dell'Anno
The Procession to Calvary

Miglior Gioco Backlog
Castlevania Anniversary Collection

Delusione dell'anno
Genesis Noir
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Offline The Metaller

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #50 il: 31 Gen 2022, 14:29 »
Continuiamo coi premi tecnici...

Spoiler (click to show/hide)
« Ultima modifica: 31 Gen 2022, 14:41 da The Metaller »
PC: AMD Ryzen 7 3700x, GeForce RTX 3070, 16 GB RAM.
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Offline hob

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #51 il: 31 Gen 2022, 16:38 »
- Delusione dell'anno
Tales of Arise aka il gioco più brutto della storia umana
OT che chiudo all'istante, @hob , non so se recuperarlo o meno, quando hai modo mi spendi due righe sulle ragioni del rifiuto nel topic ufficiale, se esiste. Grazie!
/OT
Già fatto, a partire da sta pagina https://www.tfpforum.it/index.php?topic=25253.90
....è un crescendo continuo ;)
Fuck does Cuno care?

Offline Void

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #52 il: 31 Gen 2022, 19:00 »
- Miglior Gioco dell'Anno

1) Ender Lilies:Quietus of the Knights
Non l'ho ancora finito tutto (ho solo il finale A), ma mi ha rapito.
La struttura è quella di un Metroid aperto, con molto backtracking e boss ostici da decifrare.
Per essere un indie ha un ottimo comparto grafico e sonoro.
Mi ha dato tutto quello che Metroid Dread non è riuscito a darmi.

2) Shin Megami Tensei V
Era in prima posizione una settimana fa. Molto bello, ma è il "solito" SMT. Tutto Gameplay.
Graficamente un po' claudicante (come da tradizione in realtà) anche se sempre di grande stile.
Bella colonna sonora.
La storia non mi ha convinto.

3) Inscryption
Bel gioco di carte con una trama intrigante sotto.
La parte "meta" funziona molto bene.
Il gameplay si reinventa spesso, pur non offrendo mai livelli eccelsi.
Bella sorpresa.


4 :whistle:) Metroid Dread: Bello, assolutamente valido, però giocandolo ho provato emozioni contrastanti.
L'avanzamento è molto più lineare di quello che mi aspettavo. I boss sono belli tosti, ma è richiesta una precisione eccessiva (un paio mi hanno richiesto una quarantina di tentativi).
La progressione è molto rapida, si acquisiscono potenziamenti di continuo ed è soddisfacente, così come lo sono gli EMMI, con la parte prima di fuga, poi di scontro.
Però la linearità mi ha tolto il gusto dell'esplorazione, si va dritto lasciando tutti i segreti indietro, con pochi momenti per rifarsi.
Arrivato alla fine, non ho sentito il bisogno di ritornare a cercare i segreti, la difficoltà mi aveva già forgiato abbastanza per cavarmela con i mezzi a disposizione. La storia non mi ha detto nulla.

- Miglior Indie dell'anno
Ender Lilies:Quietus of the Knights

- Miglior Gameplay dell'anno
Ender Lilies:Quietus of the Knights

- Miglior Sistema di Combattimento
Shin Megami Tensei V

- Migliori Boss Fights
Ender Lilies:Quietus of the Knights

- Miglior Level Design dell'anno
Metroid Dread. Peccato non averlo sviscerato a fondo, ma l'intreccio dei livelli è proprio ben fatto.

- Miglior Controlli
Metroid Dread

- Miglior Bilanciamento della Sfida
Ender Lilies:Quietus of the Knights

- Miglior Ritmo di Gioco
Metroid Dread

- Miglior Traversal
Ender Lilies:Quietus of the Knights. Se ho capito bene il senso di questo premio

- Miglior Puzzle Solving
Zelda Skyward Sword

- Miglior Comparto Grafico/Tecnico
Ender Lilies:Quietus of the Knights

- Miglior Direzione Artistica
Ender Lilies:Quietus of the Knights

- Miglior Ambientazione/Setting
Ender Lilies:Quietus of the Knights

- Miglior Comparto Sonoro/Audio Design
Ender Lilies:Quietus of the Knights

- Miglior Soundtrack
Shin Megami Tensei V

- Miglior Narrazione
12 Minutes

- Miglior Scrittura
12 Minutes

- Miglior Personaggio dell'anno
Le carte di Inscryption

- Sorpresa dell'Anno
Ender Lilies:Quietus of the Knights
Non troppo lontano, Inscryption

- Miglior Gioco Backlog
Outer Wilds

- Delusione dell'anno
12 Minutes.
Intendiamoci: la struttura di gioco la apprezzo molto, la realizzazione rende alcune componenti scomode, ma ci sta.
Poi però
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Se tu dai un pesce ad un uomo, lo avrai sfamato per un giorno. Se gli proponi di imparare a pescare, ti risponderà che sei un neoliberista
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Offline SixelAlexiS

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #53 il: 31 Gen 2022, 20:00 »
Delusione dell'anno: Forza Horizon 5

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Offline teokrazia

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #54 il: 31 Gen 2022, 20:37 »
Citazione
- Miglior Traversal

Halo Ramplay



Citazione
- Miglior Personaggio dell'anno

Halo Chipmunks

Offline The Metaller

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Re: TFP Awards 2021
« Risposta #55 il: 01 Feb 2022, 00:05 »
Ultima infornata. Se sgarro di qualche minuto di ritardo rispetto alla mezzanotte, abbiate pietà, che è stata una dura giornata di lavoro.

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« Ultima modifica: 01 Feb 2022, 00:33 da The Metaller »
PC: AMD Ryzen 7 3700x, GeForce RTX 3070, 16 GB RAM.
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