Ma ci si vuole bbbene tra noi (grazie a tutti per il feedback sul videino ^^)!
Provo ad invertire l'ordine degli addendi nella descrizione del gioco e riformulare qualche concetto.
Mario Odyssey è il vero parkour videoludico. L'occhio del giocatore analizza le opportunità di attraversamento, contemplando la geometria di livelli da una parte apparentemente rassicuranti e a misura di pedone, dall'altra espressamente concepiti per l'applicazione delle abilità straordinarie del personaggio, la cui fisicità a corpo libero è percepibile mediante i controlli in modo quasi tattile, oltre che visuale. L'esecuzione della sequenza di mosse è concomitante al calcolare distanze, altezze, pendenze, inerzia, tutto fa parte del sistema; quasi ogni barriera architettonica o naturale pare sormontabile o aggirabile, il più delle volte lo è, ma anche in caso contrario è interessante il processo con cui lo si accerta, provando a dar fondo ad ogni risorsa, cambiando approccio, cercando traiettorie ed angoli nuovi.
Basta anche solo imporsi una diversa velocità di percorrenza della medesima sezione per variare un selettore di difficoltà virtuale da "easy" ad "hard", in tempo reale; anche senza perseguire un risultato specifico, una libera navigazione improvvisata e disinibita e fluida in mezzo agli ostacoli richiede impegno ed alta soglia di attenzione, soddisfa, diventa quasi un ideale estetico.
Non è design telefonato e imboccato, è un invito implicito, ed è accettandolo che si possono trovare anche l'amore per la performance, lo stimolo per il giocatore di lunga data, il platforming puro nella massima evoluzione mariesca (dopo l'irrigidimento e l'asciuttezza dei controlli dei Galaxy, perfettamente funzionali a superfici sferiche e prospettive ardite, qua torniamo alla "fisica" di Mario 64, espansa di nuove possibilità funamboliche).
Poi c'è il sentiero battuto, invitante, curato, costellato di interazioni gradevoli ed ingegnose nel caso di talune trasformazioni, che regala generosamente lune a grandi e piccini, che garantisce a tutto il pubblico pagante l'arrivo ai titoli di coda; si esplorano in rilassatezza dei giardini giapponesi in miniatura meticolosamente composti, diorami indagabili manipolando la visuale.
E' un'interpretazione fresca, moderna, accessibile, estroversa del platform ibridato all'adventure con ascendente "collectathon" dell'epoca N64 (formula che in assenza di gusto, misura e fondamentali rocciosi ben sappiamo possa diventare una mattonata sconfortante, con Yooka-Laylee a far da brutale monito). In tal senso, il paragone agli open-world di stampo attuale, anche solo per descrivere un vaga sensazione, letterale o provocatorio che sia, suona subito svilente; sia perchè quelli rappresentano nello specifico un'accezione completamente diversa di "collectible", sia soprattutto perchè farne ugualmente riferimento come giochi "sand-box" è di per sé improprio, non essendo quel concetto necessariamente sinonimo di open-world o di free-roaming, anzi.
Non c'è alcun grado di libera interpretabilità nei titoli di matrice ubisoftiana, non si hanno controlli sufficientemente elaborati e flessibili, non c'è level design funzionale a vere e proprie meccaniche; il giocatore è lasciato privo di strumenti per esprimersi, nè è chiamato a decodificare intenzioni e visioni incorporate ad arte dai game designer nel mondo di gioco, è invece anestetizzato da una mole numerica di obiettivi inconsistenti, da smaltire come pratiche; gli AC concedono l'attraversamento in linea d'aria, tenendo comodamente premuto "avanti+grilletto" con un occhio costante al fido navigatore, e vogliono veicolare un'illusione di spazio e scala attraverso una rappresentazione verosimile, ma nemmeno il più alto dei minareti scalabili può affrancarli dalla piattezza.
Sembrerà elaborazione dell'ovvio pure un filo stucchevole, ma anche a giudicare da quel che ho letto qui e altrove su Breath of the Wild, meglio non dar nulla per scontato; ovviamente lo ben so che la differenza tra AC e Mario il Gladia ce l'ha ben presente, il suo era un modo per esternare che non gradisce del tutto questa nuova-vecchia impostazione di Mario e m'ha solo dato lo spunto