Una domanda, se mi è permesso: quanto è importante "capire" un'opera per apprezzarla?
Eh, lo sai meglio di me che è un problema grosso, millenario e riguarda la cognitività umana. Alcuni ritengono che il valore emotivo ed esperienziale di una data opera sia sufficiente per legare interiorità e oggetto fuori di sé, mentre altri considerano un'opera come il prodotto di una mente esterna alla nostra che, per forza di cose, ha operato scelte che in buona parte possono essere ricostruite ed apprezzate da chi quel prodotto lo fruisce.
Secondo il parametro delle
complessità esistono diversi modelli di adesione conoscitiva di un oggetto (sensoriale, cognitivo, intellettuale, razionale) per cui ogni livello informa il soggetto di qualcosa e infine si procede ad una fotografia più "vera" della cosa in sé.
Ma ancora, quanto ci mette l'individuo di suo e quanto è intenzionalmente contenuto nell'oggetto?
Se per "capire" intendi ricostruirne gli ambiti che hanno portato alla sua esistenza beh...In determinati campi è del tutto essenziale, soprattutto nel caso in cui le scelte cosiddette artistiche e autoriali difficilmente sono scaturite dal caso. Il cinema è un esempio perfetto, nel suo grado di filtro della realtà, di vero e non vero, di occhio che si apre sul mondo è davvero il frutto di tante scelte senzienti.
Diverso sarebbe, ad esempio, in pittura.