Bel topic.
Allora, il mio approccio al media è radicalmente mutato nel corso degli anni. Specie negli ultimi.
Dopo la grande crisi del 2010, anno in cui ho abbandonato quasi del tutto il videogioco per dedicarmi ad altro, è stata un'escalation costante a partire dalla metà del 2013.
Adoro il concetto di new generation, lo so.
Poi...
Nel 2015 ho giocato tanto, tantissimo.
Come detto dal poeta, estendo, superare il falso mito del giocare solo a qualcosa è essenziale. Ancora più essenziale è diventare abbastanza ometti da giocare qualcosa, qualsiasi cosa, quando è di quello che hai bisogno. La verità, la mia verità, è che non esistono, in linea generale, giochi troppo semplici o semplicistici. Neppure, troppo difficili o complessi. Ogni videogiocatore ha la sua vita. Ha i suoi momenti e ha le sue esigenze. Ciò che va bene oggi non andrà bene domani. E viceversa. Per me.
Anyway:
Acquisita nuova consapevolezza è diventato tutto più semplice. Intendiamoci: non giocherò due simulatori di guida contemporaneamente. Neppure porterò avanti la carriera di Pes e quella di Fifa. Provo. Scelgo. Cogito. Sum. Quindi ergo. Ed ergo per davvero.
Compro. Tantissimo. Gioco. Tanto. Più roba in contemporanea. A volte mollo per poi riprendere a distanza di un anno (Far Cry 4, per dire). A volte mollo e 'sti gran cazzi (White "Lento" Night, per capirci).
Risultato straordinario rispetto al comprare tanto e non giocare un cazzo.
In soldoni:
Alla Probe sono dei grandi di brutto (questa non la capirà nessuno).
Nel 2015 avrò giocato un centinaio di titoli.
Nel 2015, ne avrò finiti una 40ina. O forse 50. Boh.
Nel 2015 sono un giocatore felice.
E quando avrò la mia tabella Excel lo sarò ancora di più.