Premessa: non credo che film per ragazzi o film di intrattenimento significhi "film per deficienti" da guardare a cervello spento, forzandosi di sospendere l'incredulità sempre e comunque.
E' una giustificazione di metodo che a mio avviso rischia solo di appiattire un qualsivoglia confronto. Sì, insomma, un po' come dire che tutto è concesso e che i film per ragazzi son tutti necessariamente belli o tutti necessariamente brutti.
Esistono chiaramente dei distinguo, conseguenza di come si usa la macchina da presa, di come si esegue un montaggio, di come si scrive una sceneggiatura.
Il coinvolgimento, ancorché soggettivo, è una conseguenza di come usi gli strumenti al servizio del cinema.
Certamente, la bontà del ritmo, di una storia, di una sequenza o di una scelta estetica resteranno sempre opinabili ma, concedendosi un distaccato sguardo (un minimo) analitico, credo non sia troppo difficile scorgere i pezzi di un puzzle che non sta assieme.
Alla base,
si tratta di dotare il film di un minimo di logica (interna, e un minimo accettabile dall'esterno)
e di dare ai personaggi motivazioni convincenti (in relazione al mood e ai presupposti della storia, chiaro) per dire o fare quel tutto quello che andrà a comporre il film
.
E' una cosa da cui non si prescinde.
Che si tratti di film di animazione per bambini, che si tratti di cinecomic autoironici (Guardiani della Galassia è un ottimo esempio di come mettere insieme intrattenimento leggero, con pg grossomodo coerenti con se stessi e con il mood del film tutto... è leggero, ma non ti prende per il culo).
SW IV, V e VI erano film per tutti, con inventiva, buona esecuzione formale, quindi con una propria logica e coerenza interna, rispettosa del contesto della saga in divenire, talvolta con dei difetti (pochi ESB, moltissimi RotJ).
SWVII era un film abbondantemente sufficiente. Rischiava poco, inventava zero, ma citava (con rispetto) la precedente trilogia, ricalcando ai limiti del remake lo scheletro del IV, per costruire delle
"scatole del mistero" da riempire per dare compiutezza di senso alla corrente trilogia, sempre
con un certo rigore formale.
Del resto il concept dello "scoprire cosa è accaduto nei 30 anni intercorsi", facendo leva sul mistero, era il solo modo per trasformare episodio 7 in un mistero avvincente piuttosto che in una enorme didascalia avvilente.
C'era dell'umorismo filo-marvel, ok, ma
le battute erano in bocca ai pg opportuni, nei momenti opportuni.
La protagonista era una Mary Sue ma il discorso narrativo edificava margini per rovesciarla con misteri e sviluppi. L'intento, da illuso, mi parve quello. Rey era così perfetta che si sarebbe potuto osare di tutto con lei per destabilizzarla.
Questo ci porta ad Episodio 8.
Strutturalmente il film si compone di 3 atti: il terzo è realmente inedito mentre i primi 2 "remakano" non meno del VII, risultando un calco di ESB con, al suo interno, una porzione consistente di RotJ a chiudere il secondo atto.
Il film si apre infatti con un attacco in pompa magna a ciò resta della Resistenza volto a chiudere definitivamente la guerra (come sul pianeta innevato del V), prosegue con situazione di inseguimento/stallo tra Primo Ordine e superstiti (come tra il team HanLeia e la flotta di Vader nel V), mostrando in parallelo l'eroe bloccato sul pianeta di addestramento con un maestro inizialmente restio a propinare il "corso accelerato di Jedi" (Luke come Yoda prima di lui), l'eroina che si avventura nella caverna oscura per vedere sé stessa e che infine pianta il maestro, per chiudere il secondo atto con la narrazione parallela a 3 di RotJ (porzione nella sala del trono a fare fa filone portante, con massacro degli alleati nello spazio da un lato e operazione di sabotaggio dall'altro)
Ci sono delle differenze strutturali, beninteso, su tutte l'aver trasformato l'inseguimento in senso stretto del secondo atto di ESB in una situazione di "inseguimento in stallo" che apre alla missione di sabotaggio di Finn (che poi appunto confluisce nel momento a la RotJ).
Il problema è che questo omaggio, dove ricalca, stucca, dove diversifica, fallisce:
da un lato, condanna infatti la Resistenza rimasta nelle navi in balia del Primo Ordine ad un immobilismo dell'azione dove si consumano le peggio porcate tra Leia of Steel e i giochini di fraintendimento tra Holdo (Laura Dern) e Poe Dameron; dall'altro la missione di Finn si dipana come uno spin-off all'insegna delle disneyiate animaliste più banali, con altrettante banalità sull'economia bellica, che culmina in un fail TOTALE dell'operazione (che a sua volta passa per l'ENNESIMA infiltrazione con travestimento), tale da determinare un apporto di conseguenze per il plot principale pari a ZERO.
Anzi no, una conseguenza c'è stata: aver costruito il rapporto Finn-Rose - perché mai sia che nel nuovo Star Wars manchi il cliché black + china - per risolvere il potenziale momento kamikaze di Finn nel terzo atto con una sviolinata su come le guerre si vincono con l'amore. Questo nel momento più teso del film. Questo dopo che il film stesso ha sedimentato l'idea del sacrificio (sorella di Rose, Holdo kamikaze). Questo a pochi passi dall'ulteriore esaltazione del sacrificio (Luke).
Ah Johnson, fai pace col cervello!
Stai girando un soft Rogue One o una disneyanata di terza fascia? Perché con questo continuo cozzare di diverse e concomitanti istanze, distruggi il mood e dell'una e dell'altra direzione.
Laddove si osa maggiormente, quindi, è nel senso delle situazioni, nelle attuali motivazioni dei personaggi e negli esiti delle sottotrame che compongono il mosaico.
I risvolti sono per davvero divergenti, "inediti" rispetto al passato, ma si reggono in piedi alla luce di quanto seminato in precedenza?
Partiamo da Luke.
Risulta difficile, ma veramente difficile credere che Luke sia mutato così tanto. E' difficile sentirlo infangare Obi-Wan (allorché fa riferimento al fatto che è per colpa di un maestro Jedi che è nato Darth Vader). Poi arriva il momento rivelazione circa il suo rapporto con Ben Solo ed è lì che il tutto diventa ancora meno credibile: cioé, davvero dovremmo credere che Luke, il Jedi che si è consegnato a Palpatine e Vader per convertire il secondo, in maniera diretta, abbia impostato la sua indagine circa l'anima e il futuro di Ben come un'intrusione in notturna nella stanza da letto di quest'ultimo e che il primo impulso avuto sia stato quello di aprire la lama laser? Ok, si è trattato di un attimo, di un impulso del momento, che dona tridimensionalità al personaggio, come del resto nella trilogia originale.
Ma se piazzi questo presupposto, poi, diventa ancora più difficile accettare l'auto-esilio di Luke in luogo di una manovra correttiva. Se Luke ha avuto l'impulso di estrarre la lama turbato dalla visione del male che avrebbe seminato Kylo, perché successivamente, invece di reagire, avrebbe dovuto lasciare che quest'ultimo devastasse la galassia, autoesiliandosi?
Non sta in piedi.
Yoda e Obi Wan avevano perso una guerra già consumatasi. Nel caso di Luke la guerra doveva ancora scoppiare. Credo almeno, giacché il film è ancora un volta carente di background e contestualizzazione.
Yoda e Obi Wan non potevano che restare al sicuro per addestrare i gemelli Skywalker una volta cresciuti.
La cosa funzionava ancor prima che arrivasse Episodio III a chiosare.
Luke? Piangersi addosso lasciando che Ben sterminasse la qualunque? Disinteresse e neutralità? Troppo, troppo
out of character.
Suvvia, immagino che un po' tutti, in base a quanto dettoci nel VII, immaginassimo che Luke fosse andato alla ricerca del primo Tempio degli Jedi per scoprire una qualche antica verità utile per il presente, anziché per rintanarsi come un codardo votato al disinteresse.
Ma backstory a parte, quanti comportamenti out of character, o anche solo contrari a quanto stabilito nello stesso ep. VIII, ci sono nel corso del film?
E' depresso ma fa il coglione con Rey perculandola con la faccenda del filo d'erba.
Dice che gli Jedi devono sparire, poi ancora no, poi di nuovo sì, tentando di bruciare tempio e libri (come se il divenire un Jedi dipendesse dai libri...
Una caduta di stile che meglio i midi-chlorian va, che almeno potevano essere letti come una manifestazione fisica di un elemento metafisico), infine ancora no.
Spiega a Rey che Ben non può essere redento, successivamente va per spiegarlo anche a Leia, Leia gli ruba la parola ammettendo che sa che Ben non può essere redento, quindi Luke conclude con "No one is truly ever lost", quindi scende in campo provocando Ben anziché spendere mezza parola per chiarire il fraintendimento.
MA WTF?! Questa è schizofrenia bella e buona
Cioé, sono arrivato al terzo e conclusivo atto del film che delle sorti di Luke non poteva che fregarmene di meno, atteso che non era più un pg solido, ma una bandierina da sventolare nelle direzioni più comode alle esigenze del plot, in maniera del tutto arbitraria e senza rigore formale alcuno.
Che poi manco la regia ha reso in qualche modo giustizia alla porzione finale, giacché il "cambio umorale" scorreva potente anche lì.
Il combattimento tra Kylo e Fake Luke inizia con un'inquadratura sulla postura di piedi e gambe sul terreno, carica di un certo respiro marziale, per deviare presto nella scivolata a la Matrix, sullo sfondo di una fotografia fintissima che puzza di post-produzione travagliata.
La macchina da presa parla, e consuma discorsi non meno schizofrenici ed incerti del verbo.
Su Kylo Ren.E' il personaggio meglio trattato dalla sceneggiatura, nonostante abbia pure lui dei problemi.
La critica di Snoke al suo essere un ragazzino con la maschera è sintomatico di un furbo recepimento delle critiche ad Ep. VII, piegato in materia narrativa che, tutto sommato, funziona.
La spiegazione della sua malvagità come un qualcosa di innato puzza di scorciatoia, ma nel contesto star warsiano e con un minimo di vicende umane alle spalle potrebbe reggere.
Peccato non abbiano sviluppato anche quello spunto dato dal romanzo Bloodline, in cui si apprende che la parentela con Vader era stata tenuta nascosta a Ben e che lo stesso ne aveva avuto conoscenza solo in seguito al linciaggio pubblico ad opera degli avversari politici della madre.
Il tutto si riduce un po' ad "io sono un emarginato, quindi posso capire ed aiutare te, Rey, che sei una sfigata come me".
In una scena, si cerca di costruire della tensione sessuale tra i due. Ma lo spunto resta lì, buttato in maniera dozzinale tra un mare di altri spunti mai sviluppati nonostante la durata record (per uno SW intendo) della pellicola.
La decisione di usurpare Snoke è la cosa migliore che si potesse fare con il suo personaggio. Rey e lo spettatore vengono illusi che Kylo possa in qualche modo redimersi; in realtà, Kylo sta semplicemente portando avanti la "regola dei due" dei Sith (nonostante non sia propriamente un Sith): usurpare il maestro e prendere con sé un'allieva.
L'esecuzione del momento, purtroppo, come molte altre cose, lascia a desiderare, e questo ci porta a parlare del
trattamento riservato a Snoke.
La scatola del mistero di Abrams, anche in questo caso, è stata riempita con il nulla.
Senza un minimo di backstory, senza un minimo di caratterizzazione, ciò che resta di questo personaggio è un plot device al servizio dello sviluppo di Kylo Ren, che gioca a fare il Palpatine dei poveracci.
La scena relativa alla sua dipartita è il momento citazionistico più raccapricciante nei confronti di RotJ, dove in sequenza abbiamo la scena in ascensore tra Kylo-Rey che è mirroring 1:1 con quella di Vader-Luke prima di giungere al cospetto di Palpatine, Snoke che un po' tortura Rey, un po' la forza a vedere i propri compagni bombardati fuori dalla finestra, nello spazio. E' presente anche il tentativo di insurrezione di Rey che tenta di afferrare la spada laser e di scagliarsi contro Snoke.
E non paghi, durante un momento di tortura, hanno pure montato lo storico tema musicale di Palpatine a far da tappeto sonoro alla scena (mentre per gli altri frangenti con Snoke è sempre stato usato il tema della scena nel teatro di Episodio III, già presente in Ep. VII).
Tributo a Palpatine, con un villain che sapeva vedere (male!) nella mente degli altri ma non ha visto la spada che gli ruotava di fianco
Innanzi ad un villain così poco incisivo, anche l'usurpazione ad opera di Kylo vive di una portata ridimensionata.
Dulcis in fundo Rey.
Mary Sue era e, ahimé, Mary Sue è rimasta.
La rivelazione circa il fatto che i suoi genitori fossero dei miserabili signori "nessuno" non cambia nulla. Oltre a stridere con alcuni dettagli del VII (la reazione di Kylo "quale ragazza?!!", seguita dal fatto che durante l'attacco al castello di Maz, Kylo da priorità alla cattura di Rey piuttosto che del droide (nonostante non sapesse che questa aveva già visionato la mappa per Skywalker). La visione con i cavalieri di Ren e Kylo che ne trafigge uno è stata del tutto trascurata.
Ma il punto più importante, è che questo twist, assieme a tutto quello che Rey ha fatto in questo episodio,
non cambia nulla per il personaggio e la sua evoluzione.
Né cambia nulla per il suo relazionarsi con altri pg.
Quando Luke la mette alla prova, lei si dimostra la solita, e a questo punto ingiustificata, ragazza prodigio (laddove Luke, durante l'addestramento con Yoda, era un continuo disastro), incorruttibile, orfana di nessuno, solo occasionalmente colorita da brevi scatti di rabbia. Perfetta era alla fine di Ep. VII, perfetta è rimasta alla fine di Ep. VIII.
Più Mary Sue di così si muore. Davvero.
Sugli altri pg sintetizzarei così: i vecchi (Leia, Chewie e i droidi) usati poco e male; i nuovi (Finn, Poe) idem; i nuovissimi peggio che andar di notte, nonostante eccellenze della recitazione come Laura Dern e Benicio del Toro. Lo SW più lungo di sempre per uno stuolo di pg pointless.
RIEPILOGO PER CHI SI SCOCCIA A LEGGERE IL PAPIRO- Proganista Mary Sue? Check.
- Pg e villain ridotti a plot devices? Check.
- Plot holes? Check.
- Pg classico stuprato? Check.
- Diamo letteralmente fuoco alla mitologia della saga? Check.
- Scelte di stile pacchiane e/o schizofreniche? Check.
- Una intera plot line filler? Check.
- Pesciate di regia e fotografia? Check, ma ci son pure le cose belle e quelle belle-belle!
- Umorismo inopportuno? Check
C'è del buono, qui e lì; ma ci sono altresì importanti problemi oggettivi che, nel mio caso, hanno disturbato potentemente la visione, messo costantemente a dura prova la sospensione dell'incredulità ed inficiato la consistenza dell'opera nel suo complessivo.
Soggettivamente può intrattenere e pure emozionare.
Obiettivamente è scritto male e portato in scena in maniera quantomeno opinabile.Il fatto che nel giro di un week end sia divenuto lo Star Wars con lo user score più basso di sempre su RottenTomatoes qualcosa vorrà pur dire, visto che si parla di un film alla portata della massa e alla medesima rivolto.