https://www.eurogamer.it/articles/2018-06-27-news-videogiochi-faccio-il-misterioso-su-death-stranding-perche-la-gente-vuole-risposte-pronte
Bravo Kojimone.
Bravo, insomma, diciamo che è condivisibilissima la visione dei social network come 'mente alveare' portavoce, spesso, di (pre)giudizi beceri e aspettative illegittime sui prodotti videoludici in fieri.
Pregiudizi e aspettative capaci di creare una massa critica tale da indurre i publisher e esercitare pressioni atte a riallineare il gioco in fase di sviluppo alle PRESUNTE volontà del 'popolo sovrano', depauperandone gli aspetti autoriali, banalizzandolo e spesso creando compromessi che, per accontentare 'molti', finiscono per deludere tutti.
In questo senso, trovo lodevole la battaglia per prendere per il culo quella 'massa social' che non so per quale cortocircuito sociologico si sente oggi legittimata a PRETENDERE di vincolare entro le proprie aspettative la produzione un AUTORE (sostituendosi, così facendo, all'autore stesso, con risultati a dir poco degradanti sulla creatività nell'offerta dell'entertainment che sono sotto gli occhi di tutti, nel videogioco e non). Trovo anche corretto rifocalizzare la mission dell'entertainment sull'intrattenere/divertire/stimolare e non sul COMPIACERE il pubblico/utenza.
Ciò detto, c'è una bella differenza tra il 'non dare risposte' e il 'non stimolare delle domande sensate'... e Koji, in questo momento, fallisce sul secondo punto. Ché va benissimo la crociata anti-populista, ma per essere credibile devi farla con onestà intellettuale e non strumentalizzarla trollando supercazzole astruse perché (a mio avviso) non hai ancora un cazzo da mostrare dopo tre anni.
Insomma, citando i Baustelle, è il caso di dire "l'erba ti fa male se la fumi senza stile".