Ipse dixit
Che bello, purtroppo solo ogni tanto e mai quanto mi piacerebbe, venir sverniciati dai fatti.
Destiny
Che cazzata.
Così come anche paventare l'invenzione dello 'strand game'. Quel primato semmai
spetta ad altri.
Ci si torna tra poco, una cosa per volta.
Perché in realtà il buon Hideo ha generato tutta un’altra cosa che prima non era: il walking simulator.
E che fottuto gran gameplay a condirlo, con margini evolutivi gargantueschi in prospettiva futura.
Penso ad una maggior imprevedibilità delle condizioni da affrontare, ad un motore fisico applicato su scala territoriale. Terreni sdrucciolevoli, acque ancora più turbolente, massi che cedono, frane, valanghe che modifichino il territorio inducendo a cambi di strategia, scalate ancor più articolate, cadute aggrappati a cavi di fortuna, picozze, unghie contro la roccia e chi più ne ha più ne metta.
Speriam che questa volta non prenda un granchio : ). E che l’illustre abbia fondi sufficienti per proseguire su questo sentiero di grandezza.
con trama supercazzola
Ed indubbiamente è tale. Eppure, non si capisce bene come né perché, io mi son bevuto tutto ma proprio tutto dal primo all'ultimo sorso.
Perfino persuaso che la teoria della tizia
in rosso, circa l'estinzione quale occasione di rafforzamento, abbia un suo sporco perché.
Ecco, magari non lo farei girare in *certe* latitudini, dove l'annichilimento viene anelato a botte di C4 :asd:.
Teniamocela solo come buona suggestione.
e il gimmick del cordone ombelicale o quel cavolo che è a variare (solo apparentemente) la formula.
Qui, come si diceva, Miyazaki e compagnia dissero già tutto ai tempi.
Qui ovviamente l’idea si è estesa e innervata in ogni aspetto di gioco, fino all’ossessione. La componente social è tanto peculiare e imprescindibile, quanto a tratti talmente invasiva dall’appiattire o quasi il coefficiente di difficoltà.
Ma il genio dei Giapponesi si disvela esattamente in tali frangenti, seppure sia possibile apprezzarne la reale portata solo nel protrarsi delle ore passate ad imparare il mestiere del fattorino che non deve chiedere mai.
Il messaggio di fondo è talmente basico da rasentare il banale, ma l’esecuzione in un contesto perdipiù interattivo lo rende poetico.
Casca l'occhio su quella barra e quel numero con una serie improbabile di zeri e liquidare il tutto con sufficienza è un attimo: è una boutade, non se ne vedranno mai gli effetti.
Avanti tutta di tre settimane, dopo 120 ore di pacchi, pacchetti, contropaccotti e paccottiglie travasati a destra e a manca ed ecco che quello stesso ponte posizionato dal collega Bellazio73 un po’ a casaccio, quasi d'intralcio e certamente pure un filo antiestetico nel contesto del proscenio naturale di quella vallata primordiale, non solo non c’è più ci si attacca, ma non c’è più proprio quando sarebbe servito disperatamente.
E a quel punto tutte quelle che sembravano -erano!- frasi fatte sul darsi una mano vicendevolmente, prendono improvvisamente vigore, percependo come nulla sia davvero scontato in un universo simulato dove le risorse non siano esattamente ‘date’ e vadano invece gestite senza soluzione di continuità.
L’entropia continua a fare il proprio corso, l’unico vero antagonista che si frappone tra il giocatore e l’obiettivo: l’efficienza assoluta, che necessita di strumenti funzionanti e di manutenzione perpetua.
Da soli non si va da nessuna parte.
Death Stranding è un gestionale di razza, che dissimula la propria natura dietro la maschera apparente di un’avventura on the road. Ma la sostanza è quella e prima lo si realizza, meglio si riesce a cavarne il meglio.
L’altra cosa che mi ha stupefatto è la visionarietà.
Non si tratta di inventare per diversificare dal trito, dal già visto; bensì di farlo con due piedi nel presente.
Complicato.
Probabilmente in un film “stampare” un ponte sarebbe già di per se stessa un’idea evocativa.
Ma creare di persona un artefatto del genere, attraverso quel feedback audio-motorio-visivo? Notare per la prima volta il countdown, testimone del fatto che sì, la spiaggia è magica, ma fino ad un certo punto. Essa stessa ha dei tempi di tolleranza, dei limiti?
Di fronte a certe cose sono rimasto incredulo e questo perché è molto probabile che prima o poi ciò che si è visto in questo gioco, grossomodo, accadrà.
Covid permettendo, beninteso; ma come il gioco predisse (eh), aiutiamoci ad aiutarci.