Secondo voi sto gioco si avvicina molto a l’ultimo Zelda di Nintendo?
Per me pochissimo. L'unico punto in contatto è un'esplorazione open world che faccia riferimento a una mappa inizialmente muta, con la possibilità di impostare manualmente dei punti di percorrenza. Però poi qui il gameplay non è l'esplorazione, ma la navigazione, che non è tenere una levetta avanti o guardare un grafico torta che si esaurisce: bisogna ponderare dove mettere ogni passo perché ogni sasso, pendenza o corso d'acqua sono un potenziale inciampo e quindi pericolo per il carico. Uno dei motivi che aveva acceso il mio interesse per DS (e io partivo davvero da zero, da quanto non mi erano piaciuti gli ultimi tre MGS) è che oltre al tema della riconnessione, poneva forte il tema della simulazione ambientale. Nei VG siamo abituati a:
guadare fiume = attraversare texture dinamica
scalare montagna = spammare salto
correre su un campo da golf o in discesa su una pietraia montana = la stessa cosa
Per me l'amore è scattato quando ho visto che quella geografia clamorosa non era solo la traduzione 3d di splendide concept art o dei panorami islandesi, ma qualcosa con cui entrare fisicamente in contatto e con cui negoziare continuamente. Insomma, da un lato i rapporti umani, da recuperare oltre Instagram nella loro inesauribile complessità. Dall'altro lo stesso con l'ambiente, da riscoprire e apprezzare più che mai proprio nella combinazione di bellezza e asperità, con un messaggio ecologico che arriva dritto sottopelle.
RDR2 è l'unico ad avere una paragonabile fisica dei terreni. Purtroppo è uno dei tanti prodigi tecnici che realizza solo per abbandonarlo poi nel game design. Per cui ti aspetti a un certo punto il fugone a piedi giù per una montagna dove sta crollando una miniera, con scivoloni, ruzzoloni, ecc.... e niente, le missioni sono giocare a poker e aggirare la casa da destra, ché se lo fai da sinistra è game over.