D'accordo con Ryo, il Yates che mi ha fatto apprezzare quel viaggio intimo quasi a la "Session 9" ne "I doni della morte-parte prima" non delude,prima parte e inizio della seconda colpiscono (se le aspettative di partenza sono,giustamente,basse)per un girato non banale,graziato da buona fotografia e da un taglio un pò "batmaniano",che trova nei piccoli dettagli fisici lo spunto per narrare,senza troppe parole,il mondo dentro e attorno,con ritmo riflessivo e buona gestione degli altrimenti dannosissimi flashback.
Mi ha stupito in particolare come le rispettive fisicità siano state usate come mezzo di narrazione, tramite la ripresa di una sensualità che non si ferma mai alla prima voce di un arido dizionario,ma scolpisce direttamente nei corpi pensieri e attitudini,in un gioco che personalmente dai tempi di Ladyhawke non mi faceva considerare la bellezza di un interprete come parte integrante del tessuto cinematografico.
Poi il film arriva allo showdown finale,e lì purtroppo si tratta di seguire un copione ormai consolidato,che ti fa spegnere il cervello sperando che la tortura pirotecnica duri il meno possibile.
Non è Greystoke (che adoro e rivedrei a ciclo continuo come un film della coppia Spencer-Hill),e non è nemmeno il suo seguito,ma si poteva fare molto peggio.