Maronna l'opulenza realizzativa. Di solito si vede uno stacco nei giochi tra le scenette dei vertical slice per l'E3, dove è tutto impeccabile, e tutto il resto. Qui potevano prendere qualsiasi scena e sbatterla in un trailer che era uguale, è tutto impeccabile e non ha sbavature in nessuna forma.
E funziona, funziona molto bene. Sono a 2/3 (così a occhio) del gioco, con Markus che va alla
. Le fasi QTE ci sono ma sono mediamente più brevi che negli altri titoli QD. Bivi e flowchart sono intriganti e la storia sembra sempre e comunque scritta sulla base delle scelte che fai, con continuità e senza stacchi evidenti o facilonerie narrative. Forse un po' troppo evidente la segnaletica e l'equivalente di "Hank ricorderà questa cosa" di Telltelliana memoria.
Mi piace come i singoli episodi tendano a tirare fuori alcuni elementi dello scenario e li portano a compimento senza però farne il perno dell'esperienza, che rimane la storia dei 3 androidi. Da sto pdv è più Beyond che Heavy Rain ma lo dico nel senso migliore: HR si basava su un mistero e questo alimentava tutto, al punto tale che una volta risolto, rimaneva poltiglia nelle mani (il reveal finale di HR è il più brutto della storia umana e non). In Beyond era dato più valore alle singole "vignette narrative", cercando di creare empatia col giocatore e riuscendoci a tratti alterni. In Detroit sono quasi tutti centri, per quanto mi riguarda, a parte alcuni momenti un po' troppo in-your-face, gli episodi sono diversi, mediamente brevi e incisivi, e arricchiscono la descrizione di Detroit come insieme di influenze sci-fi e dinamiche culturali/attualità. Davvero un bel titolo.