Autore Topic: [PS4] Detroit  (Letto 34617 volte)

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Offline Getter

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #150 il: 04 Giu 2018, 21:42 »
Non so aiutarti, gioco tutto sempre in lingua originale con sottotitoli.
Voi siete sicuri di essere nel giusto, tuttavia non volete che la pensino tutti come voi. Non c’è verità senza gli scemi. (Don DeLillo)

Offline MaxxLegend

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #151 il: 05 Giu 2018, 08:58 »
Com'è il doppiaggio italiano?
Scuola milanese o romana, o misto?
Guarda qua e giudica tu (Demo ITA):
https://www.youtube.com/watch?v=G0levLyQkSY
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ ^^^^ ^^^ ^^ ^
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Offline Berto1412

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #152 il: 07 Giu 2018, 20:27 »
Finito. Devo dire che l'ho preferito di molto a Heavy Rain e direi che ha un tasso di rigiocabilità molto più alto.

Ecco come si è conclusa la mia partita.
Spoiler (click to show/hide)

A conti fatti, per numero di sopravvissuti, direi proprio il Finale che speravo di ottenere,Buonista e da Film Americano Blockbuster ma che in fin dei conti,ci sta.
Lord Casco: [Guarda alla televisione la scena che sta avvenendo] Che diavolo sto guardando? Quand'è che questo accade nel film?
Colonnello Nunziatella: Adesso. Sta guardando l'adesso, signore. Tutto ciò che avviene adesso sta avvenendo adesso

Offline Fabrizio1701

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #153 il: 10 Giu 2018, 00:25 »
Finito anche noi, con un finale leggermente peggiore di quello di Berto.
Però devo dire che ha preso bene anche mia moglie, quasi quasi vuole riniziarlo per salvare chi non siamo riusciti!

Offline Fabrizio1701

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #154 il: 18 Giu 2018, 14:18 »
Com'è il doppiaggio italiano?
Scuola milanese o romana, o misto?

Ah ecco non ti avevo risposto, non ho idea di quale scuola sia, ma secondo me il doppiaggio ha alti e bassi.
I bassi nello specifico sono le voci di Alice (la bambina) e Markus.
Gli altri invece per me sono di buon/ottimo livello.

Offline Il Gladiatore

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #155 il: 23 Lug 2018, 22:54 »
Allora, finito da una settimanella e in questo lasso di tempo mi sono adoperato a finirlo al 100%, praticamente un gioco nel gioco.

Della filosofia videoludica di Cage, del suo modo di intendere l’evoluzione del medium, della tenuta ludica dei suoi titoli e della presunzione (per non parlare di ignoranza) di determinati meccanismi che attivano il divertimento ho già parlato in passato, quindi non ci ritorno sopra. Il biasimo è e rimane immutato. Ma, appunto, se continuo a frequentare i suoi giochi sono complice, quindi bando alle lamentele.

Occorre quindi concentrarsi sul positivo, visto che il gioco ha comunque qualità innegabili. Detroit trae la sua ispirazione principale da West World, ottima serie HBO che tratta di vita artificiale e di replicanti, e ne mutua diverse suggestioni.. Il gioco si articola attraverso 3 linee narrative che sviluppano tematiche complementari: Il detective robot Connor e la presa di coscienza dal punto di vista identitario; il badante Markus e la disobbedienza civile derivata dal ruolo sociale dei robot; infine, la domestica Kara, la cui epifania riguarda il mondo dell’affettività e la protezione materna. In tutti e tre i casi, convergenti o divergenti, lo sfondo riguarda sempre la sottile differenza tra vita artificiale e vita organica e di come viene recepita. Con tutte le sorprese narrative del caso.

Le meccaniche con cui esperire tutto questo sono più o meno le medesime sperimentate di Heavy Rain e in Beyond: Two Souls, e principalmente si tratta di completare alcune sequenze narrative e disbrigo di azioni e movimenti con input del pad, a completamento e giustificazione di quanto avviene a schermo. R1, R2, un quarto di giro della levetta destra ecc. per tutto quello che normalmente sarebbe una semplice cutscene in Detroit è grammatica del videogiocare.  Poi c’è la parte investigativa, che si basa su due fasi. La prima è la ricerca di indizi e di prove e qui bisogna dire che la curiosità è ben ricompensata da opzioni, dialoghi aggiuntivi e possibilità che differiscono davvero tanto come esito. La seconda fase riprende la costruzione ipotetica di una scena avvenuta in precedenza, da vedere e rivedere con avanzamento e riavvolgimento dei vari istanti, in modo da scovare nuove informazioni. Tutto molto simile a quanto visto in Remember Me di Capcom oppure in Batman Arkham Knight. Sfizioso anche se poco originale.

Il resto è deambulazione in luoghi e contesti magnificamente ricostruiti, vari e assolutamente credibili. Questo è il punto forte di Detroit, ogni locazione è diversa dall’altra, ricca di particolari, dettagliata, viva, un lavoro mirabile. Ci sono 6-7 sequenze meravigliose e dal fortissimo impatto emotivo e, tra queste, alcune che si distinguono come stato dell’arte di empatia tra quanto rappresentato e il giocatore. In particolare faccio riferimento al
Spoiler (click to show/hide)
ancora più sorprendenti se si pensa che le scelte del giocatore (imposte e di condotta)  possono davvero cambiare in modo radicale la trama, per cui ogni esito è possibile. Mi sto rendendo conto di questo rigiocando i vari capitoli.

Per quanto riguarda i contenuti, rispetto a quanto detto prima, Cage non si avventura nella concettualizzazione filosofica della vita artificiale. Non ci sono grandi dialoghi, scambi di vedute, discorsi impegnativi, anzi…In questo senso pensavo a qualcosa di meglio, vista la natura del titolo. Però è solo un’ottica particolare, perché il gioco è come se partisse dal “basso”, dalla vita di tutti i giorni e dalle situazioni ricorrenti per comunicare un decisivo cambio di prospettiva tra l’umano e il sintetico. E il dispositivo è sempre quello del dissidio provocato dalla personale ricezione di giusto e sbagliato, dalle scelte e dalle conseguenze. Per cui si è privilegiata la sfera emotiva piuttosto che il ricorso a teorie ipotetiche e immaginifiche sulla vita sintetica. Ci sta, anche se personalmente m'è mancato un po' di spessore.
Ribadendo il talento di Cage nel confezionare prodotti esteticamente impeccabili e confermando il grande coinvolgimento di ogni singola scena, non posso far altro che consigliare il gioco.
A prezzo ridotto però.  :)
« Ultima modifica: 23 Lug 2018, 23:02 da Il Gladiatore »
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Ryo_Hazuki

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #156 il: 14 Ago 2018, 00:17 »
Com'è il doppiaggio italiano?
Scuola milanese o romana, o misto?

Ah ecco non ti avevo risposto, non ho idea di quale scuola sia, ma secondo me il doppiaggio ha alti e bassi.
I bassi nello specifico sono le voci di Alice (la bambina) e Markus.
Gli altri invece per me sono di buon/ottimo livello.
Sentendo le voci direi Milano (si riconoscono Balzarotti in Hank e Scarabelli in Hank), qualche doppiatore da videogioco già sentito...

Offline Freshlem

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #157 il: 23 Ago 2018, 23:31 »
Un collega me l'ha prestato e l'ho iniziato fresco fresco ieri sera.

Partiamo dal fatto che son semi-masochista: i giochi di Cage li ho acquistati quasi tutti nella mia carriera da giocatore. L'unico che non ho mai giocato nè comprato è Omikron.

Stanco di foraggiare il Luc Besson dei "poveri", ho optato di non acquistare questo Detroit. Mi scoccia pagare a prezzo pieno un film interattivo che di fatto non spolpo mai: una volta visto un finale, abbandono il gioco sullo scaffale e via.

Sul modo di raccontare le storie, Cage puo' cambiare nome quante volte vuole, ma la scuola francese nella sceneggiatura si nota sempre.
Scuola che non disdegno, sia chiaro, ma di cui non ne vado manco matto a dire il vero.

In ogni caso, bando alle ciance.
Il gioco parte bene.
Si intravede qualche texture e architettura poligonale di basso livello (gli alberi nel parco son da PS3), ma al netto di qualche leggera sbavatura,

MIODIO che opulenza grafica.
Che roba. Tanta roba.

Son curioso di vedere come procede, e ben contento di impegnarci un po' di ore sopra.
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Offline alienzero

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #158 il: 05 Set 2018, 01:02 »
Ci sto giocando. Che gioco, che grafica. Ok ok é sempre roba alla Cage, ma tecnicamente va visto dal vivo per poter farsi un'idea della qualità che son riusciti a raggiungere.
Per ora promosso, belle ministorie, bei contenuti.

Offline Actze

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #159 il: 05 Set 2018, 10:07 »
Allora, finito da una settimanella e in questo lasso di tempo mi sono adoperato a finirlo al 100%, praticamente un gioco nel gioco.

Della filosofia videoludica di Cage, del suo modo di intendere l’evoluzione del medium, della tenuta ludica dei suoi titoli e della presunzione (per non parlare di ignoranza) di determinati meccanismi che attivano il divertimento ho già parlato in passato, quindi non ci ritorno sopra. Il biasimo è e rimane immutato. Ma, appunto, se continuo a frequentare i suoi giochi sono complice, quindi bando alle lamentele.

Occorre quindi concentrarsi sul positivo, visto che il gioco ha comunque qualità innegabili. Detroit trae la sua ispirazione principale da West World, ottima serie HBO che tratta di vita artificiale e di replicanti, e ne mutua diverse suggestioni.. Il gioco si articola attraverso 3 linee narrative che sviluppano tematiche complementari: Il detective robot Connor e la presa di coscienza dal punto di vista identitario; il badante Markus e la disobbedienza civile derivata dal ruolo sociale dei robot; infine, la domestica Kara, la cui epifania riguarda il mondo dell’affettività e la protezione materna. In tutti e tre i casi, convergenti o divergenti, lo sfondo riguarda sempre la sottile differenza tra vita artificiale e vita organica e di come viene recepita. Con tutte le sorprese narrative del caso.

Le meccaniche con cui esperire tutto questo sono più o meno le medesime sperimentate di Heavy Rain e in Beyond: Two Souls, e principalmente si tratta di completare alcune sequenze narrative e disbrigo di azioni e movimenti con input del pad, a completamento e giustificazione di quanto avviene a schermo. R1, R2, un quarto di giro della levetta destra ecc. per tutto quello che normalmente sarebbe una semplice cutscene in Detroit è grammatica del videogiocare.  Poi c’è la parte investigativa, che si basa su due fasi. La prima è la ricerca di indizi e di prove e qui bisogna dire che la curiosità è ben ricompensata da opzioni, dialoghi aggiuntivi e possibilità che differiscono davvero tanto come esito. La seconda fase riprende la costruzione ipotetica di una scena avvenuta in precedenza, da vedere e rivedere con avanzamento e riavvolgimento dei vari istanti, in modo da scovare nuove informazioni. Tutto molto simile a quanto visto in Remember Me di Capcom oppure in Batman Arkham Knight. Sfizioso anche se poco originale.

Il resto è deambulazione in luoghi e contesti magnificamente ricostruiti, vari e assolutamente credibili. Questo è il punto forte di Detroit, ogni locazione è diversa dall’altra, ricca di particolari, dettagliata, viva, un lavoro mirabile. Ci sono 6-7 sequenze meravigliose e dal fortissimo impatto emotivo e, tra queste, alcune che si distinguono come stato dell’arte di empatia tra quanto rappresentato e il giocatore. In particolare faccio riferimento al
Spoiler (click to show/hide)
ancora più sorprendenti se si pensa che le scelte del giocatore (imposte e di condotta)  possono davvero cambiare in modo radicale la trama, per cui ogni esito è possibile. Mi sto rendendo conto di questo rigiocando i vari capitoli.

Per quanto riguarda i contenuti, rispetto a quanto detto prima, Cage non si avventura nella concettualizzazione filosofica della vita artificiale. Non ci sono grandi dialoghi, scambi di vedute, discorsi impegnativi, anzi…In questo senso pensavo a qualcosa di meglio, vista la natura del titolo. Però è solo un’ottica particolare, perché il gioco è come se partisse dal “basso”, dalla vita di tutti i giorni e dalle situazioni ricorrenti per comunicare un decisivo cambio di prospettiva tra l’umano e il sintetico. E il dispositivo è sempre quello del dissidio provocato dalla personale ricezione di giusto e sbagliato, dalle scelte e dalle conseguenze. Per cui si è privilegiata la sfera emotiva piuttosto che il ricorso a teorie ipotetiche e immaginifiche sulla vita sintetica. Ci sta, anche se personalmente m'è mancato un po' di spessore.
Ribadendo il talento di Cage nel confezionare prodotti esteticamente impeccabili e confermando il grande coinvolgimento di ogni singola scena, non posso far altro che consigliare il gioco.
A prezzo ridotto però.  :)

potresti fare il redattore di professione...
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Offline plusmin

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #160 il: 12 Set 2018, 18:52 »
il finale da me ottenuto è stato discretamente tragico nonostante le scelte che, almeno apparentemente, erano positive.

idem. nello specifico

Spoiler (click to show/hide)

detto questo: dei cliché sul tema androide è stato già detto ed è tutto vero. impatto grafico notevolissimo, ma gameplay risicato. non che non si sapesse, ma se in heavy rain la storia lasciava incollati al pad e si rinunciava a giocare per fare gli spettatori qui ci sono stati alti e bassi che non sempre ho gradito. e ho avvertito la sensazione del "ma quando finisce???".

consigliato, ma a prezzo ridotto. non perchè manchi di qualità, ma per quello che ho ricevuto io giocandoci.
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VinilicaMente Finalmente su YouTube il migliore canale dedicato al vinile

Offline Xibal

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #161 il: 12 Set 2018, 21:09 »

potresti fare il redattore di professione...
E' la professione che ormai non è più all'altezza di certi contenuti...
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
"Solo in un teatro delle marionette" (Red Dead Redemption 2)

Offline Il Gladiatore

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #162 il: 13 Set 2018, 19:40 »
potresti fare il redattore di professione...
Oh, beh, grazie, ma scrivo post troppo lunghi per cui sono poco letto!  :D

In ogni caso, io faccio parte di quella generazione che da giovanissima si è abituata a fantasticare sulle parole incantate (o sdegnate) di qualche recensore. Scrivere di videogiochi, per me, è ancora il modo migliore di comunicare efficacemente questa passione, dopo la prova pratica, s'intende.
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #163 il: 13 Set 2018, 21:53 »
Finitio ieri sera.

Apparentemente solo l'1% della mia lista amici (e il 3% worldwide) hanno avuto il mio finale.

Iniziamo subito con le brutte notizie:

Spoiler (click to show/hide)

Che dire? secondo me i giochi di Cage son tutti uguali nelle meccaniche. Magari son superficiale io, ma mi pare che i soldi vengano spesi sugli attori, sulla resa grafica e sulle musiche. Non necessariamente un male, ma personalmente tra Heavy rain, Beyond e questo le meccaniche non son cambiate di una virgola. Che non è il male. Basta sapere a cosa si va incontro.
Alla fine, preferire un titolo all'altro sta completamente alla sceneggiatura, non al gameplay (imho).
O meglio, le variazioni al gameplay son talmente piccole che non sono quelle a influenzare la preferenza di un titolo ad un altro.

Cage e i cinepanettoni francesi.

Se presi in piccole dosi, son godibilissimi.
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Offline Fabrizio1701

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Re: [PS4] Detroit
« Risposta #164 il: 14 Set 2018, 15:23 »
Fresh i tuoi finali sono bellissimi, devo rigiocarlo da cattivo!