I metroidvania sono come le tette, belli o brutti alla fine ti diverti comunque. Questo Xeodrifter sta un po' nel mezzo e inizialmente non si presenta benissimo. La grafica ha pixel grandi come lenzuola, il protagonista è anonimo, il salto e i movimenti un po' ipercinetici e questa cosa che un gioco vintage debba avere lo sparo quadridirezionale come MegaMan perché altrimenti sei un bimbominkia un po' mi infastidisce (va bene, ha un suo senso per come sono strutturati i combattimenti, ma lo odio lo stesso).
In realtà basta poco per scoprire un gioco con i piedi ben piantati per terra, che dosa esplorazione, upgrade e backtracking con la giusta misura e riesce a condensare in tre orette tutti gli elementi salienti del genere, inclusi boss finali troppo simili tra loro ma con pattern interessanti.
Avrei preferito lo stesso minimalismo anche nel menu di gioco, perché trovo inutili tutte quelle opzioni di potenziamento dello sparo e le tre configurazioni intercambiabili, quando in realtà basta pompare un paio di statistiche per procedere tranquillamente.
Riguardo all'arma caricata accessibile dal menu di pausa, non so come fosse su 3DS, ma la trovo una cosa voluta, per evitare che sia troppo facile usarla al volo contro i boss.