Autore Topic: Gender e insegnamento scolastico  (Letto 30856 volte)

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Offline Oberon

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Gender e insegnamento scolastico
« il: 25 Ago 2015, 16:40 »
Raccolgo l'invitio di Ivan per creare un topic di discussione su un argomento probabilmente abbastanza sgradito ai più, ma per il quale vale la pena tentare di gettare un seme anche su TFP.

In quanto 'tecnico' della materia, mi sembra doveroso dare un modesto e necessariamente limitato contributo teorico o informativo.

Innanzitutto, occorre precisare, come ha già fatto Spritz, che non esiste alcuna “teoria del gender”. Quelle a cui si fa generalmente riferimento come ‘teorie sul gender’ o ‘questione di gender’ rimanda a un filone d’indagine che si inserisce all’interno del più ampio campo di ricerca a cui si convenzionalmente riferimento come “teorie culturali e postcoloniali” che inglobano dibattiti di natura filosofica, linguistica, letteraria, sociologica, transmediale, economica e persino biologica. Pertanto, queste teorie non forniscono risposte, dogmi, regole o certezze, ma strumenti per porsi nuovi interrogativi.
Il filone sul gender riprende i dibattiti su sessualità e soggettivazione già lungamente avviati in filosofia (Marx, Nietzsche, Bergson, Derrida, Foucault, Deleuze), psicoanalisi (Freud, Jung), linguistica (de Saussure) e altri ambiti del sapere e trovano nella filosofa Judith Butler uno dei suoi massimi esponenti. Di seguito trovate una delle frasi più citate (dal testo intitolato The Psychic Life of Power).

“Power is both external to the subject and the very venue of the subject. This apparent contradiction makes sense when we understand that no subject comes into being without power, but that its coming into being involves the dissimulation of power, a metaleptic reversal in which the subject produced by power becomes heralded as the subject who founds power.”

Questa frase, rimandando a concetti già espressi mutatis mutandis da Marx, Saussure, de Beauvoir, Derrida, Foucault ecc. viene usata da Butler per spiegare uno dei meccanismi fondamentali dell’interazione tra poteri: la dissimulazione. Un soggetto, per potersi costituire come tale, deve prima assoggettarsi a sistemi di poteri e ordini di discorso che lo precedono. Tali poteri riguardano diversi piani di realtà, da quello prematerico, a quello dell’interazione della materia, a quello biologico per arrivare ai domini astratti della lingua, della cultura e del capitale. In altri termini, il soggetto è un’entità che subisce i poteri, in quanto eredita meccanismi e dispositivi di cui ignora del tutto il funzionamento, e a un tempo contribuisce al loro rinnovamento nella misura in cui vi aderisce e li ripropone. Qualche esempio concreto: attraverso il linguaggio, il soggetto eredita un insieme di regole allo stesso tempo linguistiche (norme grammaticali, ecc.) e culturali (i desideri e gli interessi delle coscienze che lo hanno storicamente preceduto). Tali norme sono costruzioni legittimate solo dal patto convenzionale implicito delle comunità che lo hanno preceduto, non hanno alcuna ragione necessaria o naturale ma, proprio per questo, paradossalmente il soggetto non vede nessuna ragione per opporvisi. Il soggetto abbraccia questo insieme acriticamente e incondizionatamente perché è l’unico modo che ha per essere capito e accettato nella comunità che lo accoglie e, nella misura in cui lo fa, contribuisce inconsapevolemtne ad alimentare l’illusione di naturalità, giustezza, necessità o inevitabilità percepita su cui il sistema si regge per potersi sostenere e propagare. L’indissolubilità del binomio io/mio fa sì che, una volta introiettato un certo bagaglio di regole e di saperi, il soggetto le percepisca come qualcosa di ‘suo’, parte della 'sua' personalità, e non di imposto dall’esterno. Freud ha dimostrato come il disgusto per le feci non sia un fatto ‘naturale’, ma acquisito culturalmente. Fate crescere un bambino in un ambito pre-culturale, dove non possa imparare a parlare ed ereditare un certo bagaglio di saperi, e questi quasi certamente non proverà alcun disgusto per le feci. In altre parole, il linguaggio non si limita a descrivere il reale e il rapporto del soggetto con la realtà che lo circonda, ma contribuisce a condizionarlo in maniera determinante, persino a crearlo.
Il processo di imitazione vale anche per i successivi momenti di individuazione psichica dell’individuo, tra cui, sostiene Butler, l’orientamento sessuale. Gli individui nascono con un sesso biologico ben determinato, maschi o femmine, ma questo ha poco a che vedere con l’orientamento e gli appetiti sessuali, che sono invece in gran parte ereditati culturalmente. Nelle società patriarcali, questo si verifica innanzitutto attraverso l’inconscio collettivo che si diffonde con il linguaggio, ma anche attraverso la pratica corporea. Una bambina non ha alcun motivo biologico per mettere la gonna, aspirare a crescere dei figli o possedere determinati attributi caratteriali. Questi sono la conseguenza dell’assimilazione graduale di quel sistema di norme e comportamenti la cui adesione era la condizione per una facile accettazione sociale, a partire dai genitori in primo luogo. Ergo, donne non si nasce, ma si diventa. Lo stesso vale per la categoria di ‘uomo' e quella di ‘famiglia’. Che la procreazione richieda biologicamente un uomo e una donna è un fatto naturale. La composizione della famiglia, al contrario, non è un fatto naturale, ma culturale. La natura non ci dice nulla cosa sia una famiglia, da quanti membri debba essere composta, dei comportamenti sessuali che i suoi componenti debbano adottare, di se e come i figli debbano essere crescuti. Questi sono fatti culturali, variabili storicamente e geograficamente. Lo stesso orientamento sessuale non è un fatto naturale, ma culturale. I maschi della tribù Sambia in Papua Nuova Guinea non hanno alcuna avversione per il membro maschile, né il desiderio di quest’ultimo implica la presenza di tratti femminili. Anzi, il pene rientra in un rito essenziale e molto ambito per varcare la soglia della virilità. I maschi devono infatti attuare una fellatio agli ‘adulti’ e berne lo sperma per acquisirne la forza. Disprezzata, invece la vagina delle donne. Fuori dalla coscienza patriarcale, il pene cessa di essere totalmente un simbolo fallico e la natura non si dimostra affatto avversa all'omosessualità. Trovate un video qui: https://www.youtube.com/watch?v=FrCx_WPOc6k

Questo post introduttivo è già molto lungo per cui mi avvio alla conclusione. I dibattiti sul gender hanno diverse utilità fondamentali per lo sviluppo del pensiero umano. Mettono in guardia dalla presunzione del soggetto di essere padrone dei suoi strumenti biologici e intellettuali, quando invece contribuiscono a determinarlo. Quanto più il soggetto è schiavo e subalterno al sistema di saperi che lo domina, tanto più questi si mostrerà cieco nella sicurezza con cui difenderà il suo libero arbitrio, le sue capacità di scelta e decisionali, si sentirà padrone delle sue conoscenze e restio al cambiamento e al 'genuino' accoglimento della diversità. Per questo soggetto, la massima conquista sociale è una finta tolleranza che non conduce mai a vera accettazione della differenza. L’illusione di emancipazione del soggetto è pericolosa perché lo porta ad attuare quei sistemi di violenza epistemologica che sono fonte di intolleranza, contraddizioni, stereotipie, pregiudizi e ipocrisia. Tutti i corpi ‘ambigui’ o ‘devianti’ che minacciano la sua capacità di leggere il corpo come un testo dal quale ottenere preconcetti e aspettative (sei femmina, quindi devi fare questo, sei naturalmente portata a pensare o a desiderare questo ecc.) sono vissute come pericolose anomalie che devono essere eliminate o, se questo non è possibile, contenute o limitate nei loro diritti fino ad arrivare, inevitabilmente, ad arrogarsi diritto di vita e di morte su queste ultime. In questo modo, è sempre complice di sofferenze, disagi e violenze di ogni genere che, anche se non se ne rende conto, arriveranno prima o poi a riguardare anche lui. Si tratta, in ultima analisi, di un sistema di saperi che provando a rendere consapevoli il soggetto del carattere relativo suo e dei suoi strumenti, risvegliano le coscienze sulla crudeltà implicita nella presunzione di ogni sapere e a rendere il mondo un posto migliore per tutti. Trovare un modo per aiutare a rendere i bambini più consapevoli di questi aspetti è a mio avviso il dovere di una collettività di individui che ambisca ad essere in qualche modo più autenticamente 'umana' e meno artificiale.
« Ultima modifica: 05 Ott 2015, 14:59 da Oberon »
"Quas dederis, solas semper habebis opes."

Offline Noldor

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #1 il: 25 Ago 2015, 16:56 »
Grazie per l'esaustiva spiegazione che chiarisce e approfondisce  i mille discorsi che si sentono su quest'argomento.
Io spero si possano dare più  input possibile alle nuove generazioni  di modo tale che possano costruirsi una mente il più  aperta  possibile.
Vuoi condividere le tue identità online o aggiungere qualche TFPer alle tue liste amici? Questo è il topic che fa per te!

Offline Account_191220

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #2 il: 25 Ago 2015, 17:06 »
Grazie Oberon, molto interessante.

Offline horatiusx

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #3 il: 25 Ago 2015, 17:15 »
Oberon, argometo interessante. Mi riservo un altro paio di letture per essere certo di aver capito.
Floppy Disks are like Jesus: they died to become the icon of saving.

Offline iKenny

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #4 il: 25 Ago 2015, 17:21 »
Grazie Oberon. Mi riservo anche io il diritto di leggere per bene quanto da te scritto e intervenire a riguardo.

Offline Ifride

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #5 il: 25 Ago 2015, 19:52 »
Post meraviglioso. Grazie Oberon.
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Offline O_O

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #6 il: 25 Ago 2015, 21:04 »
Leggo con calma, ottima idea
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Offline Yoshi

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #7 il: 25 Ago 2015, 21:09 »
Solo un punto non mi è chiarissimo, fino a che punto l'orientamento sessuale sarebbe determinato da un condizionamento culturale. Cioè, tra me etero e un mio coetaneo e compaesano omo la differenza dove starebbe?
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Offline The Fool

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #8 il: 25 Ago 2015, 21:23 »
Alle elementari c'avevo un compagno di classe che già era gay. È proprio nato gay. Quindi no, non è solo questione di "cultura". Ci vuole una predisposizione su base biochimica, come per le malattie.
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Offline O_O

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #9 il: 25 Ago 2015, 21:35 »
Secondo me non è tanto per delineare l'orientamento sessuale quanto per normalizzare se così si può dire (nel senso di conoscere)(che camminata sulle uova)gli orientamenti sessuali diversi
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Offline l'Amico

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #10 il: 25 Ago 2015, 21:36 »
Ma non ho capito, cosa vorrebbero insegnare ai bambini di 5 anni questi?
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Offline Madron

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #11 il: 25 Ago 2015, 21:39 »
Gesù è il 2015 e la gente ancora crede "La gente ci nasce gay, mica ci diventa".
La sessualità viene determinata in base agli input che il bambino/bambina riceve da piccolissimo e per periodi costanti.
Dico questo perchè ho 3 esempi di gente che è cresciuta con me, roba che ho visto per tutti i giorni a scuola ed in attività extrascolastiche.
Inoltre se uno conosce VERAMENTE fin da piccolo almeno 2/3 persone che poi si riveleranno gay (mica "ma ki io!? O tantixximi amici ghei evvia!!", dico sul erio)  capisce benissimo che il tutto parte da quando si è piccoli, nel caso di uomini effeminati e donne che sembrano maschi a tutti gli effetti.
È uno dei motivi per cui "non accetto" l'omessualità come condizione dalla nascita "Eh vabè che ci vogliamo fare", è solo una conseguenza di un fallimento dei genitori.
Il solo pensiero che qualcuno possa fare giochini su cose del genere fa capire quanto il mondo sia marcio, ma non ho letto bene tutto il post, ho scritto questo messaggio solo per rispondere a The Fool.

Offline l'Amico

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #12 il: 25 Ago 2015, 21:44 »
Gesù è il 2015 e la gente ancora crede "La gente ci nasce gay, mica ci diventa".
La sessualità viene determinata in base agli input che il bambino/bambina riceve da piccolissimo e per periodi costanti.
Ma scusa, e allora tutti i fratelli/sorelle etero dei gay? Non sono cresciuti anche loro nella stessa casa, mangiando lo stesso cibo?
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Offline Drone_451

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #13 il: 25 Ago 2015, 22:08 »
L'omofobia è discriminante per gli uomini ed è legata al senso estetico

https://youtu.be/p2dhDpAlFCM?t=5m13s
« Ultima modifica: 26 Ago 2015, 08:33 da Drone_451 »
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Offline baku.nin

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Re: Questione di gender e insegnamento scolastico
« Risposta #14 il: 25 Ago 2015, 22:09 »
quando viene chiuso questo topic abominevole??
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