Durante la preghiera rituale vengono recitate alcune precise formule e alcuni versetti del Corano a memoria, e questo avviene in arabo, la lingua originale del Corano. Ma appunto perché è puramente rituale, questo non richiede che il fedele conosca l'arabo o lo parli.
Non è diverso dall'andare in Chiesa e recitare una preghiera in latino, pur senza sapere una parola dello stesso.
All'infuori di quel momento, sermoni, prediche, discussioni, studio del corano in moschea ecc possono e vengono fatti in qualsiasi lingua.
Lo stesso corano è tradotto in praticamente tutte le lingue del mondo proprio per ciò.
Ripeto, l'arabo inteso come etnia e quindi lingua è estremamente minoritaria nell'Islam moderno. Sarebbe quindi impossibile la sua imposizione come lingua di culto all'infuori appunto di determinate formule.
E questo è uno dei più grandi problemi legati alla religione e al concetto di fede, il ritenere plausibile che ci possa essere qualcun altro ad interpretare uno scritto (con tutti i possibili rimaneggiamenti dei secoli) al posto nostro...
Paradossalmente, proprio ciò succede nell'Islam, ed è anche il motivo della frammentarietà della religione. La mancanza di un reale clero o di figure gerarchiche nella religione musulmana nasce anche dalla convinzione che non vi debbano essere intermediari tra l'uomo e dio e lo studio del Corano. E' un fatto estremamente personale.
Ciò detto, pur capendo il tuo punto di vista, credo che forse l'avere una struttura da quel punto di vista più simile al Cristianesimo renderebbe oggi il mondo musulmano un interlocutore più "semplice" da approcciare.
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Tutto sommato non è male rotfl