Ho anche una domanda per il buon Nihil, che differenza c'è tra Sunniti e Sciti e perché stanno combattendo recentemente?
Molto sinteticamente, le origini della "scissione" se così si può chiamare, nasce dal fatto che una volta morto Maometto si creò un divergenza sul chi dovesse succedergli in termini di guida spirituale e politica.
I Sciiti ritenevano che tale successione dovesse essere non dico dinastica, ma quasi, nel senso che a guidare i musulmani (perlopiù il Califfo) dovesse essere un suo discendente.
I Sunniti (che ora sono la stragrande maggioranza) ritenevano invece che a guidare la comunità islamica potesse essere qualsiasi persona musulmana che si rivelasse degna di tale incarico, prescindendo dal lignaggio.
Ci sono poi differenze dottrinali, ma alla base di questa divisione ci sono, com'è evidente, motivazioni squisitamente politiche e di controllo del potere.
Il perché sia ancora un problema è difficile dirlo, ma può essere desunto dal fatto che questo conflitto sia praticamente esclusivo al Medio-Oriente, nel senso che ad esempio nell'Islam dell'Africa Occidentale con il quale sono più familiare questa macro-frattura è irrilevante, e valgono divisioni a livello più "locale".
Credo che il problema nasca da fattori storici. Un esempio che però può illustrare il contesto più ampio è quello dell'Irak. L'Irak è uno dei pochissimi paesi arabi a maggioranza Sciita, eppure il regime che lo ha governato per decenni (Saddam ed il Partito Ba'th) era in maggioranza Sunniti, creando sentimenti di rivalsa e rabbia tra le due comunità.
Questo si accentuò dopo la caduta di Saddam, quando furono i Sunniti ad essere questa volta messi in scacco perché visti come "complici" di Saddam, e così via in una spirale infinita.
Insomma, personalmente non credo che tra Sciiti e Sunniti esistano divergenze ideologiche o teologiche fondamentali. Il problema è che l'appartenenza all'una o l'altra comunità è stata di volta in volta strumentalizzata politicamente, anche da fattori esterni, che hanno continuato ad alimentare la polveriera.
E sì, idealista parecchio, troppo.
La violenza non si placa con le belle parole. Servono soluzioni pratiche, azioni nette che possano cambiare lo stato delle cose.
Se per mettere fine alle azioni terroristiche in Europa, in USA e, soprattutto, nelle stesse nazioni islamiche serviranno i soliti americani che entrano nell'ennesimo stato disastrato a fucili spianati, sarà una sconfitta prima di tutto dei moderati musulmani, che non danno prova di essere in grado di cavarsela da soli.
Quindi se gli americani decidono di andare a portare la democrazia in qualche paese medio-orientale (e abbiamo visto con che risultati) è colpa del musulmano X che non si scaglia pubblicamente contro il terrorismo?
Sono d'accordo che questa situazione è anche un sconfitta del moderatismo, ma ho sempre più l'impressione che tu stia dando la colpa di tutto ciò a chi proprio con queste faccende non c'entra nulla.
Se davvero pensi che ricada sui singoli musulmani il dovere di correggere la disinformazione e dimostrare che no, non sono terroristi e non patteggiano con il terrorismo, allora è una partita persa in partenza. Non è un criterio che applichiamo a nessuna altra categoria, perché dovrebbe invece essere così solo per i musulmani?
Su un punto concordo, ovvero che le guide spirituali e quelle figure che sono un punto di riferimento per determinati musulmani mettano in chiaro che gente come questi terroristi sono nemici della fede e dei musulmano e non lascino adito a dubbi.
Richiedere però che venga eletto in fretta e furia una singola o più persone che facciano lo stesso a nome di tutti i musulmano (pretesa alquanto irragionevole) mi sembra invece bizzarro.
Ma sopratutto, rimane la domanda della reale utilità di ciò.
Cosa pensi succederebbe se esistesse un papato islamico e questo si esprimesse forte e chiaro contro questo attentato o altri?