Sul resto del tuo post, mi chiedo se tu abbia letto il mio o meno, perché non ho affatto scritto quello che mi pare mi stia mettendo in bocca.
Stavo proprio dicendo che bisognerebbe trattare tutti uguale, non c'è bisogno che metti i grassetti, sono straconvinto della libertà di culto eh
Sull'ultima frase, sicuramente a Como sei anni fa e pure a Milano se non sbaglio si chiedeva che il comune donasse uno stabile per farci la moschea.
Anche a Parigi la cosa è successa più volte (ed alcune i maffi francesi le hanno pure costruite).
Parlo solo di cose che ho visto io eh.
Quindi no, ma come sarebbe no se lo chiedesse la chiesa cattolica per me eh sia chiaro.
Mi riferivo a questa parte del tuo post;
[Cut]ma allo stesso tempo ci vuole assoluta intransigenza a mio avviso per qualsiasi (anche minimo) tentativo di imposizione, tipo "mi devi costruire la moschea è un mio diritto" o "all'asilo niente prosciutto per i miei figli".
Non per sadismo ma per due semplici ragioni.
La prima, il rispetto di chi non chiede/pretende e la connessa impossibilità di soddisfare le eventuali pretese di tutti. L'ho detto 100 volte, ma se stiamo ad adattare i menù alle necessità di tutti finiamo per forza a mangiare bacche nelle mense.
La seconda è che i pazzi estremisti (a differenza di quanto pensino certi sinistri) vedono ogni segno di debolezza come una opportunità di picchiare ancora più forte e chiedere sempre di più.
Ove appare che una richiesta dal mio punto di vista legittima (avere un luogo di culto dove pregare) viene letta/riportata come pretesa/imposizione, o peggio come una concessione all'estremismo.
La richiesta del godere di un diritto riconosciuto è dal mio punto di vista sacrosanto, e non può essere bollato come altro che tale, naturalmente con tutti i paletti che volete.
Resta da chiedersi appunto se vogliamo che tale diritto ci sia.
Se la mia lettura non era corretta, me ne scuso.
E' un fatto estremamente personale.
E gli Imam?
Nell'accezione classica l'Imam è solamente colui che dirige la preghiera, nel senso più "letterale" del termine.
In moschea o quel che è sta davanti al resto dei fedeli, i quali ne seguono i gesti nelle varie fasi della preghiera. Sceglie i versetti da recitare, se necessario aggiunge invocazioni alla fine.
E' una carica puramente elettiva, e chiunque con certi requisiti può diventare Imam. Non vi è quindi nella sua funzione nulla di speciale. Non è di certo un intermediario tra il fedele e dio. Penso che la miglior definizione sia quella di "Maestro di cerimonie", per quanto possa suonare grossolana.
E' naturalmente ovvio che, più per la natura umana che per altro, l'Imam possa arrivare a rivestire un ruolo di riferimento, anche dottrinale, ma non lo deve per forza essere, per intenderci.
Allo stesso modo, quando ho detto che l'Islam non prevede che vi debbano essere intermediari tra lo studio del corano e il fedele non significa che non esistano tali intermediari. In parte per via del forte analfabetismo che c'è ad esempio in molti paesi africani dove la religione è diffusa, che fa sì che i fedeli non siano di fatto in grado di leggere o studiare approfonditamente il corano, nemmeno nella propria lingua. Devono quindi di fatto affidarsi a qualcun altro. Questo vale doppiamente per le fonti dottrinali che non sono il Corano, e che sono generalmente gli insegnamenti di Maomettto, e la cui conoscenza è ancora meno alla portata di tutti.
Un altro problema nasce dal fatto che la mancanza di una guida unica riconosciuta rende l'Islam una religione scarsamente "universale" nonostante la sua diffusione. Per tornare all'esempio del Senegal, i fedeli sono divisi in vari gruppi, spesso su base etnica, ognuno dei quali ha una sua propria versione del credo, le sue aggiunte allo stesso, i suoi santoni di riferimento e la sua tradizione. E' un fattore sociale che si fonde con la religione.
Dal mio punto di vista, sarebbe meglio se l'Islam avesse una sua versione di ciò che è il papato per il Cristianesimo, ovvero un punto di riferimento mondiale. Aldilà dell'aspetto dottrinale, sarebbe utile da un punto di vista politico/sociale. Non solo permetterebbe di avere quell'interlocutore che molti sembrano volere, ma avrebbe sopratutto il pregio di avere un punto centrale dal quale potrebbe partire un eventuale movimento di riforma globale, cosa di cui l'Islam ha indubbiamente bisogno.
E non meno importante, allevierebbe il pesante ed intricato legame che sussiste tra religione e le sotto-identità politiche e territoriali dei vari fedeli nel mondo. Si verrebbe a creare una secondo me netta distinzione tra l'essere musulmano ed essere magari arabi o quel che è.
E' naturalmente un'utopia.