Mmmm.
Sto giocando a Seven Sirens, approfittando dei 3 mesi gratis di Apple Arcade quando compri un iPad, ma… mi sembra un passo indietro per la serie.
Graficamente è tutto così “liscio” che sembra, stavolta devo dirlo anche io, “un giochino flash per cellulari”. Sarà lo schermo piccolo? Non so. Ma l’impressione, che per molti altri giochi deriva solo dalle foto e poi viene smentita in movimento, è quella.
Hanno messo le cutscene a cartone animato, e più doppiaggio del solito. Alcune scene hanno quell’aria da “volevamo, ma non ci bastavano i soldi”, nel senso che sono pure a livello di un discreto cartone, ma vengono tagliate quando sembra che debba succedere chissà cosa. E tanto impegno grafico è andato nel disegnare molti ritrattini diversi per ogni personaggio durante i dialoghi… non proprio roba utile, ecco.
Ma la struttura.
Ma possibile che nel 2019 questi qui mi fanno un Metroidvania che non mi fa mettere indicatori sulla mappa, qualche segnalino che mi ricordi dove andare a usare l’abilità appena ottenuta per proseguire?
È pieno di cosine a cui dovrò tornare in seguito per usare dei nuovi poteri che ora non ho; possibile che me li debba ricordare a memoria, cioè rivisitare ogni stanza poiché è evidente che la memoria non mi basterà?
Possibile che torniamo alla mappona onnicomprensiva, quando nei due episodi precedenti avevano risolto molto bene quasi tutti i problemi di design? Son problemi, specialmente in un gioco in cui, come spesso accade in Shantae, le stanze si assomigliano un po’ tutte.
È imbarazzante soprattutto perché, al mattino della giornata in cui ho iniziato Seven Sirens, ho giocato un paio d’ore al solito Castlevania SOTN, sempre su iPad, e… ogni cavolo di volta che si torna a questi classici si nota una volta di più quant’era sopraffino il design delle mappe e come il gioco scandiva bene la progressione. Dopo 20 anni di Shantae, Wayforward non ha scuse per non essere ancora in grado di eguagliare quei livelli.