Dopo aver osservato attentamente le illustrazioni dei personaggi (per ovvi motivi artistici), ho finito Shantae: The Pirate's Curse (Wii U), un gioco di tornare al 1987, quando dopo aver giocato ai videogiochi ti spuzzacchiavano le dita di nicotina. Anche se non fumavi.
Giudicare questo Shantae (per me il primo in assoluto) mi mette in difficoltà. Non perché non l'abbia apprezzato, al contrario! Solo perché si tratta di un gioco troppo derivativo, troppo didascalico, troppo elementare, troppo nostalgico… per giustificare che mi abbia divertito così tanto.
A conti fatti, Shantae è una canzone per un'estate dei tardi anni Ottanta. Un simil-Metroidvania (non ho ancora capito se questo termine mi è indifferente o mi causa raccapriccio) tirato su con mestiere, che non inventa nulla, ma applica tutti i cliché come solo i buoni artigiani sono in grado.
Ammettiamolo, il gioco è pieno di difetti. Le sezioni platform devono essere replicate troppe volte, vista la necessità di tornare e ritornare negli stessi scenari. La mappa è disegnata come la tratteggerebbe un contadino. Non esiste un sistema di trasferimento veloce. I dialoghi, a parte alcune eccezioni, sono scritti da un bambino di cinque anni. A volte non è nemmeno chiaro quale sia la fase successiva dell'avventura, soprattutto per gente anziana come me. Tutti questi problemi, peraltro, tendono a intersecarsi, considerato che risolverne un paio avrebbe risolto a cascata anche le altre magagne.
Eppure, proprio come una Asereyé delle Las Ketchup, che non riesci a smettere di canticchiare, un'isola tira l'altra, quell'oggetto che sblocca una nuova sezione ti induce in tentazione, e mentre osservi con attenzione le illustrazioni dei protagonisti (per ovvi motivi artistici) non ci pensi nemmeno a liberarti dal male. Perché poi male non è, al contrario!
Shantae mi ha riportato indietro di anni, senza per questo fare leva (nel mio caso, quantomeno) su presunti valori nostalgici. Semplicemente, era il tempo in cui il traguardo era a destra. Stop. E tornarci, soprattutto in un giochino tirato su con amore, non è mai male.
Mio voto: 7,5