Autore Topic: Il gameplay, questo sconosciuto...  (Letto 5198 volte)

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Offline Alan Fontana

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Il gameplay, questo sconosciuto...
« il: 19 Nov 2014, 02:00 »
La butto lì come provocazione, dato che sempre più spesso (forse a causa della penuria di titoli realmente validi, o crisi di rigetto da remakes) sento parlare di giochi "senza gameplay".
Ho sempre ritenuto il gameplay una questione estremamente soggettiva, in quanto personalmente mi rendo conto che nel corso degli anni ne ho alterato la percezione (sottolineo percezione, e non opinione), quindi volevo vedere se qualcuno era in sintonia/disaccordo con me.

Che cos'è, per voi, il gameplay?

Anni fa quando giocavo a qualcosa chiedevo sfida e dedizione, perchè la soddisfazione nel "passare il muro" o giocare particolarmente bene era fondamentale. erano anni dove i controlli erano basilari, se si parlava di fisica si intendeva quella che insegnano a scuola, l'ia era un affermazione tedesca e l'atmosfera era demandata alla fantasia di un fanciullo in crescita.
guardare ore di filmati era impensabile, si mirava al sodo. si bestemmiava per il trial & error. Il gameplay era padroneggiare bene "l'omino" a video, insomma, o più generalmente tradurre in azione virtuale l'intenzione reale. al più, se si voleva una bella storia di lì a poco si sarebbe giocato a Monkey Island e se proprio si voleva esagerare e usare il cervello c'erano Sim City, Civilization o Command & Conquer.
Poi è passata l'adolescenza, e cominciavano ad arrivare i primi veri titoli tripla a, quelli da milioni di copie vendute. filmati in cg, trama, amenicoli di contorno. e la morte di Aeris in Final Fantasy 7 ha cambiato tutto. un videogioco poteva emozionarmi non solo semplicemente sparando a tutto quello che si muoveva a video, ma anche solo guardandolo. come la morte della mamma di bambi o la partenza di et. e allora il gameplay diventa anche il contorno, il girovagare senza meta per le sconfinate (per l'epoca) mappe di gioco così, anche solo per godere della "compagnia" dei nostri amici virtuali, per curiosare su quello che ci viene messo a disposizione.
il gameplay quindi si divide, non più l'obiettivo di "abbattere il muro", ma "girarvi attorno e attaccarlo quando saremo pronto". comincia l'era degli obiettivi secondari, sub-quest, tesori nascosti, ecc. un'era in cui comparirà anche un certo half-life: nemmeno gli fps si salvano da questa febbre di rinnovamento.
al gameplay in senso tradizionale (la famosa traduzione in azione virtuale dell'intenzione reale) si aggiunge il "fattore di immersione".
gli anni passano e i giochi si fanno sempre più vari, e vasti; la potenza computazionale, e la mole di dati che supporti ottici sempre più capienti possono contenere, fanno sì che il famoso "muro" sia solo la colonna vertebrale di un'esperienza più ampia. l'era del "10 ore se fai le missioni principali, 30 se vuoi esplorare tutto.
il gameplay ora è anche quanta ciccia c'è al fuoco. il gameplay è quanto di quelle 20 ore di scarto servono effettivamente a qualcosa, ad arricchire un'esperienza e non ad allungare la minestra. a immergerci ancora di più, a renderci partecipi nel mondo di gioco.
ma soprattutto la varietà, o presunta tale, comincia a sostituire la sfida.
lavoro ora. gioco poche ore a settimana, sono finiti i pomeriggi spesi per passare un solo livello. ora si vuole avanzare, arrivare in fondo, e se proprio il gioco mi piace faccio un giro sulle missioni secondarie, oppure viene selvaggiamente archiviato senza averlo nemmeno sverniciato. pochi i generi che ancora lasciano spazio al gameplay inteso come l'imparare a padroneggiare il famoso omino. qualche picchiaduro, gioco di calcio, ma anche indie e sparatutto ormai relegati a una nicchia del mercato.
del resto, come dargli torto. non ho più voglia di fare sforzi eccessivi davanti al monitor. a quello ci impiega già un altra forma di intrattenimento chiamata "lavoro".
e per me il gameplay è permettermi di distrarmi una sera, immergermi in un atmosfera, un mondo diverso... con più cose da fare possibili e magari un pò di libertà di scelta. voglio poter seguire le missioni se mi va, oppure andarmene per i cazzi miei e decidere quale sarà il "gameplay della serata". ad esempio fare più casino possibile in gta 5 prima che mi annientino. o persino andarmene a zonzo per i caraibi di Assassin's Creed... solo perchè mi va. senza che questo escluda che poi, a volte, mi va di buttarmi a testa bassa in giochi come Bulletstorm o Mirror's Edge, che ancora danno un'interpretazione del gameplay più tradizionale.

facendo un brutale paragone: se una volta giocavo a pallone, oggi esco a ubriacarmi con gli amici. ecco come si è evoluto il gameplay della mia vita.

Bè, la mia l'ho detta. so che in diversi non saranno d'accordo, ma mi piacerebbe sapere la vostra opinione.
Vinsero battaglie grazie alla loro...

Offline Pila87

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #1 il: 19 Nov 2014, 09:07 »
Non saprei definirlo nemmeno io questo famigerato "gameplay" in effetti. Anche se ogni tanto mi piace anche il Dear Esther (una di quelle "esperienze" dove devi solo andare avanti) di norma ho sempre chiesto ai videogiochi una cosa sola: mi devo divertire. Non ho mai trovato i giochi con molta narrativa più immersivi degli altri, sono stato così concentrato giocando ai giochini senza pretese, quelli senza storia e cavoli vari, da spaventarmi perché non avevo sentito la gente arrivarmi alle spalle. Non è una cosa che vado a cercare nei filmati, anzi, quando c'è un filmato tendo a distrarmi perché posso posare il pad, fare un sorso di birra, guardare il cellulare...

Ho deciso che un buon gameplay, graziealcazzo, è quello che mi diverte. Ovviamente col tempo che passa il divertimento lo trovi in modi diversi. Adesso ho delle pretese che da ragazzino non avevo e certamente ho meno tempo di allora. Forse cerco ancora le stesse cose, però in modo diverso. Non vedo niente di male nell'esistenza di giochi abbastanza facili e spettacolosi, dove ci si rilassi coi tasti fra i vari snodi della vicenda, se uno è interessato a quel tipo di prodotti. Spero che il mercato possa crescere e ampliare l'offerta negli anni, non il contrario, per lasciare tutti soddisfatti. Non sono sicuro che esistano i cinque giochi dell'anno che tutti dovrebbero giocare, se scrivessi i miei credo che qui dentro li giocherebbero in pochissimi... continuo a sperare in un futuro dove le varie piattaforme di gioco abbiano un'identità precisa, dove possa esistere la roba che piace a me e pure quella che non mi piace. Ognuno ha diritto all'intrattenimento che vuole, con buona pace dell'hype precotto e riscaldato dai siti internet.

Perché dovresti giocare Dark Souls anche se non ti diverti, mentre magari ignori e salti a piedi pari tantissimi giochi "di manico" altrettanto fatti bene e altrettanto meritevoli? Diventa davvero una questione di inseguire 'sto gameplay o stai solo ubbidendo all'internet e alle cose che ha deciso LUI che sono le figate imperdibili? A me basta stare bene quando clicco, con le robe che piacciono a me. E' venuto fuori un messaggio confusissimo ma ormai lo posto lo stesso. :D

Offline Alan Fontana

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #2 il: 19 Nov 2014, 09:29 »
il gameplay come filosofia, insomma.

Del resto, si può paragonare il gameplay di Dark Souls a quello di Heavy Rain? è giusto dire che uno dei due ha più gameplay dell'altro? entrambi sono capolavori, ma si poggiano su una filosofia totalmente diversa, partono e arrivano da punti diversi. non si possono paragonare ma nemmeno si può dire che uno ha più gameplay dell'altro. semmai più "play", ma non necessariamente più "game".

Prendiamo poi un altro titolo ritenuto un capolavoro, Uncharted. Tolta la crosta delle location e dei protagonisti carismatici, è poco più che uno sparamuretto (nemmeno troppo preciso, in verità) con qualche collezionabile da raccogliere, e le arrampicate che sembrano prese dal tanto vituperato Assassin's Creed.
per il resto un titolo estremamente lineare, orgoglioso di esserlo. perchè ha il carisma, e questo ne determina il carattere e il fatto di piacere più di altri giochi simili. ecco perchè penso che il gameplay sia anche la capacità di intrattenere ed attrarre il giocatore.
Ed ecco perchè in quest'ottica anche in Heavy Rain si può parlare di gameplay, nonostante in un'ottica tradizionale scrollare il pad non sia esattamente un concetto di "play". alla fine, si può affermare che dietro c'è almeno un "game". diverso, particolare, innovativo, quello che volete... ma comunque un game.

almeno, io la penso così  ???

Vinsero battaglie grazie alla loro...

Offline Turrican3

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #3 il: 19 Nov 2014, 11:04 »
continuo a sperare in un futuro dove le varie piattaforme di gioco abbiano un'identità precisa, dove possa esistere la roba che piace a me e pure quella che non mi piace.

Quotone da urlo.

Tornando al gameplay, per me è semplicemente quell'insieme di "regole" che gli sviluppatori ci mettono a disposizione: saltare, sparare, guidare, aprire delle porte, buttar giù un muro, ecc. ecc.

C'è un gameplay più raffinato ed uno più rozzo, c'è quello sempliciotto e quello profondo, c'è quello accessibile e quello inutilmente astruso, ma soprattutto c'è quello più interattivo (magari più skill-based) e quello meno (generalmente più "cinematografico", ma non è detto).

E l'ultimo è probabilmente il punto più controverso in assoluto, dato che per me il videogioco è un media dove l'interazione non dovrebbe MAI passare in secondo piano: altrimenti ci si avvicina "pericolosissimamente" alla cinematografia, che presuppone un ben diverso tipo di fruizione.

A prescindere dal filosofeggiare comunque, il gameplay che preferisco è quello che... mi diverte/soddisfa.

Sono pochi, pochissimi i titoli che posso dire di aver portato avanti spinto dalla curiosità di vedere come si evolveva la trama (non che ne giochi molta di roba che la pone al centro dell'attenzione peraltro) e/o sperando che un gioco prima o poi "ingranasse" dopo una partenza soporifera: se la sostanza, pad alla mano, non è di mio gradimento si passa avanti senza particolari rimorsi...
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Offline Scorreggione

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #4 il: 19 Nov 2014, 13:01 »
Il gameplay per me è immedesimazione, coinvolgimento, integrazione con i personaggi, contesti, ambientazioni a 360°. Il videogiocatore deve essere parte attiva, non passiva.
Oggi c'è troppa poca sostanza e troppa forma.
Per questo ritengo che il videogioco sia diventato piu' video che gioco ed è un male.
Il gameplay puro dev'essere plug & play. Semplice ed immediato.
Il casino accessorio non è gameplay, ma solo perdita di tempo e rottura di coglioni.
« Ultima modifica: 19 Nov 2014, 13:05 da Scorreggione »
"Non è stupido avere un'opinione, è stupido convincersi sia per forza giusta quando la possibilità che sia sbagliata, soprattutto quando tratta argomenti di cui non siamo competenti, è molto alta." (cit.)

Offline Floyd

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #5 il: 19 Nov 2014, 21:46 »
Gameplay per me è doversi orientare in un luogo nuovo e doverne imparare le regole. Demon Souls in questo senso è l'esempio perfetto.

Offline Diegocuneo

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #6 il: 20 Nov 2014, 14:15 »
Per me gameplay è soltanto interagire col videogioco,stop.Poi ce n'è di buoni,meno buoni,più o meno complessi,ma la parola Gameplay per me è la base del tutto:l'interazione con quel che accade a schermo.
Il gameplay di un avventura grafica è quello di cliccare a schermo (e quel che ne segue)
Il gameplay di un gioco di guida è usare dei comandi per muovere una macchina.(e quel che ne segue)
Il gameplay di un Dark Souls è quello di interagire con dei controlli per muovere un avatar in un ambiente 3d (e quel che ne segue).
ecc ecc ecc
Il gameplay è quel che sta alla base dell'interazione,ogni gioco ha questa base...è come viene sviluppata che fa la differenza,ma sempre in base ai nostri gusti/bisogni.
Il gameplay è una parola molto abusata perchè vuol dire troppo e quindi nulla.
Sono un cretino,di classe,infima. Ni.

Offline J VR

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #7 il: 20 Nov 2014, 20:53 »
Io è la scusa del tempo che non tollero più.
Ogni attività richiede tempo e pazienza per essere padroneggiata.
Non vedo perché i videogame dovrebbero esulare da ciò.
E' ovvio, non chiedo che ogni gioco diventi una sfida, solo non capisco perché chiedere ad una serie di diventare più accessibile quando la scelta è così ampia e si possono indirizzare i propri gusti altrove.

Offline Turrican3

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #8 il: 21 Nov 2014, 12:38 »
Io è la scusa del tempo che non tollero più.
Ogni attività richiede tempo e pazienza per essere padroneggiata.
Non vedo perché i videogame dovrebbero esulare da ciò.

[OT?]
Questo accade per (ovvie) ragioni commerciali: e con le console connesse alla Rete ora i publisher hanno un potentissimo strumento di analisi diretta dell'utenza che non può che peggiorare le cose...

Anche se, a dire il vero, c'è anche un errato approccio al problema: perchè l'abbassamento indiscriminato del tasso di sfida NON è certo l'unico modo per rendere un gioco più accessibile alle masse.
videoGIOCATORE

Offline J VR

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #9 il: 21 Nov 2014, 21:36 »
[OT?]
Questo accade per (ovvie) ragioni commerciali: e con le console connesse alla Rete ora i publisher hanno un potentissimo strumento di analisi diretta dell'utenza che non può che peggiorare le cose...
Ma io i publisher li capisco.
Produrre un gioco costa molto e rientrare pare difficile.
Al massimo sono gli acquirenti che devo decidere se premiare il prodotto di turno.
Citazione
Anche se, a dire il vero, c'è anche un errato approccio al problema: perchè l'abbassamento indiscriminato del tasso di sfida NON è certo l'unico modo per rendere un gioco più accessibile alle masse.
Ed infatti un gioco sviluppato bene viene solitamente premiato al di là della difficoltà.

Offline Alan Fontana

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #10 il: 24 Nov 2014, 03:18 »
Io è la scusa del tempo che non tollero più.
Ogni attività richiede tempo e pazienza per essere padroneggiata.
Non vedo perché i videogame dovrebbero esulare da ciò.
E' ovvio, non chiedo che ogni gioco diventi una sfida, solo non capisco perché chiedere ad una serie di diventare più accessibile quando la scelta è così ampia e si possono indirizzare i propri gusti altrove.

nessuno ha additato il tempo come scusa, almeno qui; anzi, diverse volte mi sono lamentato della poca sfida di diversi titoli. certo è che se ho poche ore alla settimana (5/6 ore) chiaro che non è che mi metta a cercare di padroneggiare dark souls...
ma non è la scusa del tempo ad aver abbassato il tasso di sfida; assassin's creed ha zero sfida, eppure non dura poco, ad esempio. è che non vogliono frustrare nessuno, il gioco lo vogliono pur vendere...
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Offline Turrican3

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #11 il: 24 Nov 2014, 12:35 »
Ed infatti un gioco sviluppato bene viene solitamente premiato al di là della difficoltà.

Generalmente però "solo" da critica e/o nicchie di giocatori in grado di coglierne la raffinatezza.
Al... botteghino - di norma - premi se ne raccolgono pochini ahimè.

(insomma c'è molta strada da fare a mio avviso)
« Ultima modifica: 24 Nov 2014, 12:37 da Turrican3 »
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Offline J VR

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #12 il: 24 Nov 2014, 19:34 »
nessuno ha additato il tempo come scusa, almeno qui; anzi, diverse volte mi sono lamentato della poca sfida di diversi titoli. certo è che se ho poche ore alla settimana (5/6 ore) chiaro che non è che mi metta a cercare di padroneggiare dark souls...
ma non è la scusa del tempo ad aver abbassato il tasso di sfida; assassin's creed ha zero sfida, eppure non dura poco, ad esempio. è che non vogliono frustrare nessuno, il gioco lo vogliono pur vendere...
Ho solo colto la palla al balzo non intendevo rivolgermi direttamente a te.
E' che troppe volte leggo di persone che usano la scusa del tempo quando si trovano dinanzi a giochi un po più difficili della media.
Poi vieni a scoprire che hanno backlog infiniti, guardano dieci serie TV contemporaneamente e si guardano due film al giorno.
Allora li capisci che è proprio la volontà a mancare ed il videogioco di turno diventa un prodotto usa e getta.
Lo si finisce perché si.
Penso a Vanquish, MG Rising o Mirror's Edge, giochi che se li devi finire a normal solo per fare curriculum allora tanto vale che non lo fai.
Questi giochi invece richiedono un giocatore duttile che si renda predisposto a fare sacrifici per essere padroneggiati.
Chiaro che se poi non piacciono nessuno ne fa una colpa, però li il videgioco non ne ha nessuna colpa.
Generalmente però "solo" da critica e/o nicchie di giocatori in grado di coglierne la raffinatezza.
Al... botteghino - di norma - premi se ne raccolgono pochini ahimè.

(insomma c'è molta strada da fare a mio avviso)
Mica così vero, ci sono giochi ardui che però vengono premiati unilateralmente.

Offline Turrican3

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #13 il: 25 Nov 2014, 14:34 »
Giochi davvero impegnativi con vendite di rilievo (che al giorno d'oggi significa svariati milioni di copie) sinceramente non me ne sovvengono granchè, a parte forse la serie Souls... tu a cosa ti riferivi?
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Offline J VR

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Re: Il gameplay, questo sconosciuto...
« Risposta #14 il: 25 Nov 2014, 20:37 »
Super Meat Boy, DayZ, Mirror's Edge o Bayonetta.
Non ho i risultati delle vendite ma da quanto ne so non sono andati proprio malissimo.
Ricordiamoci inoltre che la serie Souls è partita abbastanza in sordina per poi fare i botti grazie al passaparola.