Quotes di ferruccio tranne dove diversamente indicato;
Pensa a Final Fight o Double Dragon. Quei due giochi (e l'intero genere dei beat em up a scorrimento) sono delle rimasticazioni da una prospettiva nipponica degli anni del reaganismo, della paura dei teppisti e delle gang (cfr. The Warriors), del degrado urbano come distopia. Sono prodotti pulp, in cui la bionda in reggiseno ammanettata e l'eroe culturista col pornobaffo sono dirette espressioni dell'immaginario del periodo. Sono gli anni 80, e vanno letti in quell'ottica lì. Nessuno fa giochi di quel calibro con quel tipo di contenuti, oggi. Non si può non contestualizzare un'opera dal punto di vista temporale, specialmente se si parla dell'ultimo mezzo secolo, in cui i cambiamenti sono stati di una velocità immane. Se vedi una puntata di Friends oggi ti stupisci di come siano tutti bianchi (in una serie ambientata a New York) o dell'omofobia di molte battuta. Ma va contestualizzato negli anni 90.
Siamo però al discorso di prima. Tu riporti questi esempi come se fossero gli unici che Sarkeesian ha riportato, senza tenere conto del fatto che erano inseriti in un discorso volto a mostrare appunto l'evoluzione del tema nei videogiochi, o per meglio dire la mancanza di evoluzione. E mi sembra difficile tu possa realmente credere, da persona addentro alle cose, che certe derive o esagerazioni (chiamiamoli così) non siano presenti anche oggi. Magari è cambiata l'iconografia, ma la sostanza è spesso rimasta la stessa.
In seconda battuta, credo sia importante contestualizzare, assolutamente, ma non deve essere necessariamente una scusante o giustificazione di qualsiasi posizione. Per sfruttare di nuovo l'esempio a me caro di Lovecraft, in certe discussioni sulle sue posizioni alquanto discutibili in materia di razza, immigrazione ecc, si vede spesso obiettare che in fin dei conti non si può più di tanto rimproverare questo atteggiamento a Lovecraft perché era "figlio dei suoi tempi", di un'epoca in cui le concezioni di diritti civili ed umani erano molto diverse. Ora, se è vero che all'epoca di Lovecraft le sue posizioni erano probabilmente la "normalità", ciò non le rende giuste o accettabili neanche prese nel loro contesto, sopratutto se vi sono autori come Mark Twain, nato 45 anni prima, che aveva posizioni ben diverse su quell'argomento e su altri temi sociali ed etici.
Spero sia chiaro che non sto cercando di tracciare un parallelo tra un razzista xenofobo come Lovecraft (pur nella sua genialità) e l'immaginario street-pulp dei beat'em up di due decenni, ma è solo per evidenziare come la loro età può essere si una spiegazione di certi elementi ivi contenuti, ma non li scuserebbe automaticamente.
Non è che doveva prendere ogni videogioco esistente. Avrebbe dovuto seguire UN criterio di selezione. Perché, avendo un pool di opere sufficientemente grande, è possibile "dimostrare" qualsiasi tesi. Se posso scegliere le opere da citare a piacere, senza seguire un criterio, posso dimostrarti che la poesia, come medium, è sessista, razzista, socialista, antisocialista, conservatrice o progressista. Se non c'è un metodo quantitativo di analizzare o selezionare è letteralmente possibile dire qualsiasi cosa, dimostrare qualsiasi cosa. Io credo che prendere i giochi più giocati e analizzare quelli sia un buon metodo per vedere se immagini e concetti sessisti sono parte della cultura videoludica.
[Inglobo in questa risposta anche l'obiezione sulla metodologia di Sarkeesian portata avanti da MrSpritz.]Anche qua, non credo che stiate considerando il discorso di Sarkeesian in maniera del tutto giusta. Già dal titolo "Tropes vs Women" (e non che so io, Videogames vs Women), alle dichiarazioni dell'autrice nei suoi video, l'intento non è di dipingere l'intero medium come sessista, o di evidenziare la presenza di un ipotetico fil rouge anti-progressista che legherebbe il medium o determinati generi all'interno dello stesso. L'obiettivo dichiarato è prendere determinati tropes, ed analizzare i videogiochi che lo contengono per vedere l'uso che ne fanno. Per fare l'esempio del primo trope, la "Damigella in pericolo", la tua obiezione reggerebbe se durante il video dichiarasse che il videogioco preso come medium è nella sua interezza "colpevole" di sfruttarlo acriticamente. Però non lo fa, bensì si limita ad evidenziare gli esempi del suo uso nel videogioco. La maggior parte di questi esempi sono negativi, ma spiega anche come In The Secret of Monkey Island il trope venga sovvertito, o come in Beyond Good in Evil il trope sia presente in minima quantità, ma trattato in maniera decisamente più "progressista".
Alla luce di questi intenti, mi concederai che l'obiezione secondo la quale avrebbe dovuto esaminare un pool maggiore di videogiochi perde valenza.
Facciamo che tu apra un thread dedicato all'argomento specifico che so io, dele meccaniche stealth nei videogiochi, perché pensi magari che nella maggior parte dei casi siano realizzate malissimo. Per ovvi motivi, concentrerai la tua attenzione sui giochi ove tale opzione è presente. Se ti si venisse a dire in quello stesso thread "Ma nei giochi X, Y e Z non c'è lo stealth, ergo il problema non si pone", credo di poter dire che ribatteresti giustamente che i giochi Z, Y e Z non c'entrano nulla con il thread, perché stai parlando in maniera specifica dei giochi in cui c'è lo stealth. Se invece ti si obiettasse che Mark of the Ninja ha, al contrario di ciò che dici, meccaniche stealth ottimamente realizzate, sarebbe quella si un'obiezione che risponde al merito del problema che poni.
Spero di essere riuscito a veicolare correttamente il mio pensiero sull'argomento.
Questione spinosissima e complessa.
[Cut]
Ora, se in un mondo open world metti donne inattaccabili, cosa è che stai dicendo delle donne? Io capisco che il contesto di un uomo che dà un pugno a un altro uomo è diverso da quello di un uomo che dà un pugno alla donna. Ma fare riferimento al passato per dire perché una cosa non è accettabile nel presente è un modo per non cambiarle mai, le cose. Quindi, quale sarebbe la soluzione?
Non ho obiettivamente una risposta, e come te so che si tratta di un problema complesso.
L'unica cosa che posso ribattere è che non penso che nei videogiochi in cui è presente la problematica questa venga trattata con la maturità che merita. E' naturalmente anche colpa della giovinezza (relativa) del medium ma credo che dopo qualche decennio sia comunque lecito attendersi un pò di meglio.
Ci tengo però a convenire che non ritengo nemmeno io che la soluzione sia piazzare le donne in una specie di campana di vetro, intoccabili ed inavvicinabili. E dai video "incriminati", non traspare nemmeno che il problema in sé sia l'atto stesso di uccidere una donna in un videogioco.
Il problema non nasce quindi ad esempio dall'avere soldati donne nelle file nemiche, e nell'affrontare nemici che sono donne bensì nel fatto che certi giochi pongono in essere situazioni che nell'offrire al giocatore potere assoluto su vite digitali e nell'"oggettificazione" sessuale delle donne su cui si esercita questo potere, anche di morte, si ritrovano ad offrire paralleli sin troppo stringenti con la realtà, facendo finta di esistere in un vuoto.
Non credo che la soluzione sia nel censurare questi giochi, assolutamente. E non mi sembra l'obiettivo di Tropes vs Women.
Ritengo lecito però che di questo si parli, che se necessario si critichino gli esempi più beceri, e che sia possibile auspicare che un domani gli sviluppatori nel rappresentare certe dinamiche sociali lo facciano con maggiore maturità e cura. E perché ciò avvenga, credo sia necessario che venga portato avanti il discorso.
E' vera la tua ultima frase, assolutamente. Ma credo che non si cambino le cose nemmeno con la tacita accettazione. Con ciò non voglio dire che necessariamente tutti debbano rigettare questo stato delle cose. Alcuni vogliono solo giocare e del sotto-testo non gli frega nulla, il che è lecito. Ma credo sia altrettanto rispettabile la posizione di chi auspica non la censura, ma la presa di coscienza che, forse, certi tropes narrativi sono o abusati, o usati maldestramente.
La scusa della "gravità del problema reale" è stata usata infinite volte nel passato per censurare opere o criminalizzare opinioni. L'arte non ha lo scopo di educare i popoli. Sta agli individui scegliere arte non becera. E a volte individui non beceri si godono arte becera - conosco femministe che guardano reality show di donne con le tettone pneumatiche sposate con miliardari e padri di famiglia buoni come il pane che ascoltano il peggio black metal. I media hanno effetti sulle persone estremamente mediati e indiretti. Se si prende la rappresentazione di X automaticamente come promozione di X non abbiamo fatto neanche un passo in avanti dai tempi di Madame Bovary.
Non penso che l'arte debba necessariamente educare. O che il videogioco debba farsi obbligatoriamente portatore di istanze sociali.
Ma allo stesso tempo, e di questo sono fermamente convinto, l'arte (e in essa ai fini di questo discorso inglobo i videogiochi) non è muta, non è prodotta nel vuoto, e i suoi autori non possono invocare la non responsabilità. Qualsiasi opera d'arte esprime un messaggio ed un intento, siano essi profondi o dispersi nel vuoto pneumatico del pensiero. Per usare il tuo esempio, la rappresentazione di X non equivale a portare avanti l'istanza di X, ma il modo in cui X viene trattato nell'opera in questione può eccome dirci qualcosa, che sia sulle intenzioni dell'autore o sul contesto in cui lavora.
In tal senso, il modo in cui viene trattato X nell'esempio summenzionato è assolutamente passabile di scrutinio. Il che ripeto, non significa censura o desiderio che qualsiasi opera si adegui ad un ipotetico canone etico, ma semplice analisi (per quanto soggettiva).
Parlando di Bayonetta;
Questo è forse il più grande difetto del femminismo "third wave", ovvero il passaggio logico "cattivo gusto = sbagliato", ovvero "non mi piace = è dannoso". Che una cosa sia di cattivo gusto è completamente irrilevante. Io trovo di cattivo gusto il calcio, la religione e l'ananas sulla pizza. Ma non mi sogno di dire che queste tre cose siano dannose o che non dovrebbero esistere.
Riguardo il caso di Bayonetta, poi, trovo molto buffo il corto circuito mentale che quel personaggio causa in un sacco di persone. Non riescono proprio a concepire che possa esistere un personaggio che sia allo stesso tempo titillante, dominante, fatta per stuzzicare gli uomini, sadica e moralmente integra. Perché molti femministi, come molti -isti e come tutti i militanti, hanno grossi problemi ad affrontare ambiguità e contraddizioni. E però le ambiguità sono il cuore dell'arte.
"Cattivo gusto" non è la traduzione letterale delle sue parole, ci tengo a precisarlo.
Io continuo a ritenere problematico quel cartellone ma bon.
Riguardo a Bayonetta, sono personalmente combattuto. Da un lato è un esempio per eccellenza di femminilità dominante, conscia di sé, auto-sufficiente. Quasi una Power-Fantasy femminile.
E questa mia opinione è condivisa da certe femministe che ho letto, tanto per dire che il femminismo non è un blocco granitico di opinioni.
Allo stesso tempo però, credo sia innegabile che vi sia in Bayonetta (il gioco) una componente di titillamento a tratta eccessiva (dal mio punto di vista), e l'identità del personaggio (aiutato da una trama non indimenticabile) sembra spesso passare in secondo piano rispetto alla componente puramente voyeuristica, in cui della protagonista vengono messi in risaltato principalmente il corpo e le pose provocanti al limite dell'anatomicamente possibile in cui si esibisce.
Non so. Mi ricordo che poco dopo l'uscita del gioco Kamiya si dichiarò estremamente sorpreso (in negativo) dal fatto che girassero illustrazioni pornografiche amatoriali ritraenti Bayonetta. Il che mi fa chiedere se sia un imbecille che vive in un mondo suo, o se realmente il suo intento con questo gioco era tutt'altro. Spesso penso la seconda, ma ogni tanto mi viene difficile conciliare ciò con certe scene che si vedono direttamente nel gioco, che sembrano più fare l'occhiolino al giocatore presumibilmente maschio, piuttosto che l'esaltazione di una femminilità padrona di sé stessa.
Insomma, su Bayonetta non ho le idee chiare, ma non posso certo rimproverare a nessuno di rilevare l'aspetto che credo sia indubbio salti immediatamente all'occhio.