@UnNamed: Ripeto, e chiedo venia se insisto ottusamente su questo tasto, ma qui la questione del giornalismo, della sua o meno integrità o professionalità non c'entra assolutamente nulla.
Se le ultime settimane di abusi, insulti, minacce, merda buttata addosso a gente che non se lo meritava vengono da alcuni ricondotti ad ataviche colpe di giornalisti, sono tutte balle.
Non ho grande rispetto per i giornalisti videoludici, ma in questa vicenda non c'entrano nulla.
In tutto questo parlare, si tende a dimenticare (e parlo di chi sta dietro a questa merda) che la premessa iniziale di tutto il movimento, ovvero favori sessuali della Quinn per aggiudicarsi recensioni positive, si è rivelata assolutamente infondata. Un nulla di fatto, una palese fabbricazione.
Se GamerGate fosse composta da gente ragionevole riconoscerebbe ciò, e magari dopo essersi profusamente scusata passarebbe ad altro. Ma no; Visto che su Internet nessuno apparentemente può avere torto, si continua a tormentare una donna totalmente innocente di tutto ciò che gli viene rinfacciato, si tempestano di gravi minacce persone che in questo contesto hanno solo la sfortuna di cercare di portare avanti un certo discorso sgradito ai proponenti dello status-quo, ed in generale si sta portando avanti una campagna assolutamente delirante.
Vedi ad esempio Sarkeesian, con la quale si può essere o meno d'accordo, ma la cui unica colpa è di parlare di problemi di cui lei percepisce l'esistenza in questo medium, e per quello è diventato un bersaglio privilegiato.
Questa non è responsabilità dei giornalisti. E' responsabilità pura ed esclusiva della manica di imbecilli dietro GamerGate.
E mi da un enorme fastidio quando qui od altrove si ragiona di questa vicenda in particolare e di altre in generale sotto la lente del "Ah ma hanno tutti torto", "La verità sta nel mezzo", "Non ne escerà bene nessuno" yada yada.
No; La verità tra verità tra abusi, minacce e il pretendere che queste azioni cessino non sta nel mezzo.
Tra mandare minacce di morte ad Anita Sarkeesian e scrivere alla scuola dove deve tenere una conferenza minacciando una sparatoria e l'affermare invece il suo diritto alla parola, la verità non sta nel mezzo.
Ognuno è libero di non avere opinioni su questa faccenda, di disinteressarsi della cosa, ma trovo il ponzio-pilatesco mettersi in mezzo e affermare che si tratta di due estremismi a confronto sconfortante.