Purtroppo la forma è sostanza: il budget di TSA è troppo, troppo basso per far emergere i valori visivi e musicali di Grasshopper; l'impostazione top-down, l'assenza di un sound director di rilievo (niente Masafumi Takada né Akira Yamaoka a 'sto giro) e la mancanza di cut-scene/doppiaggio a favore di intermezzi tutti testuali (in grossa parte compartimentati in una modalità dedicata) vanno inevitabilmente a detrimento del Suda-trip.
Come action comunque non è malaccio; la gestione delle mosse a cooldown, di cui si può preparare il loadout in ottica della complementarietà di utilizzo e di sequenze ottimizzate contro i boss, è pensata bene e scongiura l'eventualità del button mashing, che a vedere distrattamente qualche video poteva venire in mente.
Anzi, forse nel bilanciamento han perfino esagerato con le limitazioni ai colpi normali. Spammare quello debole esaurisce la carica dell'arma in men che non si dica, pur arrecando pochissimi danni; quello forte ha un recovery davvero lungo che obbliga ad essere fin troppo chirurgici nel timing per colpire senza ricevere danno a propria volta - quasi quasi avrei preferito un po' più di spensieratezza da beat'em up.
La farcitura di fanservice, in ottica celebrativa della produzione Grasshopper e dei giochi indie, da una parte è apprezzabile e certamente gradevole, dall'altra toglie un po' di unicità/personalità a quella che pur sui generis è comunque una nuova iterazione di No More Heroes - di cui il terzo episodio ormai non è più una minaccia, è una promessa.